Cari colleghi penso che in tema di proposte forse sarebbe meglio riflettere sulle cose che conosciamo, come l'Università, e non lanciarci prendere dalle idee fulminanti.
Pur non essendo un esperto, ho figli in età di scuola primaria e quindi almeno come interessato ho conosciuto la situazione (da 3 anni mi sono trasferito in Francia e quindi non sono aggiornatissimo). Se l'idea è quella di chiedere che l'inizio dell'obbligo scolastico si abbassi da 6 anni a 3 anni, facendolo cominciare con la scuola materna o dell'infanzia, allora sono assolutamente d'accordo. Invece, se la questione è solo quella dell'anticipo della prima a 5 anni, vorrei ricordare che l'anticipo scolastico è stato uno dei cavalli di battaglia del ministro Moratti e che questa esperienza è stata in parte già fatta in Italia.
Infatti, la proposta della Moratti trovò subito una forte opposizione all'interno della scuola e per questo il ministro optò per un anticipo facoltativo. Ad un certo momento, almeno per quanto riguarda Roma, la situazione era: i bambini nati sino a tutto Aprile potevano iscriversi senza problemi in prima a 5 anni, quelli nati dopo, per anticipare un anno dovevano fare qualcosa di simile alla vecchia "primina".
Io ho un bimbo nato il 16 febbraio che ha usufruito dell'anticipo e uno nato il 30 aprile che non ha usufruito dell'anticipo perché nel frattempo ci siamo trasferiti in Francia dove in prima si va a 6 anni senza deroghe, ma che comunque, per nostra scelta, non ne avrebbe usufruito nemmeno se fossimo rimasti in Italia.
Nella mia esperienza, l'anticipo ai 5 anni dipende molto dal bambino. Il più grande a 5 anni era assolutamente maturo per affrontare la prima, mentre mandare il nostro secondo figlio in prima a 5 anni sarebbe stato assolutamente impensabile. Lo avremmo esporlo ad una tensione e frustrazione che ne avrebbe compromesso sicuramente il rendimento. Invece, questo non succederà, almeno speriamo, l'anno prossimo. Sempre per esperienza diretta, il bimbo più grande anticipò la prima insieme a un gruppo di compagni di materna; mentre per alcuni non ci furono grossi problemi, per altri la situazione fu molto pesante. e anche lì non è chiaro se fu una scelta saggia.
Come dicevo, essendo ormai in Francia da 3 anni, non conosco più direttamente la situazione della scuola elementare, ma da quello che mi si legge in proposito, l'anticipo è stato largamente bocciato nei fatti da chi la scuola la fa e da chi se ne occupa di mestiere (ovviamente, si può benissimo obiettare che si tratta delle solite rigidità sindacali o di chi non ha voglia di adattarsi al cambiamento).
Per concludere, due ultime considerazioni:
1. La scuola materna o dell'infanzia non è l'asilo, ma scuola a tutti gli effetti, con ben precisi obiettivi e metodi formativi. In molti casi, a seconda della classe e degli insegnanti, i bambini arrivano in prima che sanno quasi già leggere e scrivere, e comunque hanno acquisito molte competenze. La differenza grossa tra scuola dell'infanzia e scuola elementare è il contesto disciplinare e il modo in cui le cose vengono affrontate. Nella scuola materna l'approccio è ancora ludico, mentre in prima l'inquadramento è più rigido. Infine, a quanto mi pare di capire da colleghi e amici italiani in Inghilterra, non è che poi in questa prima elementare inglese i bambini facciano molto di più di quello che un bambino italiano fa alla scuola materna. La grossa differenza è che così l'obbligo scolastico comincia a 5 anni e non a 6. E questo potrebbe essere positivo.
2. Come qualcuno ha fatto notare, il problema della scuola italiana (almeno ante-Gelmini) non è (o era appunto) la scuola elementare. Sempre qualcuno ha citato al proposito De Mauro, non ha caso la sua proposta di riforma, pur avendo un impatto sulle elementari e sul modo in cui venivano affrontati i programmi (soprattutto ricordo il grosso dibattito sul fatto che nell'insegnare la storia non si era tenuti a seguire l'ordine cronologico), ma soprattutto metteva mano alle medie, quello che quasi tutti gli esperti definiscono, il vero anello debole della scuola primaria e secondaria.
Scusate per il lungo messaggio. Si tratta di considerazioni basate sull'esperienza personale che non pretendono di avere valore scientifico.
Però, come si criticano tutti quelli che lanciano proposte estemporanee o quantomeno non riflettute o motivate sull'università, facciamo attenzione nel lanciare proposte al di fuori del nostro campo diretto di competenza, soprattutto su cose che sono già o sono state al centro del dibattito.
Un caro saluto
--sg
On 17 juin 2012, at 19:32, claudio procesi wrote:
cari colleghi, oggi stavo chiacchierando con una mia nipote, un cervello in fuga, ed ho capito che suo figlio di 6 anni, fa la seconda elementare ad Oxford.
Sono stato "folgorato sulla via di Oxford' da una idea.
E se anche noi anticipassimo ai 5 anni l'inizio della scuola dell'obbligo?
Dal punto di vista dei costi della scuola ci sarebbe un enorme guadagno, un anno in meno di asilo nido o scuola materna vuol dire aumentare notevolmente le possibilità di soddisfare le richieste in quella fascia di età.
Inoltre si avrebbe un piccolo miglioramento nella età abnorme in cui i nostri studenti finiscono gli studi.
Questo argomento non ci tocca direttamente ma forse potrebbe essere una vera riforma epocale, non solo a costo zero ma addirittura con un guadagno notevole.
Che ne dite, vogliamo fare una campagna su questa idea?
claudio
Prof. Claudio Procesi, Accademico Linceo, già nel Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
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