Vi ripropongo di seguito una mia Lettera pubblicata nella Rubrica di Sergio Romano, nel 2008. Come scritto nella lettera continuo a ritenere puramente illusoria qualsiasi idea di riforma che non tocca, nei fatti, i rapporti politica-Università. Ricordo qui quanto sosteneva il Ministro (se ben ricordo si chiamava Casati) dell'Università del Governo Cavour: La riforma dell'Università in Italia é possibile solo al tuonar dei cannoni... Nulla é cambiato dal 1861. Ci sono solo piccoli passettini, che danno l'illusione che sta cambiando qualcosa. Per evitare i casi eclatanti di puro arbitrio i criteri bibliometrici possono essere un aiutino, ma non si risolvono i problemi dell'Università con i metodi ragioneristici. Diciamo che è meglio così che il puro arbitrio. Nel Paese Italia, e certo l'Università non costituisce una eccezione, non esiste il principio di responsabilizzazione... a nessun livello; il dirigente che porta in fallimento l'Alitalia, riceve un generoso bonus, e trasferito a dirigere altra società pubblica da portare al fallimento; gli industriali privati, privatizzano i profitti e socializzano le perdite (vedi ultimo caso ILVA di Taranto), e così via... nell'Università, si declama la premialità del merito, a destra e a manca, ma poi il tutto rimane lettera morta, e nei posti di "potere" della gestione Universitaria (per esempio Rettori) vengono eletti da Docenti e Ricercatori (non da cittadini che si trovano di passaggio..) personaggi che brillano per "meriti" tutt'altro che scientifici... Alcuni di siffatti Rettori, possono poi diventare anche Ministri... e non mi pare che questi ex-Rettori diventati Ministri abbiano mai prodotto nulla di "rivoluzionario" quando hanno promosso la "loro" Riforma. In 40 anni di carriera Universitaria, ho messo piede al Ministero dell'Università una sola volta (ad inizio di quest'anno), e parlando con un funzionario che mi chiedeva della Riforma: ho risposto forse ci potrà essere una Riforma, quando non vedrà più nessun Professore Universitario circolare per i corridoi e/o le stanze del Ministero dell'Università, e quando tout court sarà eliminato il Ministero dell'Università. Cari saluti Benedetto De Vivo
Rubrica Lettere (S. Romano). Riforma dell'Università. Il Corriere della Sera. 4 Dicembre 2008
Appartengo alla categoria dei cosiddetti "baroni" universitari, ma da decenni mi batto contro gli abusi che vengono commessi nell'Università da parte di una categoria appunto di "baroni" (e non solo). Ritengo ingenerose le analisi che fanno di ogni erba un fascio: ci sono nell'Università tante persone che fanno per intero il proprio dovere e che lavorano ad un livello di eccellenza secondo standards internazionali. Sarebbe il caso di evitare quindi qualunquistiche generalizzazioni. I Professori Universitari, è bene dirlo, costituiscono un partito trasversale nel Parlamento e che si associano in un "partito unico" quando si mettono in discussione loro privilegi e prerogative di stampo medievale. Tutto avviene però con una totale corresponsabilità della politica dal momento che spesso i Professori per mantenere lo status quo cercano sistematicamente il sostegno della politica per ricevere fondi di ricerca, istituzioni di sedi universitarie periferiche da potere "gestire" ed altro, fornendo nello stesso tempo, alla politica, la loro "copertura" scientifica per decisioni molto dubbie. Pensare quindi di poter fare una riforma dell'Università senza mettere in discussione tutto quanto sopra è un'operazione assolutamente illusoria. La riforma, avendo come obiettivo irrinunciabile il premio del merito, dovrebbe toccare alcuni punti che di seguito riporto sinteticamente: 1) Autonomia reale e totale alle Università. 2) Eliminazione del valore legale della Laurea. 3) Accesso al Dottorato di Ricerca sulla base di un test internazionale, aperto ad Italiani e stranieri, senza alcun vincolo. 4) Affidamento dei progetti di ricerca da finanziare ad un'Agenzia della Ricerca, che valuti le proposte attraverso un sistema di peer review sistem (con controllo rigido dei conflitti di interesse). 5) Eliminazione dei raggruppamenti disciplinari. 6) Eliminazione delle Università e/o delle Facoltà e/o di Corsi di Laurea, indipendentemente dalla virtuosità di bilancio, nelle sedi dove non si raggiunge un numero minimo di studenti. 7) Valutazione (costi/benefici) del merito introducendo un premio (che investa sia la progressione stipendiale che il finanziamento della ricerca) per le Università virtuose e una penalizzazione per quelle non virtuose. 8) Regola etica che vieti ai figli dei Professori di diventare Ricercatore o Professore nella stessa Università dei genitori.
----- Original Message ----- From: "anna painelli" anna.painelli@unipr.it To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Saturday, September 15, 2012 10:44 AM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] abilitazione e mediane
Una serie di domande:
quanti sono i casi alla martone?
vale la pena di metter su un enorme baraccone per pulire questi casi, con il rischio concreto di uccidere la ricerca spingendo i giovani a lavorare solo nei settori mainstream e favorendo comportamenti clientelari (io cito te e tu citi me etc...)?
casi alla martone sono effettivamente ed efficacemente eliminati dai criteri oggettivi? (credo che si possa facilmente dopare il CV di un pupillo semplicemente infilando il nome del pupillo in questione in ogni pubblicazione del gruppo)
in nessun paese si utilizzano criteri bibliometrici per le valutazioni, ci sarà un motivo?
i criteri oggettivi deresponsabilizzano le commissioni: forse così si frenano i commissari delinquenti (ma quelli son più furbi di noi), ma gli onesti cosa faranno?
ma poi, sono davvero tutti delinquenti i commissari?
non so, io trovo tutto questo molto deprimente.
saluti anna
2012/9/15 Maurizio Persico mau@dcci.unipi.it
Certo, anch'io avevo sperato che dei criteri oggettivi permettessero di evitare casi come questo.
Ma la bibliometria e` difficilmente applicabile in certi campi, e infatti e` stato deciso di non applicarla ai giuristi. Cosi potremo tranquillamente avere altri martoni.
Notare che se non si trovano criteri oggettivi applicabili l'abilitazione nazionale diventa del tutto inutile. Infatti, le commissioni preferiranno abilitare cani e porci, piuttosto che litigare per respingere qualcuno, col rischio di danneggiare anche dei candidati validi. Poi ci penseranno le singole universita` o dipartimenti a fare le loro scelte parrocchiali o feudali.
Se poi i criteri sono difettosi, come quelli attuali, possono anche fare molti danni.
Saluti
Maurizio Persico
On 15/09/2012 10:47, saccomandi@mec.dii.unipg.it wrote:
Avete ragione la bibliometria è una stupidata molto meglio i casi come questo
http://www.lavoce.info/binary/la_voce/articoli/martone_prof_ordinario.132809...
Che non solo sono uno scandalo ma poi li facciamo pure sottosegretari per fare danni.
Ecco come si fanno le cose per bene.
Saluti Peppe
On 14 set 2012, at 18.50, Luciano Modica wrote:
L'intervento che segue è stato pubblicato, con titolo diverso, sul quotidiano "Europa" di oggi 14 settembre. Luciano Modica
ABILITAZIONI UNIVERSITARIE: UNA MODESTA PROPOSTA Luciano Modica, 12 settembre 2012
...Avanzo allora una modesta proposta al Ministro Profumo: intervenga autorevolmente e chiarisca una volta per tutte, meglio se con un provvedimento normativo erga omnes, che il superamento delle mediane è uno dei fattori di cui le commissioni dovranno tener conto e non la condizione necessaria per conseguire l'abilitazione....
Personalmente non condivido diverse cose del suo intervento (a partire dalla sua valutazione sulla ragionevolezza dei criteri bibliometrici,
che
vedono invece me molto scettico). Ma sono discussioni fatte e rifatte infinite volte: non tra lei e me, che io ricordi, ma tra tutti e tutti. Soprattutto, sono discussioni che, se anche fossimo d'accordo, non cambierebbero in alcun modo le scelte dell'Anvur.
L'unico punto sul quale mi senta di rispondere è la frase che ho
lasciato
citata, dalla quale non capisco se lei intenda proporre:
a) che il criterio del superamento delle mediane sia facoltativo, nel
qual
caso però tanto valeva non istituirlo del tutto, oppure
b) che il superamento delle mediane sia necessario, ma che siano utilizzati anche altri criteri, nel qual caso però non si risolvono i problemi connessi all'uso delle mediane, ma si rende soltanto più restrittiva la selezione.
Cordialmente,
Maurizio Tirassa _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Prof. Maurizio Persico
Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale Universita` di Pisa v. Risorgimento 35 I-56126 PISA (ITALY)
tel 0039-050-2219243 fax 0039-050-2219260 e-mail mau@dcci.unipi.it http:\perseo.dcci.unipi.it
"If you think education is expensive, try ignorance" (D. Bok, President of Harvard University 1971-1990)
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