cari colleghi, io ho gia espresso varie volte la mia opinione, vi ricordo solo che negli USA e` una prassi comunissima di assumere le coppie sposate o no, tutto alla luce del sole e parte della trattativa privata fra Universita` e docenti, la ragione e` del tutto ovvia.
Io credo che i nostri moralismi avranno come unico effetto quello di favorire ulteriormente la fuga dei cervelli, e a coppie
Claudio
On Jan 29, 2012, at 9:47 PM, Benedetto De Vivo wrote:
Siamo appunto ai manicheismi, ai distinguo e sottodistinguo... in fondo in fondo, scivolando su questa strada, perché dovremmo "discriminare" i figli di Berlusconi e le sue aziende? Non sono forse il prodotto del genio imprenditoriale del capostipite? E certamente i figli avranno certamente ereditato anche il genio imprenditoriale del padre. Come diceva un Prof. di Bari ad un giornalista RAI che gli faceva notare quanti figli e parenti vari ci fossero nel suo Dipartimento, ebbe il "candore" di dichiarare: ma che volete, i miei figli, hanno repirato "scienza" da quando sono nati... per una collega che finanziava il marito, intervenne a sua difesa altro collega per dire che anche Pierre e Marie Curie erano marito e moglie... insomma si potrebbe continuare all'infinito, ma non se ne viene certamente fuori... Siamo un Paese senza speranza.. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: "Laura Sacerdote" laura.sacerdote@gmail.com To: "P. Dimitri" liviapat@inwind.it Cc: "Università e Ricerca Forum" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 29, 2012 9:11 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Dissento: accettare discriminazioni tra i cittadini mi sembra molto piu' grave del rischio di avere un caso in piu' di malcostume (ribadisco il malcostume puo' prescindere da vincoli di parentela). Attenzione le discriminazioni possono poi proseguire verso altre categorie...E poi figli no e coniugi si? O i coniugi devono venir spinti al divorzio per poter vivere nella stessa sede?! CI sono casi in cui la soluzione e' molto peggiore del male (che ci sarebbe comunque)
Laura Sacerdote
2012/1/29 P. Dimitri liviapat@inwind.it
Il problema è che in un paese come questo dove il nepotismo è ormai dilagante, da destra a a sinistra (mi dispiace dirlo), dove anche per non pagare una multa o per non fare la fila alla posta o all'ospedale è per molti normale ricorrere ad amici vicini o lontani, dove non si riesce a mettere in piedi sistemi di valutazione decenti, ecc ecc, forse a questo punto una regola che impedisca ai figli di *fare carriera o di essere assunti* nella stessa amministrazione locale (non parlo solo di Università) dove si trovano genitori o parenti, si potrebbe anche sopportare, no? Certo, poi il nepotismo non finisce qui, può avere effetti che superano le barriere delle città e delle regioni, ma qualche vincolo male non farebbe a mio parere.
Patrizio Dimitri
Il 29/01/12 20.03, "Laura Sacerdote" laura.sacerdote@gmail.com ha scritto:
Ma vi rendete conto che state perdendo di vista i problemi, facendovi attrarre dai luoghi comuni? Ci vogliono concorsi meritocratici ma non discriminanti in base all'estrazione dei singoli. Non si puo' impedire
per
legge a qualcuno di partecipare a un concorso per le sue origini, si
devono
fare concorsi puliti. E' normale che il figlio di un universitario serio abbia interesse per la ricerca, non abbiamo detto che il nostro e' un
gran
bel lavoro (nonostante le sue difficolta' in Italia)? Tra l'altro, magari gli interessa un altro campo da quello del genitore e solo genitori potentissimi possono mettere il naso in concorsi di altri settori. Ma se sono potentissimi riusciranno a farlo anche in altri mestieri. Si deve togliere un diritto a tutti solo perche' non siamo capaci di ripulire
certi
malcostumi? Avete mai pensato a quanti grandi scienziati siano figli d'arte?
La costituzione recita che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge: vale anche i figli degli universitari! Bisogna condannare
all'esilio
i figli solo perche' i genitori fanno un mestiere analogo? Se vogliono andare altrove, liberi di farlo ma ritengo assurdo non possano
partecipare
a concorsi nella loro sede, se hanno i titoli per farlo.
Non so se la Deaglio sia piu' brava di altri concorrenti al suo concorso, ma solo questo e' il punto. Non di chi sia figlia. Se il concorso e'
stato
corretto non vedo su cosa accanirsi. Ha avuto dei fondi per le sue
ricerche
da un privato? Ha pero' un curriculum che sembra degno (almeno a una che
si
occupa d'altro). Non gridiamo allo scandalo per qualunque cosa: se ci
sono
vincitori indegni protestiamo perche' lo sono, non perche' i vincitori
sono
figli di.. Quanti concorsi hanno esiti dubbi annche se il vincitore non
e'
figlio di... Dobbiamo vietare la partecipazione a tutti quelli che si
sono
incontrati qualche volta? E se poi due commissioni in sedi diverse si mettessero d'accordo? .Il vero scandalo sono i nostri colleghi che barano quando sono commissari.
Ognuno puo' avere vantaggi dalla sua situazione familiare, e' la norma in mille situazioni. Alcuni magari sono ricchi e sopportano il precariato grazie ai soldi di famiglia o vanno ai congressi a loro spese perche' possono pagarselo. E' chiaro che siamo lontani dalla perfezione non inventiamoci problemi per nascondere quelli veri e soprattutto non
cadiamo
nei luoghi comuni..
Non credo sia questa la strada. Pensiamo a come uscire da questa
situazione
e reagiamo alla depressione che la crisi unita alle difficolta' dell'universita' sta favorendo.
Scusate la reazione, ammetto che i miei figli hanno interessi scientifici in settori diversi dal mio. Questo mi fa vedere i problemi in un'altra prospettiva da molti di voi ma vi chiedo: siete sicuri di non stare educando i vostri figli con la curiosita' dello scienziato con cui convivete giornalmente? Io non vedo perche' la mia esistenza debba farli discriminare se mai vorranno intraprendere la strada della ricerca.
Laura
Sacerdote
2012/1/29 Benedetto De Vivo bdevivo@unina.it
La rovina del nostro sistema (e non certo solo dell'Università) sono i sottili manicheismi, distinguo e sottodistinguo che si introducono di
volta
in volta per far quadrare sempre il cerchio. Il problema non é certo quello di stabilire quanto sia o non sia brava
la
Deaglio. Basta la banale considerazione che se avessimo un sistema realmente basato sul merito (e così non é, e mai sarà in Italia) chi é bravo troverebbe spazio in Istituzioni diverse rispetto a quelle dei
genitori...
Il problema é che ci dovrebbe essere un principio etico (e non una
Legge)
che dovrebbe impedire ai figli di fare carriera nell'Università dei genitori. La soluzione sarebbe estremamente semplice se un principio del genere fosse realmente condiviso da TUTTA (o quasi tutta) la comunità scientifica, insomma se fosse una cultura dominante; ma poiché così non
é,
si cerca di sopperire introducendo nuove Leggi e Leggine che non servono assolutamente a nulla. Non é che all'estero ci sia il mondo ideale dove tutto funziona alla perfezione. Solo che hanno un senso della decenza diverso da quello dominante nella nostra cultura. Le porcherie si verificano dovunque, ma non si ricorre, come facciamo noi, sempre e comunque a distinguo e sottodistinguo per giustificare tutto e tutti. B. De Vivo
----- Original Message ----- From: giuseppe.anichini@unifi.it To: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 29, 2012 6:56 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Sono professore ordinario ma non ho figli (all'universita') e ho una moglie insegnante elementare. Non ho neppure amanti. Detto questo mi pare che si stiano inseguendo le ombre (chimatele pure "aspetto strutturale"). Se il figlio di un docente di lingua svedese vuol studiare lingua svedese deve emigrare per non essere "contagiato" dal dipartimento del padre (o della madre) ? Fermo restando il fatto tutto italico che si da' (o si vuol dare?) via libera a chi ha ("solo") il cognome diverso cioe' il famoso "abituale commensale" (per usare un eufemismo). Se la signorinna in questione ha 140 pubblicazioni di valore (a me non genetico paiono tante!), lasciamo perdere le altre considerazioni. Ci si fa solo del male da soli!! g.anichini
----- Messaggio da anna.painelli@unipr.it --------- Data: Sun, 29 Jan 2012 18:00:45 +0100 Da: anna painelli anna.painelli@unipr.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto) A: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
mi permetto di insistere. Anche se la Deaglio fosse Einstein redivivo
il
problema ci sarebbe. Mi permetto di copiare un post di Giuseppe de
Nicolao
che secondo me illustra molto bene il problema
La figlia potrebbe essere bravissima (e lo speriamo tutti). Ciò che mi interessa è l'aspetto strutturale. Con queste norme non c'è difesa
contro
interessi particolari in grado di alterare le assegnazioni dei progetti
di
ricerca vuoi per potere economico che politico. Il PRIN-kakuro che
ridurrà
la selezione dei progetti di ricerca ad una lotta di lobbies chiude il cerchio: chi ha il potere assegna i titoli di eccellenza, i titoli di eccellenza legittimano le carriere e l'ascesa al potere. In nome della presunta meritocrazia è stata aperta una breccia che rischia di assoggettare l'università a poteri e interessi esterni.
mi sa tanto che Giuseppe ha ragione.
saluti
2012/1/29 Piero Lattanzi lattanzp@unica.it
francamente questa mi sembra meno scandalosa di Martone indubbiamente c'è una mancanza di stile e di senso dell'opportunità,
da
parte sopratutto del Ministro, ma questa Deaglio ha oltre 140 pubblicazioni registrate da ISI e h-index 25, quindi non dev'essere proprio un bluff PL
From: "anna painelli" anna.painelli@unipr.it Sent: Sunday, January 29, 2012 12:27 PM To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
>
http://peppemt83.wordpress.com/2011/12/10/mamma-mi-compri-lenciclopedia-devo...
fare-delle-ricerche/
> > > vi invito a leggere questa storia relativa al ministro Fornero e > alla > carriera accademica di sua figlia (unito). > Spero con tutto il cuore che sia una bufala. > Se è vera c'è da riflettere e molto. > > saluti anna > > -- > Anna Painelli > Dip. Chimica GIAF > Parma University > tel 0521-905461 > fax 0521-905556 > _______________________________________________ > Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list > > Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie > impostazioni: > https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione > > Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
> Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php > _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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-- Laura Sacerdote Dipartimento di Matematica Università di Torino Via Carlo Alberto 10 10123 Torino, Italia tel. +39 0116702919 fax +39 0116702878 http://www.dm.unito.it/personalpages/sacerdote/ _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/