In realta' qualcosa sui media e' andato (Repubblica di Torino e La Stampa hanno riportato le dimissioni di direttore e presidenti a matematica), Repubblica (edizione locale) ha titolato: 3 dimissioni eccellenti, un breve trafiletto sulle dimissioni. Pero' 70 sono troppo poche per aver un effetto, tra l'altro molte sono simboliche: da commissioni di minore importanza. Un caso invece di peso e' dato dalle dimissioni di Simonetta Ronchi della Rocca da Preside di Scienze Strategiche (credo sia l'unico preside nell'elenco) Detto questo resto dell'idea che con questi numeri non se ne puo' fare nulla. Laura Sacerdote
2010/10/9 Roberto Battiston roberto_battiston@alice.it
Scusate, ma a me non sembra che 60 dimissioni siano poche. Tutto sta a trovare il modo per andare sui media nel modo opportuno. Qui sta il problema. Anzi occorre trovare a tutti i costi il modo altrimenti i 60 coraggiosi che hanno dato una forte testimonianza avranno solo perso il loro tempo. Al giorno d'oggi, infatti, cio' che non è reso noto, non esiste.
Roberto Battiston
On 09/10/10 20:53, "Laura Sacerdote" laura.sacerdote@gmail.com wrote:
Caro Marco In un mondo che funziona cosi male ognuno si chiude nel suo piccolo
cosmo,
si deprime ma ha paura di fare un passo, anche perche' e' convinto che
non
serva a nulla. In fondo anch'io non sono molto diversa: sto tentando di
fare
qualcosa ma intanto mi chiedo come sopravvivere individualmente in una societa' che ha perso ogni senso di giustizia. Abbiamo un bisogno enorme di qualche notizia positiva che ci ridia la
carica
verso la societa' e ci faccia uscire dal nostro piccolo mondo. CHiedo
agli
altri: sbaglio con questa analisi? Perdiamo prima di aver provato a
reagire?
Laura
2010/10/9 Marco Vianello marcov@math.unipd.it
cara Laura,
sono d'accordo, 60 dimissioni sono pochissime, fossero 600 si potrebbe cominciare a discutere ...
di fronte a tutto quello che sta accadendo, una delle cui conseguenze, non l'unica ma probabilmente la peggiore, sara' che verra' bruciata e lasciata senza prospettive un'intera generazione di ricercatori precari, formati fra l'altro a spese della colletivita',
con
uno lungo e distruttivo stallo nel ricambio generazionale,
qualcuno in questa lista che e' pittosto ampia e variegata sa darmi una possibile spiegazione, un'interpretazione, del perche':
- la maggioranza dei professori, in particolare degli ordinari,
sta sostanzialmente alla finestra a guardare
- la (stragrande) maggioranza dei rettori e dei presidi, non solo e'
ignava, ma addirittura si comporta come se fosse consenziente
in particolare, quando si parla di dimissioni non ci sente quasi nessuno
forse e' la situazione locale che mi rende pessimista, ma per me questo e' un mondo alla rovescia, un mondo che non capisco piu'
dov'e' finita l'Universitas? esiste ancora, in Italia, l'Universitas?
Marco Vianello associato di analisi numerica Universita' di Padova