Forse nel campo della matematica la supponenza sarà un fenomeno frequente,
Sono uno "psicologo generale", non un matematico.
trovo contraddittorio accettare il peer-review degli stranieri quando si inviano articoli a riviste internazionali e poi metterli in discussione come possibili membri di commissioni o valutatori di progetti.
Non è che li metta in discussione in quanto stranieri. E' solo che non penso che, in quanto stranieri, siano migliori o si comportino in modo migliore di me in quanto italiano. Un nonitaliano non ha alcun interesse particolare a che il sistema accademico italiano funzioni bene, male o in qualunque altro modo; in cambio, dal momento che la ricerca non è più limitata su scala nazionale, può benissimo avere conflitti d'interesse (come avvenne nel caso che raccontavo).
Quel che fa funzionare le cose non è un'etica innata della quale noialtri saremmo privi: basta vedere (cosa nota in Lombardia) come guida l'automobilista svizzero medio non appena varcato il confine di Chiasso. Quel che fa funzionare le cose è l'interesse a che esse funzionino. Attualmente l'interesse è per il classico "uno mio, uno tuo, uno bravo"; modificate le regole e modificherete l'interesse, ché diventi "uno bravo, un altro bravo, e poi uno o mio oppure tuo", come nel resto del mondo civile.
Ciao,
- Maurizio