Credo esista un problema di fondo molto diffuso. Quando un corso si articola in più moduli tenuti da docenti diversi in realtà non si tratta di un solo esame, bensì ogni docente fa l'esame sulla sua parte e il voto finale ne è la media. Che i docenti facciano l'esame in aule o tempi diversi o seduti contemporaneamente nella stessa aula (di solito esaminando indipendentemente ciascuno uno studente)fa poca differenza. Per lo studente è molto diverso fare un esame da 12 CFU o tre esami da 4 CFU, accomunati in un unico voto finale. Un docenye che ha tenuto un corso da 12 CFU si rende conto della quantità e/o complessità delle nozioni offerte e centra l'esame sugli aspetti più importanti, tralasciando molti aspetti secondari. Meno sono le CFU del corso, tanto più il docente chiede anche aspetti di secondaria rilevanza. In pratica, sostenendo separatamente (come quasi sempre avviene) tre esami da 4 CFU lo studente deve studiare molto di più che sostenendo un unico esame, con unico docente, da 12 CFU. Sempre peggio passando a 3 o 2 CFU per modulo. Con il passaggio alla laurea triennale non si è osservato un netto miglioramento della percentuale di laureati in corso, come sarebbe stato l'intento in considerazione con quanto avviene all'estero. Limitare il numero di esami a 20 è stato forse una delle cose corrette per ridimensionare il carico didattico agli studenti. Se effettivamente noi docenti fossimo in grado di fare dei veri corsi interdisciplinari coordinati con vero unico esame finale, sarebbe culturalmente giusto e moderno organizzare i corsi in moduli. Purtroppo nella maggior parte dei casi non ne siamo capaci e suddividere in moduli significa solo aumentare in realtà il numero di esami, con aumento del carico didattico agli studenti, e aggiramento della norma legislativa (attività di cui noi italiani siamo maestri). In effetti, in specie nel caso della riforma Universitaria, ho l'impressione che il nostro atteggiamento non sia stato quello di cercare di comprendere il significato della riforma, nell'ottica di una formazione universitaria europea, bensì quello di interpretare le norme in modo da, gattopardescamente, cambiare tutto senza in realtà cambiare niente. paolo gerola
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Giovanni Floris Inviato: mercoledì 16 settembre 2009 9.57 A: Forum "Università e Ricerca" Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] indicazioni ministeriali
Cari Colleghi, riaperti, sembrerebbe, i concorsi non si sentono più grandi lamentele, anche se, di nuovo sembrerebbe, alcune università hanno richiesto posti già etichettati (vedi articolo di protesta di Pierluigi Panza, che non so se è un docente universitario, sul Corriere del 16 c.m.). Approfitto allora per criticare il progetto di legge che il Ministro ha fatto circolare come indicazioni, affinchè non cada nell'indifferenza per poi protestare a cose fatte. Allora tra le novità, tutte poste a cercare di cassare qualche corso di laurea (al grido di tagliamo nella scuola per risparmiare) a me pare inconcepibile quella che vorrebbe che gli eventuali moduli di un insegnamento abbiano almeno 6 crediti (a questa norma il nostro Senato Accademico, più realista del re, ha deciso che un insegnamento non può essere suddiviso in più di due moduli, salvo dettagliata motivazione). Questa norma porterebbe un insegnamento di tre moduli ad avere 18 crediti, un'enormità! Si obietta che i moduli non ci devono essere. Perchè? Non si era sempre detto che la multidisciplinarietà è oggi indispensabile? O vogliamo ritornare ai bei tempi in cui ogni artigiano faceva solo il suo mestiere (c'è anche un famoso proverbio torinese, se non sbaglio) e se lo faceva bene, bene, ma se lo faceva male? Faccio solo un esempio, noi abbiamo un insegnamento che si chiama Museologia naturalistica e che per essere fatto bene dovrebbe avere tanti moduli quanto sono i Musei che fanno capo al corso di laurea (botanica, etnologia, antropologia, zoologia, mineralogia, paleontologia, ecc.), per quale motivo non posso suddividerlo in moduli e nello stesso tempo perchè dovrei avere un insegnamento "monstre" come numero di crediti? Un caro saluto a tutti, Giovanni U. Floris _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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