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MOZIONE SUI RICERCATORI E SULLATTUALE STATO DI AGITAZIONE.
La Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Scienze e Tecnologie, riunitasi a Roma il 6 maggio 2010,
ribadisce limportanza e il ruolo cruciale della ricerca scientifica e tecnologica per lo sviluppo e la crescita di una nazione, soprattutto in un periodo di crisi economica;
sottolinea che in Italia la ricerca scientifica ha luogo prevalentemente allinterno delle università e degli enti di ricerca pubblici;
ricorda lalto livello internazionale mantenuto dalla ricerca italiana nonostante la continua e distruttiva diminuzione delle risorse e lo scarso ricambio di personale;
dichiara che non sarà possibile mantenere tale livello, in una situazione che nei fatti spinge i giovani brillanti ad andare allestero (dove sono accolti con favore grazie allottima preparazione che lUniversità italiana ancora offre nel campo scientifico) e compromette il vitale ricambio generazionale reso necessario dallelevatissimo numero di pensionamenti di questi e dei prossimi anni;
ritiene che invece sia fondamentale per lo sviluppo e la competitività dellItalia nel contesto internazionale un deciso, immediato e calibrato investimento di fondi e di personale nel campo della ricerca pubblica, correggendo la tendenza a concentrare le risorse residue sulla ricerca applicata e a impoverire così la ricerca fondamentale che sta allorigine di ogni progresso scientifico e tecnologico;
considera cruciale una distribuzione e razionalizzazione delle risorse basata sulla valutazione della qualità e del merito, incentivando in maniera significativa le realtà migliori;
segnala il ruolo fondamentale svolto dai ricercatori allinterno delluniversità, in particolare nei settori scientifici di base, sia per le attività di ricerca sia per le attività didattiche ben oltre i loro compiti istituzionali, nello spirito del DM 544, soprattutto nelle lauree magistrali, con la progressiva crescita del numero degli insegnamenti affidati ai ricercatori, senza che da molti anni sia stato variato lo stato giuridico di questi, con lesplicito riconoscimento per essi dei diritti e dei doveri dei docenti;
osserva che nelle Facoltà di Scienze molti ricercatori hanno un curriculum prestigioso, dei profili caratteristici non di giovani leve in formazione, ma di scienziati affermati a livello internazionale, senza aver avuto le corrispondenti occasioni di progressione nella carriera, determinando così un forte sentimento di sconforto nella categoria che si vede da anni precluse legittime aspettative di carriera, necessarie anche per un corretto equilibrio del settore;
avvisa che una mancata soluzione dei gravi problemi segnalati mette seriamente a rischio settori della ricerca e corsi di laurea fondamentali per qualsiasi nazione, quali per esempio Biologia, Chimica, Fisica, Informatica, Matematica e Scienze della Terra e rischia di mettere in pericolo in molte sedi lo svolgimento della didattica e lavvio di molti corsi di laurea;
richiede quindi un intervento urgente da parte del Governo e del Parlamento, tramite il disegno di legge 1905 attualmente in discussione (che può essere oggetto di significativi ed efficaci emendamenti) o mediante altri strumenti legislativi di urgenza, in modo da incidere nel merito dellorganizzazione e del finanziamento delluniversità per sostenere la ricerca e la didattica di qualità, cruciali per lo sviluppo dellItalia, per garantire un reale diritto allo studio attraverso strumenti che considerino sia il merito sia le condizioni reddituali degli studenti, assicurando in tal modo alluniversità la funzione di veicolo per la mobilità sociale e in sintesi per rendere il sistema universitario italiano più efficiente, vitale e capace di riconoscere e promuovere con efficacia e tempestività il merito individuale.
La Conferenza esprime solidarietà per le manifestazioni delle ricercatrici e dei ricercatori delle università italiane, che in molte sedi hanno trovato ladesione dei Consigli di Facoltà e dei Senati Accademici, riconoscendo il ruolo essenziale svolto dalla maggior parte di loro nello sviluppo della ricerca e nella didattica universitaria, ritenendo urgente una revisione dello stato giuridico dei ricercatori, che offra nellapprossimarsi della data in cui andranno ad esaurimento le figure dei ricercatori a tempo indeterminato - adeguate opportunità di carriera con selezione basata sul merito.
In particolare, la Conferenza chiede:
leliminazione dei tagli indifferenziati al finanziamento degli atenei, che sta portando al collasso tutto il sistema indipendentemente dalla qualità del lavoro svolto; labolizione del taglio al turn-over introdotto con la legge 133/08, che impedisce luso delle risorse liberate con i pensionamenti per lassunzione di nuovo personale, rendendo estremamente difficile il mantenimento della ricerca e della didattica in settori cruciali come quelli già ricordati; la revisione del comma 3 dell'art. 1 del decreto legge 180/08 che vincola la somma riutilizzabile delle cessazioni per una quota non inferiore al 60% allassunzione di ricercatori a tempo determinato e indeterminato, prevedendo invece che le Università siano più libere di programmare il proprio sviluppo; luso sistematico della valutazione della qualità della ricerca e della didattica come metodo prevalente per la distribuzione delle risorse; la previsione fin da subito un flusso di risorse costante che permetta il bando nei prossimi sei anni, a ritmi certi, di un numero significativo di posti da ricercatore (in modo da poter inserire forze nuove e giovani nel sistema) e di posti di associato, in modo da permettere il passaggio di ruolo agli attuali ricercatori meritevoli (va ricordato che passaggi anche numerosi - senza ricostruzione di carriera, ma con lintegrazione dellassegno aggiuntivo - dei ricercatori al ruolo di docenti di seconda fascia non impegnerebbe significative risorse economiche); che la nuova figura di ricercatore a tempo determinato sia davvero una tenure-track, e che quindi siano previsti espliciti meccanismi che assicurino la prosecuzione della carriera ai migliori fra i ricercatori a tempo determinato e percorsi di uscita ragionevoli a coloro che (avuto il secondo contratto triennale) non riuscissero a ottenere una posizione di professore associato; che vi sia una completa equiparazione di diritti e doveri fra gli attuali ricercatori a tempo indeterminato e i nuovi ricercatori a tempo determinato, ricordando poi che il compito principale dei ricercatori è la ricerca, non la didattica. In caso di mancato accoglimento di queste richieste, i Presidi delle Facoltà di Scienze e Tecnologie ricordano che a causa del combinato effetto di diverse recenti disposizioni e della motivata protesta dei ricercatori, che possono rifiutare di svolgere compiti didattici non obbligatori - non sarà possibile garantire la sostenibilità delle offerte formative per il prossimo anno accademico in molti settori cruciali per il paese.
Segreteria di Presidenza HYPERLINK "mailto:segreteria@con-scienze.it" segreteria@con-scienze.it - www.conscienze.eu Via dei Taurini 19, presso la sede del CNR - 00185 Roma tel. 06 4993 7551
Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Aderisco alla mozione. Giulio Maier Politecnico di Milano
From: Margherita Hack To: s.bertuccelli@repubblica.it Sent: Monday, May 31, 2010 4:04 PM Subject: Gli enti inutili
Gli enti inutili La lista di "enti inutili" da sopprimere secondo Tremonti sembra sia in corso di revisione e la scelta definitiva affidata al ministro per i beni culturali Bondi. Chissà se il bravo Bondi saprà discernere quali sono i fiori all'occhiello della ricerca italiana da quella lunga lista di enti, fondazioni, accademie e istituti della cui utilità non sono in grado di giudicare.Leggendo questa lista si resta molto perplessi nel trovare in un unico calderone le stazioni sperimentali per l'industria delle conserve alimentari, del vetro, per la seta, per carta,cartoni e paste per carta, ecc.ecc con l'ente teatrale italiano, con la Stazione zoologica A.Dohrn, l'istituto nazionale di ricerca metrologica (INRIM), l'Istituto nazionale di alta matematica F,Severi (INDAM),l'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF),l'Istituto Nazionale di Oceanografia e geofisica sperimentale (OGS) e molti altri istituti di ricerca in campo umanistico, o come il museo della scienza di Firenze.
Per limitarmi agli enti ci cui ho più diretta conoscenza, l'Istituto nazionale di alta matematica, intitolato al famoso matematico italiano Franceso Severi rappresenta uno dei maggiori centri internazionali di ricerca matematica, ma forse i nostri governanti, nella loro ignoranza pensano che oggi che ci sono le calcolatrici tascabili la matematica non serva più. L'Istituto nazionale di oceanografia e geofisica fa ricerca fondamentale per il nostro pianeta, ancora più importante oggi che dobbiamo affrontare tutti i problemi dell'inquinamento, e in particolare nel nostro paese, in buona parte soggetto a rischio sismico, e in cui la selvaggia devastazione del terreno provoca frequentemente le cosiddette "calamità naturali" con esondazione di torrenti e frane di intere colline. L'istituto nazionale di astrofisica che ingloba i dodici osservatori astronomici italiani, l'osservatorio nazionale Galileo alle Canarie, il Large Binocular Telescope in Arizona, gli istituti di astrofisica, già del CNR, di Torino, Milano, Bologna,Frascati, in cui si fanno ricerche di avanguardia in campo internazionale, è fondamentale per la ricerca spaziale. Si vocifera, ma ancora niente è chiaro, che questi enti di ricerca potrebbero non essere soppressi ma messi tutti dentro il CNR, con un aumento di burocrazia e inefficienza di quel gran calderone che è diventato il Consiglio Nazionale delle Ricerche e da cui meno di sette anni fa erano stati tolti gli istituti di ricerca astrofisica per immetterli nell'INAF..E' vero che il proverbio dice "Fare e disfare è tutto un lavorare".
Quale sarà il risparmio tratto da questa disastrosa operazione? Non nelle spese per il personale di ruolo che verrà immesso in altre strutture smembrando gruppi di ricerca attivi e funzionanti. Consisteranno nel licenziamento dei tanti ricercatori precari, aumentando la percentuale di disoccupazione intellettuale e impoverendo l'Italia di un patrimonio prezioso qual è quello dei giovani neodottori di ricerca che rappresentano la linfa vitale di un paese che vuole essere competitivo a livello mondiale, e che la lungimirante visione delle nostre classi dirigenti costringerà a emigrare regalando ad altri paesi le loro capacità scientifiche e tecniche.
Non bastano i tagli alle scuole, alle università, alla ricerca, il blocco del turn over dei docenti; si deve dare un'altra mazzata alla ricerca, che avanza tanto rapidamente e condannare l'Italia al sottosviluppo, riportandola indietro di mezzo secolo . Questo governo di ignoranti e arroganti
dovrebbe rendersi conto che reca un grave danno anche all'economia.
Perchè i nostri legislatori prima di legiferare non consultano con più umiltà chi nelle scuole, nelle università, negli enti di ricerca ci vive e ci lavora?
Margherita Hack