temo che questo sia il cuore del problema. non è possibile alcuna valutazione di merito se non da parte dei valutati. è quindi la qualità morale e professionale (preferirei invertire e dire professionale e morale) che fa la qualità dei sistemi organizzativi. partendo dal presupposto empiricamente rilevato che l'autovalutazione non funziona per una carenza strutturale di natura valoriale non esiste alcun sistema organizzativo che possa produrre un risultato migliore. detto questo e concluso che non esistono oggi sistemi che riescano a comportarsi meglio dei loro componenti (almeno da un punto di vista dei sistemi organizzativi, anche se su questo immagino mille controdeduzioni dei colleghi economisti...), rimangono a mio avviso poche alternative: 1. la prima è quella di utilizzare persone esterne al sistema (anche qui non senza rischi, poiché una lettura della scienza per paradigmi suggerisce che questo potrebbe comunque produrre delle distorsioni, faovrendo i paradigmi che hanno una massima diffusione internazionale a dispetto di quelli locali, almeno per alcuni campi del sapere) 2. la seconda è quella di limitarsi ad una valutazione formale 3. la terza è utilizzare un sistema davvero randomico nella percezione che le sue distorsioni possano essere meno gravi di quelle volontarie 4. la quarta è riprendere in mano un tema spesso dimenticato che è la relazione tra sistema scientifico e società, discutendo apertamente di temi quali rigore vs rilevanza della ricerca e capire se questa strada consente di uscire da una visione spesso auto-referenziale della ricerca e del suo funzionamento 5. la quinta è abbandonare il sistema nazionale di finanziamento e aprire tutti i meccanismi a tutti in maniera tale che un collega irlandese possa concorrere per il finanziamento in Italia e viceversa nell'ipotesi che la concorrenza tra sistemi di regolazione della ricerca diversi possa nel tempo produrre un loro miglioramento 6. in via del tutto ipotetica poi ci potrebbe essere l'opzione del "giudizio divino" su chi è morale e chi no, ma a chi la possiamo attribuire? come possiamo identificare le mele marce? chi sono le mele marce e quanto sono marce perché i processi sono marci? quanto poi si è marci in funzione delle situazioni?
questo a livello di sistema, poi a livello individuale c'è sempre l'opzione di uscita che temo sia l'unica controllabile da ogni singolo ricercatore
luca
Il giorno 25/set/2009, alle ore 09.49, Enrico Valdinoci ha scritto:
Caro Claudio,
prova a leggere quello che scrivo, parlo della "agenzia di valutazione", cioe` della struttura che gestisce la procedura, diciamo l'NSF e non il ministero claudio
io ci ho provato a leggere: anch'io sono assolutamente d'accordo con te, che serve un'agenzia di valutazione indipendente e con pochissima burocrazia, con un buon periodo di rodaggio e che venga gradualmente investita di radicale potere esecutivo.
Pero` credo che il busillis delle odierne vicende sia un altro: i politici possono darci le leggi migliori e le migliori agenzie, ma soltanto noi possiamo garantire la correttezza della valutazione e trarne le conseguenze necessarie (scusa se dico ovvieta`).
Per questo sarebbe indispensabile la nostra capacita` di emarginare le mele bacate anziche' dar loro potere (altra ovvieta`).
A me pero` pare che questo noi proprio non vogliamo farlo (noi non nel senso di io e te, ma nel senso di noi accademici in toto) perche` non vogliamo rischiare di inimicarci nessun collega (ad esempio, che in questa vicenda qualche mela marcia ci sia, a me sembra un'altra ovvieta`, e il mio pessimismo cosmico mi suggerisce che rimarra` dov'e', nonostante la tetra celebrita` ottenuta, seppur nell'anonimato, tramite la prima pagina dei giornali).
Da questa nostra incapacita` di autoselezione (o da questa nostra premurosa delicatezza nei confronti dei nostri ahime` colleghi), mi pare derivi il nostro impasse nel gestire una qualsiasi fase di transizione verso un'universita` futura.
Ma magari sono io che son troppo depresso perche` l'estate sta finendo, come dicevano i Righeira. Ciao, Enrico _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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