Sono molto d'accordo con Stefano Pascarella. Le umane debolezze degli uomini che compongono l'universita`, o se preferite l'invincibile forza di certe reti baronali, sconsigliano di lasciare nelle mani delle singole istituzioni (atenei o dipartimenti) il reclutamento e le progressioni di carriera. Il correttivo indicato, una seria valutazione della ricerca (e della didattica, non dimentichiamocene) e` necessario, ma difficile da implementare.
Un punto cruciale e`: chi - che cosa - deve essere valutato. Mi sembra importante valutare delle unita` di ricerca di dimensioni medie (tipo 5-10 unita` per dipartimento), come si fa in Francia; abbastanza grandi da poterle premiare o punire a livello di programmazione (nuovi posti, fondi, al limite chiusura delle attivita`), ma abbastanza piccole da responsabilizzare i singoli e permettere a tutti di contribuire alle decisioni. Trovo ingiusto e fonte di frustrazione che i cattivi comportamenti del dipartimento xxx e yyy mandino a fondo tutto l'ateneo, quando io non posso farci niente se non scatenando una guerra intestina. Pero` posso alzarmi in consiglio di dipartimento, e ancor meglio in una riunione di colleghi del mio settore, per dire la mia su candidati, allocazione di risorse e altre scelte da cui dipendera` la qualita` della ricerca e della didattica a breve e lungo termine.
Saluti
Maurizio Persico
On 22/01/2013 01:00, Stefano Pascarella wrote:
Sebbene lo sviluppo futuro sicuramente debba andare nella direzione indicata dalla Prof.ssa Tocco, al momento non vedo in Italia le condizioni culturali, sociali, etiche e forse anche politiche perché si possa attuare una "deregolamentazione". Ciò non vuol dire che l'ANVUR sia la risposta ai problemi, anzi probabilmente era la cosa peggiore che si potesse fare e chissà quanto tempo ci vorrà per riparare i danni che sta producendo nell'ecosistema universitario. Vedo piuttosto un processo di graduale, ma controllata, semplificazione delle procedure di reclutamento man mano che a monte e a valle di questo snodo si instaurano meccanismi che promuovano prima le pari opportunità di accesso ai ruoli universitari e poi le pari opportunità di accesso alle risorse per la ricerca.
Stefano Pascarella
On 21/01/2013 23:32, Mauro Dorato wrote:
d'accordo! ma come detto da Gabriella, 1 senza 2 non va...
2013/1/21 Gabriella Toccogabriella.tocco@uniroma1.it
sottoscrivo l'appello proposto da Modica, anche se avrei auspicato uma maggiore incisività nelle richieste. Nei messaggi che ho letto di recente colgo due punti di capitale importanza: concorsi e valutazione. Possiamo provare a vedere se siamo d'accordo a chiedere
- l'abbandono dei concorsi per il reclutamento
(in quanti paesi avanzati il reclutamento viene fatto in questo modo?),insieme con 2)una seria valutazione della ricerca e aggiungerei anche della didattica delle singole Università . Come é già stato detto in qualche messaggio precedente: é necessaria una completa responsabilizzazione di chi fa reclutamento, accompagnata da una seria valutazione (non quella dell'ANVUR, per intenderci) dei reclutati a tre-cinque anni dal reclutamento ed eventuale relativa penalizzazione nella disponibilità di risorse Gabriella Tocco
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura:http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
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