"il documento ....non si richiama mai alla necessità che l'università sia pubblica e inquadrata in un sistema nazionale di regole e risorse, come prescrive la Costituzione."
...personalmente, pur apprezzando molto la costituzione (nonostante alcune interpretazioni bislacche che alcuni nostri politici ne fanno), non credo che dovremmo fondare le nostre richieste su di essa (come non dovremmo fondarle su filosofie e ideologie).
io sarei gia` piu` che soddisfatto se riuscissimo a fare una proposta dettata solo dal buon senso e dal rigore scientifico.
proprio perche` timeo politicos ut dona ferentem, credo sia importante essere pratici. ad esempio, dare le universita` alle banche padovane ovviamente non e` una cosa saggia, ma non deve servire la costituzione per dirlo, senno` rischiamo di impaludare il discorso.
a me sembra che i punti salienti del nostro colloqio coi politici dovrebbero essere pochi, e quei pochi ben dettagliati. io immaginerei:
1) valutazione (come farla e stima sui tempi per mandarla a regime) 2) competizione (con quali limiti e quali conseguenze) 3) fase di transizione dal sistema attuale a quello futuro (se c'e', com'e', quanto dura) 4) soldi (quanto costano i suddetti punti, se ci possiamo permettere una tale spesa, quanti fondi di ricerca arrivano, come fare in modo che li usiamo meglio)
a me pare che, se si fissano i dettagli di questi punti, il resto, piu` o meno, possa venire da se'.
e poi, sottolineerei che se un politico di destra di sinista di su o di giu` riesce a mettere i puntini sulle iota a queste cose, noi dobbiamo non dico votarlo ma almeno ringraziarlo stimarlo parlarne bene ecc.
(che in realta` io dubiti di incontrare questo politico fa parte solo del mio pessimismo cosmico)
ciao, e.