Sono molto d'accordo con Carlo.
(Purtroppo sono un po' pessimista sul fatto che una tale proposta trovi sostegno in accademia, perche` quando non so piu` che ministro disse di voler abolire l'automatismo degli scatti ci fu una sollevazione popolare da parte di molti di noi - ma magari il tempo passa e qualcuno ha cambiato idea).
Invece, a me l'idea che ci sia un tempo limite dopo il dottorato per entrare in accademia non pare affatto peregrina - ovviamente dovrebbe essere aggiustata per i casi passati (a cui si puo` cominciare a contare l'anzianita` da oggi anziche` dalla data del dottorato), e capisco sia difficile mettere una norma uniforme per ogni disciplina.
Comunque, troverei doveroso che ci fosse una norma di questo tipo almeno per gli assegni di ricerca e le borse post-doc (dieci anni dopo il dottorato, che post-doc e'?).
Il fatto che la parola ricercatore vada abolita e sostituita con professore di III fascia non riesce proprio a destare il mio interesse. Se invece si sta dicendo che si deve cancellare una fascia, puo` anche andar bene, ma temo finiremo cosi` per autopromuoverci tutti.
Saluti a tutti quelli che Berlusconi considera malvestiti e maleodoranti (io malvestito lo ero fin da stamattina, e adesso, dopo 4 ore di lezione, non mi voglio neanche annusare - ma lui come fa a saperlo?).
E.
On Thu, 30 Apr 2009, carlo.carminati@fastwebnet.it wrote:
Complimenti a Claudio, che s'e' letto con attenzione tutto il malloppo: io non ne ho avuto il coragg io.
Volevo pero' espandere un punto su cui Claudio ha (comprensibilmente) tagliato corto, perche' penso sia importante.
Una delle misure piu' interessanti preannunciate dal Ministro era l'eliminazione dell'automatismo de gli scatti stipendiali.
Questa misura avrebbe non solo prodotto un risparmio, ma avrebbe anche reso meno appetibile la carri era universitaria per le persone prive di alcun talento: potevano si' vincere il posto, ma con una p rospettiva economica piuttosto grama.
Purtroppo al titolo IV, art. 1 della bozza in questione, si stabilisce -si'- che i docenti debbano p resentare relazioni biennali su didattica e ricerca, ma l'attivita' e' giudicata "secondo modalita' stabilite dal consigli di amministrazione". Ma quale Ateneo mai formera' una commissione che certifi chi che alcuni dei suoi docenti son dei somari? E soprattutto: chi e' entrato solo perche' intruppa to in un gruppo di potere ricevera' mai un giudizio negativo?
Da questo punto di vista concordo con la sintesi di Claudio "Articolo 11.1: questa probabilmente si trasformer� in una semplice perdita di tempo."
Tuttavia l'articolo potrebbe essere emendato, stabilendo che la valutazione della ricerca venga fatt a a *livello nazionale*, secondo dati CIVR (o come diavolo si chiamera'), e che lo scatto di stipend io dipenda, almeno per il 50%, da questa valutazione (eventualmente lo scatto potrebbe venir decurta to). La valutazione dell'attivita' didattica ed organizzativa potrebbe invece essere lasciato ai singoli atenei.
Penso che questo punto meriti la nostra attenzione, non solo perche' si parla di valutazione, ma anc he perche' rappresenta effettivamente uno degli appigli che potrebbero aiutarci a traghettare il sis tema dalla situazione attuale ad un organizzazione futura, sperabilmente piu' virtuosa.
Saluti, c.c.
----Messaggio originale---- Da: procesi@mat.uniroma1.it Data: 29/04/2009 22.08 A: "Forum Universit� e Ricerca"universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Cc: potestio@uniroma3.it Ogg: [Universitas_in_trasformazione] DDL
mi sono letto le 17 pagine della bozza di DDL del 24/04/09 ed ecco le mie osservazioni. Sono tutte a caldo e sono pronto a ricredermi se mi si mostra l'errore. [...]
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