On Jul 20, 2010, at 6:01 PM, v_bellini wrote:
Salve a tutti ! Il disegno di distruzione delle strutture pubbliche nel campo dell'istruzione, della ricerca e della sanità secondo me non è frutto di incompetenza , ma mira ad agevolare lo sviluppo di un contesto sociale che porti il consenso a Berlusconi ed alle oligarchie, in conto delle quali egli governa. Mi piacerebbe avere il conforto di qualche collega sociologo, per capire se l'equazione "più ignoranza in giro = più voti per Berlusconi" è solo un mio pregiudizio oppure esistono indagini statistiche che supportano la mia tesi sul modello di società che conviene a Berlusconi ed alle consorterie occulte operanti in Italia. Riguardo all'età opportuna per espatriare, penso che eventualmente, con Berlusconi Presidente della Repubblica, non sarebbe mai troppo tardi. Saluti Vincenzo Bellini
cari colleghi, nonostante tutto io sono in disaccordo con questa analisi.
Credo che per capire il fenomeno Berlusconi sia necessario andare un po piu` a fondo su alcune caratteristiche e contraddizioni specifiche dell'Italia.
Se ricordate quando Berlusconi vinse la prima volta, praticamente non aveva neppure un vero partito o un personale politico, la sua vittoria fu il classico esempio del fatto che la politica rifugge il vuoto e, in un paese sostanzialmente conservatore, Berlusconi offri di coprire lo spazio di centrodestra lasciato libero dal crollo della DC.
Se Berlusconi avesse avuto un minino di senso dello stato (ma allora non sarebbe stato Berlusconi), avrebbe costruito un moderno partito di centrodestra come ce ne sono tanti in Europa, avrebbe modernizzato il paese (cosa di cui vi era assoluto bisogno), magari in modo non gradito alla sinistra ma coerente con quello che succedeva in Inghilterra o in Spagna etc..
Tenete conto che il vituperato liberismo ha comunque garantito un ventennio di crescita, ha fatto da levatrice alla globalizzazione ed in definitiva alla emergenza di paesi importantissimi, cosa che il socialismo terzomondista degli anni precedenti aveva sostanzialmente fallito, Certo con il 2008 il liberismo entra in crisi, la storia e` fatta in questo modo, eppure di fatto la vecchia socialdemocrazia europea non e` un modello utilizzabile e in definitiva il problema di come gestire il futuro dell'Europa e` ampiamente aperto. Infatti in fondo la crisi del PD dipende proprio da questo, l'assenza di una strategia di fondo appoggiata su una visione globale ed a medio termine del nostro futuro.
Berlusconi ha per ben due volte fatto una mossa geniale, la prima sdoganando il MSI e poi cementando un patto di ferro con la Lega. A onore del centro sinistra va invece il fatto di avere compiuto l'unico vero miracolo della politica italiana degli ultimi 20 anni, l'adesione all Euro, non e` poco e per questo Ciampi e Prodi verranno sempre ricordati. Senza la demenza dei Bertinotti e company questo avrebbe potuto cementare un nuovo patto sociale.
Berlusconi una strategia la possiede anche se del tutto perversa, il suo modello e` di trasformare l'Italia in una gigantesca Mediaset, una strategia che ahimè potrebbe anche avere successo vista la pochezza delle nostre classi dirigenti.
Gira e rigira io credo che il problema sia sempre lo stesso, il fallimento del riformismo, che ha radici lontane e se vogliamo dargli una data inizia con la strage di piazza Fontana.
Solo gli storici che verranno potranno dirci quali siano state le responsabilità` maggiori in questo fallimento ma certo io vedo responsabilità` enormi in tutto lo spettro degli schieramenti politici. La sinistra legata troppo a lungo ad un modello comunista in profondo fallimento, il PSI di Craxi con il suo avventurismo corruttivo e gli ultimi epigoni della DC che hanno sperperato un patrimonio politico indebitando le generazioni future che sono poi quelle di oggi e che pagano salatamente il conto. Su questo quadro già` drammatico si innesta il familismo gerontocratico italiano, con la benedizione di una Chiesa Cattolica in piena fase di restaurazione che ha di fatto bloccato un vero ricambio della classe politica, tranne per quello fatto da Berlusconi stesso con i metodi del padrone di una azienda. Ma poi il colpo di grazia lo hanno dato Bertinotti ed i suoi accoliti.
Se questa mia analisi e` corretta e` chiaro che la strada da percorrere per rimediare a tutti questi guasti e` lunga e parte da un profondo rinnovamento delle persone ma anche da una rimozione delle scorie ideologiche che spesso sono solo strumenti di conservazione del potere.
Questa chiaramente e` una operazione che spetta ai giovani di oggi che peraltro non hanno vissuto le aspre contraddizioni del 900 e possono ricucire uno spirito repubblicano e costituzionale al di la della adesione rituale e formale ai "valori della costituzione". Per me una persona esemplare e` Roberto Saviano, anche se non e` un politico e` un modello di come dovrebbe essere il nuovo spirito repubblicano.
Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
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