Caro Marco In un mondo che funziona cosi male ognuno si chiude nel suo piccolo cosmo, si deprime ma ha paura di fare un passo, anche perche' e' convinto che non serva a nulla. In fondo anch'io non sono molto diversa: sto tentando di fare qualcosa ma intanto mi chiedo come sopravvivere individualmente in una societa' che ha perso ogni senso di giustizia. Abbiamo un bisogno enorme di qualche notizia positiva che ci ridia la carica verso la societa' e ci faccia uscire dal nostro piccolo mondo. CHiedo agli altri: sbaglio con questa analisi? Perdiamo prima di aver provato a reagire?
Laura
2010/10/9 Marco Vianello marcov@math.unipd.it
cara Laura,
sono d'accordo, 60 dimissioni sono pochissime, fossero 600 si potrebbe cominciare a discutere ...
di fronte a tutto quello che sta accadendo, una delle cui conseguenze, non l'unica ma probabilmente la peggiore, sara' che verra' bruciata e lasciata senza prospettive un'intera generazione di ricercatori precari, formati fra l'altro a spese della colletivita', con uno lungo e distruttivo stallo nel ricambio generazionale,
qualcuno in questa lista che e' pittosto ampia e variegata sa darmi una possibile spiegazione, un'interpretazione, del perche':
- la maggioranza dei professori, in particolare degli ordinari,
sta sostanzialmente alla finestra a guardare
- la (stragrande) maggioranza dei rettori e dei presidi, non solo e'
ignava, ma addirittura si comporta come se fosse consenziente
in particolare, quando si parla di dimissioni non ci sente quasi nessuno
forse e' la situazione locale che mi rende pessimista, ma per me questo e' un mondo alla rovescia, un mondo che non capisco piu'
dov'e' finita l'Universitas? esiste ancora, in Italia, l'Universitas?
Marco Vianello associato di analisi numerica Universita' di Padova