il punto non sta tanto nel bocciare quanto nel fornire contenuti, capisco che è un equilibrio difficile ma spesso per includere tutti si riduce la qualità dell'offerta per cui, per uno studente brillante, la scuola diventa un luogo di noia mortale. Abbiamo recentemente portato la nostra nipotina di 9 anni a vedere le "Domus romane" di palazzo Valentini, una visita affascinante che la ha interessata, ne ha parlato con la maestra che ha commentato "ma voi volete farne una aliena?" con il che sembra che invogliare un bambino ad apprezzare la cultura vuol dire alienarlo dal branco i cui valori evidentemente sono altri? Lei per altro frequenta una scuola in un quartiere "proletario" ma poi i valori delle famiglie non sono certo quelli del riscatto culturale. Quindi attenzione a posizioni un po astratte in una realtà molto complessa, partiamo da don Milani ma poi la vera rivoluzione culturale la ha fatta Mediaset e noi abbiamo assistito impotenti a sconfitte epocali.
La mancanza di contenuti in parte avviene anche nelle Università, dove ci troviamo con studenti che non sanno formulare un concetto con connessioni logiche o non sanno scrivere in italiano, dove però bocciare vuol dire aiutare gli studenti a non perseguire carriere in cui non sono portati. Visto che poi i medici, gli ingegneri, gli insegnanti eccetera che produciamo vorremmo anche che siano dei professionisti affidabili, visto sempre che affideremo a loro la nostra salute, la sicurezza delle nostre case, l'educazione dei nostri figli.
Certamente resta l'enorme problema di come produrre un numero sufficiente di professionisti, di cui la società ha bisogno, che abbiano le qualificazioni giuste e non dei pezzi di carta regalati. In teoria il 3+2 doveva servire a questo, che poi abbia funzionato è un altro discorso. La mia impressione è che ci sia stata molta improvvisazione ed anche molto corporativismo che ha prodotto numerosi danni. Di lavoro da fare sulla scuola italiana dalle elementari al dottorato ce ne è per varie generazioni. Non conosco le scuole Finlandesi e si può sempre imparare anche se credo che la loro società sia molto diversa dalla nostra e difficile fare confronti.
On Jun 18, 2012, at 4:07 PM, anna painelli wrote:
Non si tratta di *coccolare* i ragazzi, nè di promuovere tutti. Si tratta di pensare ad una scuola di inclusione e non di esclusione. Una scuola accogliente anche per i *bambini poveri*, che includono certo gli extracomunitari, ma anche alcuni dei nostri ragazzi che, provenendo magari da contesti più ricchi di denaro, hanno alle spalle famiglie culturalmente povere, probabilmente molto più povere di quelle di molti extracomunitari.
Consiglio una rilettura antica: lettera ad una professoressa di don Milani, e magari una più recente sulle scuole Finlandesi http://www.independent.co.uk/news/education/schools/are-finnish-schools-the-...
Prima di bocciare (e quindi escludere) e prima di nominare "lo studente dell'anno" è necessario dare a tutti non dico le stesse chances (che rasenta l'impossibile) ma almeno qualche chance.
saluti anna
claudio procesi wrote:
nella mia esperienza ho sempre insistito per un lavoro di tesi abbastanza breve e che comunque non allungasse i tempi di una normale conclusione degli studi.
Mi pare che, almeno nel mio dipartimento, questo sia stato abbastanza comune. La mia impressione comunque è che non sia questa la ragione principale della durata eccessiva degli studi. La mia provocazione ha comunque riattivato un po di discussione e concordo che sarebbe utile capire cosa bolle in pentola sulle famose idoneità.
Per quanto riguarda il tema iniziale credo che sia tipicamente un tema che dovrebbe interessare tutti e non solo gli addetti ai lavori o i genitori.
Mi preoccupa il concetto di "poveri bambini" io mi preoccuperei piuttosto di quando, diventati adulti si troveranno a competere con quei "bambini poveri" di oggi che avranno fatto una scuola di vita estremamente più dura e che cercheranno giustamente di lottare con tutte le forze per avere una fetta maggiore delle limitate ricchezze di questo mondo. Quegli stessi che oggi arrivano con viaggi estremamente pericolosi e poi magari si ritrovano "Alba dorata" o come cavolo si chiamano i vari fascisti che pensano di difendere i posti di lavoro a sprangate. Quelli che magari con una laurea si adattano a raccogliere pomodori, a fare le badanti o anche le prostitute per un riscatto economico.
Fra 10--20 anni immagino che gli equilibri mondiali saranno cambiati ancora più profondamente e la competizione sarà dura, credo sia meglio preparare i nostri bambini a questo piuttosto che coccolarli eccessivamente claudio
On Jun 18, 2012, at 2:43 PM, annick.farina@unifi.it wrote:
Sono d'accordo con te Stefano sul fatto delle tesi che richiedono spesso troppo tempo. Sopratutto le tesine di fine triennale! Molti, abituati alle vecchie tesi, continuano di richiedere lo stesso genere di lavoro e vedo spesso nel momento delle discussioni delle tesi di magistrale dei colleghi con tesi di 300/400 pagine in mano (e di un centinaio di pagine per le triennale). Basterebbe però che tutte le facoltà/università avessero delle norme di minimi massimi per le tesi (con indicazione di tipo di caratteri, margini, ecc. precise) ma mi sembra che la maggioranza delle facoltà / università italiane non hanno questo genere di informazioni.
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Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Prof. Claudio Procesi, Accademico Linceo, già nel Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
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-- Anna Painelli Dip. Chimica Università di Parma Viale delle scienze 17/A 43124 Parma, Italy email: anna.painelli@unipr.it skype: anna.painelli tel +390521905461 fax +390521905556
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