Cari colleghi,
Sono d'accordo, la ministra è stata molto offensiva e ha ecceduto, anche perché ormai gli ordinari vanno in pensione a 70 anni, con alcune eccezioni e non credo sia questo ora il problema delle università e della ricerca. Colpisce anche, che un politico, si concentri sul pensionamento dei docenti universitari quando i politici hanno pensioni d'oro solo per aver scaldato le sedie per qualche anno. Colpisce soprattutto alla luce del recente studio della UIL secondo cui i costi annuali che gravitano intorno alla politica sono di circa 21 milioni di euro all'anno!!! http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/03/dai-consulenti-ai-portaborse-piu- di-milione-di-persone-vivono-di-politica/763832/
Detto questo, sono però anche io convinto che, pur sottolineando questo scivolone della Ministra, dovremmo protestare violentemente e compatti soprattutto contro i tagli a università e ricerca pubbliche, contro il sistema automatico e casereccio dell'Anvur ed il caos delle abilitazioni, contro l'infamia dei 38 milioni di euro al Prin 2012 e contro la ventilata concellazione del Prin 2013 che se confermata, sarebbe l'ennesimo schiaffo a migliaia di professionisti seri che lavorano nelle università e nei centri di ricerca.
Su questi argomenti ho scritto una lettera a Enrico Letta che spero l'abbia letta (scusate il gioco di parole) e che è stata pubblicata ieri da Europa. Chi vuole può inserire commenti salla elttera sul sito, oppure può mandare delel repliche direttamente al giornale. http://www.europaquotidiano.it/2013/11/11/caro-letta-universita-e-ricerca-so no-ancora-figlie-di-un-dio-minore/
Se volete possiamo organizzare un altro documento più approfondito da inviare alla Ministra.
Saluti a tutti, Patrizio Dimitri
Sono d'accordo che l'intervista era offensiva e che i problemi dell'Università italiana sono da ricercare principalmente nel deliberato sottofinanziamento generale (particolarmente grottesco nel caso degli ultimi PRIN). Non concordo molto sullo screditare la ministra che mi pare abbia qualche merito scientifico... Ciò non toglie che non mi pare stia facendo (o gli stiano facendo fare) molto per migliorare la situazione. Aggiungo che, che io sappia, almeno a Firenze i docenti vanno già in pensione a 70 anni perchè l'Ateneo non concede deroghe e ha anche un regolamento abbastanza stretto per dichiarare un prof. emerito. Inoltre l'allungamento dell'età di pensionamento a 67 anni (e magari oltre in futuro) mi sembra che renda sempre minore la differenza. Mi chiedo quindi quale sia il senso di ribadire ciò che già è... Detto questo, di professori in servizio sulla carta ma non molto sul campo ne ho visti diversi, quindi non nascondiamoci dietro a un dito. Saluti Alessio Papini
On 11/12/2013 08:59 AM, Alberto Girlando wrote:
Anche io mi associo completamente. Ho 67 anni, dovrei far parte dei "generosi": mi accorgo di non essere più come a 50 anni, ma faccio ancora 2 corsi di cui uno di laboratorio - in cui sono sempre presente, e se non sono andato in pensione finora, disgustato da come ci costringono a lavorare (i fondi PRIN diminuito del 80% in 10 anni, moduli da riempire on line - con un programma che non funziona, per dire cosa faccio invece di fare) è stato perché NON vengono assunti IN POSIZIONE PERMANENTE i precari che vengono dopo di me...
Grazie per aver scritto. Non so come vuoi formalizzare la lettera, se come lettera aperta o privata, e se la vuoi firmare solo te, o chiamare a raccolta anche altri. Bisogna cercare di pubblicizzarla (cosa estremamente difficile, come sai).
Alberto