Essendo in pensione non mi sono molto preoccupato dei criteri ANVUR e della loro idoneità o meno a valutare il livello scientifico, mi pare di capire, un pò di tutti. Ma prima di essere in pensione ero al lavoro e mi ricordo bene di tutta la storia. Si iniziò con l'impact factor che però valutava solo le riviste (qualcuno adesso ha scritto che le riviste non sono più valutate), poi l'H index, poi sistemi vari con nomi vari che valutavano le citazioni e così via. Adesso che siamo (siete) sommersi di indici di tutti i tipi sento ritornare il ritornello (scusate) che la validità delle pubblicazioni si ricava dal leggerle (suggerendo eventualmente che ogni candidato e presumo ogni commissario presenti le 10 migliori in modo che possano essere veramente lette). Ora, essendo in pensione solo da un anno, ragiono ancora un pò e mi ricordo che se si proponeva questo al minimo si veniva accusati di volere continuare l'iniquo sistema dei baroni. C'è proprio da dire:"chi è causa del suo mal ...". Sono comunque ancora in attesa che dalla fase distruttiva qualcuno passi a quella costruttiva proponendo il mitico sistema completamente oggettivo per valutare la competenza scientifica dei candidati ad un concorso (e mi raccomando niente indici bibliometrici o simili). Buon lavoro. Giovanni U. Floris