Sono perfettamente d'accordo sul fatto che non è giusto che gli studenti italiani, anche i migliori, escano dall'Università in ritardo.
Mentre la diminuzione di un anno delle superiori o altri cambiamenti di questo tipo richiedono modifiche di leggi, senza alcuna modifica legislativa i docenti universitari potrebbero cercare di affrontare seriamente il problema della durata eccessiva dei corsi di laurea, impegnandosi a garantire che la durata nominale corrisponda a quella effettiva.
Purtroppo, anche per studenti molto bravi è quasi impossibile arrivare a conseguire la magistrale in tre anni e la magistrale in due. Quelli che ci riescono sono quasi delle mosche bianche. Ora non so quali provvedimenti ha introdotto in tale proposito l'ultima riorganizzazione. Ma un punto semplice su cui mi trovo spesso in disaccordo con molti colleghi era sulla durata di stage o tesi. Chiedere lavori di tesi di quasi un anno se non più, non rende assolutamente possibile concludere nei termini.
--sg
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Stefano Guerrini
On 18 juin 2012, at 08:53, claudio procesi wrote:
cari amici, io ho avuto delle esperienze diverse sia con mia figlia, che ha avuto l'opportunità a 4 anni di frequentare una materna in India, che con la mia nipotina che invece alla fine della quarta elementare non ha studiato quasi nulla di storia e geografia.
Comunque mi rendo conto che si tratta di un argomento troppo complesso per una nostra discussione. Resta il fatto che i nostri studenti terminano l'Università troppo tardi e temo che in questo modo perdano competività con altri europei. On Jun 17, 2012, at 11:43 PM, Stefano Guerrini wrote:
On 17 juin 2012, at 19:41, annick.farina@unifi.it wrote:
Caro Claudio, Credo che è meglio lasciare a quei poveri bambini di 5 anni il tempo di essere pronti per stare ore seduti in una classe di scuola elementare per tante ore al giorno. Magari se in Italia ci fosse un programma di studio per la materna sarebbe bello piuttosto che assimilare la scuola materna a un posto dove i bambini giocano e basta.
Come dicevo in un mio precedente messaggio, non è vero che la scuola materna o dell'infanzia è un posto dove i bambini giocano e basta. In alcuni casi potrà esserlo, la cosa potrà dipendere da scuola a scuola, ma come obiettivi ministeriali la scuola dell'infanzia è scuola e non parcheggio. E questo è quello che ho potuto vedere con il mio primo bambino che ha fatto in Italia sino alla seconda elementare.
In Francia l'ultimo anno di scuola materna fa parte, di fatto, del primo ciclo di elementare,
Sempre come dicevo prima, ho un bambino in "grande section" (ultimo anno di materna) e uno in classe moyenne 2 o CM2 (quinta elementare) che è entrato nella scuola francese a partire dalla 3 elementare (ovvero dalla CE2 francese). A livello di materna, non mi pare ci siano grosse differenze. Invece, per dirla tutta, a livello di elementare il nostro bambino arrivato in Francia senza conoscere una parola di francese ha potuto tranquillamente recuperare sulla lingua visto che il programma di matematica era assolutamente indietro rispetto a quello che aveva già fatto in Italia. In pratica, alla fine dell'equivalente della terza (CE2 francese), è arrivato al programma che lui aveva già fatto in seconda elementare in Italia. E questo vale ancora di più se oggi confronto il programma fatto da mio figlio e quello fatto dai suoi ex-compagni in Italia. Il punto è che imparare a leggere e scrivere per un bambino francese è assolutamente più complicato che per un italiano, tanto che l'ortografia resta un problema serio anche per i francesi adulti scolarizzati (anche per gli universitari).
Per informazione, aggiungo che in tutti i casi si tratta di scuole pubbliche, le scuole di quartiere che ci toccavano in base alle carte comunali. Anche se, ammetto, che in tutti i casi siamo stati fortunati.
Detto ciò, ritengo certamente positiva l'esperienza della scuola elementare francese di mio figlio. Però, da quello che ho potuto e posso vedere, la scuola elementare italiana non è inferiore. Anzi.
Un caro saluto
--sg
ma un bambino di quell'età non è -generalmente- in grado di seguire una vera classe di elementare sopratutto per chi non ha "l'aiuto in famiglia" e l'abitudine di vivere con i libri. Invece da noi(in Francia) il liceo dura un anno di meno e si arriva quindi all'Università a 18 anni... Forse si potrebbe pensare a questo... (costerebbe meno infatti...) Annick
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Prof. Claudio Procesi, Accademico Linceo, già nel Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
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