Caro Claudio,
Mi dispiace che tu veda l'azione dei ricercatori come "deprimente", ma mi corre l'obbligo di segnalarti che stai commettendo, a mio modesto avviso, un serio errore di valutazione.
Prima di tutto, come ho detto e scritto più volte anche qui, i ricercatori non sono contrari alla valutazione e al riordino, anzi chiedono fortemente queste cose. Questo è stato ben messo in evidenza anche dal collega Tirassa.
Tuttavia, è improponibile che queste cose vengano discusse SENZA parlare anche di copertura finanziaria. Con quali soldi dovremmo garantire didattica e ricerca di qualità se quotidianamente ci dobbiamo preoccupare del mero riuscire a pagare gli stipendi? Il 2011 sarà drammatico per la maggior parte degli atenei italiani. I soldi che prima erano liberi e che potevano essere utilizzati (meglio) per didattica e ricerca sono sempre più destinati a stipendi, dato che il governo non ne copre affatto i costi (da noi, per esempio, ci darà come FFO per il 2010 17 milioni di euro MENO dei 140 di costi fissi stipendiali). Con quali risorse si dovrebbe risalire la china?
Il problema quindi è che riorganizzazione (con modalità da discutere e condividere, con valutazione etc) e finanziamenti (tempi e modalità certe, importi congrui etc) vanno discussi contemporaneamente, non uno prima dell'altro.
E poi, scusa, mi pare che non esista alcun tipo di relazione uno a uno tra il volere un sistema meritocratico e l'essere d'accordo con le idee al riguardo contenute nel DDL Gelmini e nelle proposte governative.
Aggiungo una chiosa al collega Luisani. Gli italiani sono in coda alla graduatoria della spesa per studente, stando alla graduatoria OCSE, il che non può non provocare una forte emorragia di studenti ed un basso numero di laureati (siamo in coda anche su quello). E' quindi forzato, a mio avviso, dire che l'investimento per laureato è alto quando le risorse sono insufficienti all'inizio per la preparazione degli studenti in ingresso. I soldi che noi investiamo in media per studente sono circa la metà dei paesi con i quali vorremmo confrontarci, siamo largamente in coda al G8, così come da noi è più basso il rapporto docenti/studenti. Con la riforma in discussione si parla di "riordino" senza parametri che, viste le premesse, vuol dire solo una ulteriore, drammatica, riduzione di soldi e di personale.
Davvero voi credete che opporsi a questo omicidio premeditato sia controproducente?
Cordialmente,
Guido Mula
On 14/04/10 21:14, "claudio procesi" procesi@mat.uniroma1.it wrote:
caro Franco siamo in sintonia ma siamo solo "due vecchi".
e` deprimente vedere che i giovani colleghi fanno gli stessi errori dei loro omologhi di 40 anni fa: corporativismo, paura di aprirsi al mondo esterno etc. Solo che quelli di 40 anni fa avevano la scusante di vivere in un paese provinciale che conosceva solo la sua realta` mentre penso che i nostri colleghi giovani qualche esperienza del mondo esterno la dovrebbero avere.
Quindi dovrebbero sapere che la massa di privilegi, autoreferenzialita` e conseguenti inefficenze del nostro sistema non esite in nessun altro paese avanzato.
Il fatto che la politica non capisca che sulla ricerca si gioca il futuro e che magari pensino di bloccare i cinesi, senza capire che fra breve andremo noi a fare i badanti in cina non e` una scusa per non assumersi le proprie responsabilita`.
E` ovvio che per chiedere con forza che la ricerca sia finanziata adeguatamente bisogna prima ridare credibilita` al sistema.
Certo gli effetti devastanti delle politiche attuali si sentiranno a lungo, ma i PRIN demenziali, l'ostilita` verso il CIVR, i corsi di laurea insensati, i carichi didattici a mezzo tempo etc. etc. non sono colpa dei politici. Se mai la loro colpa e` di non aver capito che la situazione stava degenerando e l'Universita` era caduta in mano alle forze peggiori e non migliori del mondo accademico.
Compito della politica doveva essere quello di favorire la crescita di una classe dirigente scientifica non quella di affossarla come hanno fatto con una certa sistematicita`.
Adesso hanno anche fretta di sbarazzarsi di noi claudio
On Wed, April 14, 2010 12:53 pm, Franco Gianturco wrote:
Caro Claudio,
sono assolutamente d'accordo con te e trovo anch'io queste considerazioni dei diritti costituzionali molto "besides the point" , in un paese dove una magistratura presuntuosa, provinciale, ignava e intoccabile ha sostanzialmente cancellato la microgiustizia personale da paese moderno ( a parte le storie con il berlusca, che servono solo a distrarre dai veri problemi!) e dove ognuno ,non importa quanto piccolo ,cerca il più possibile di costruirsi situazioni privilegiate e vi riesce a causa della totale mancanza di "checks and balances " ( per citare un'altra costituzione!). La gravità della nostra Università nasce anche dalla miriade di privilegi , spesso inaccettabili, che ogni componente della nostra fauna insiste a mantenere. Il problema, però, è che tale grave degrado è particolarmente evidenziato, nelle aree scientifico-tecnologiche, dalla contemporanea crescita di qualità degli scienziati e tecnologi cinesi e indiani ( popolazione totale : quasi 2.5 miliardi) i cui paesi hanno deciso di recente di investire aggressivamente nella ricerca ( di base,anzitutto!) per cui il produrre decreti deliranti come quello messo insieme dal nostro ministro, in congedo per maternità, non potrà minimamente migliorare la nostra competitività al di fuori del campo della moda. I cambiamenti veri possono quindi originarsi solo dalla nostra comunità, che è invece nuovamente impegnata in una nuova ondata di concorsi pazzi e incivili , oltre a progetti PRIN 2009 che saranno nuovamente valutati in modo assurdo ! Abbiamo già perso la primogenitura di un qualche rispetto sociale per il nostro mestiere e anche il piatto di lenticchie ...sembra soltanto virtuale, Un accorato saluto,
Franco
-- Franco A. Gianturco, D.Phil.(Oxon) CPhys FInstP Fellow APS MRSC Fellow EPS Professor of Theoretical Chemical Physics Dipartimento di Chimica Universita` di Roma "La Sapienza" Citta` Universitaria, 00185 Rome, Italy.
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