segnalo l'intervista di Irene Tinagli su http://www.issnaf.org/web/index.php?option=com_content&view=article&..., PhD candidate at Carnegie Mellon University, autrice di "Talento da svendere" (2008). Alcune sue affermazioni sono pertinenti alle nostre discussioni. Cito:
[domanda] Che tipo di riforme porteresti avanti nel breve periodo per l'Università italiana?
Prima di tutto introdurrei un sistema serio di valutazione della ricerca. E' ridicolo pensare che le università possano riorganizzarsi se non hanno nessun incentivo a farlo. Bisogna introdurre meccanismi per cui i dipartimenti universitari abbiano forti incentivi a far bene, e la possibilità di selezionare persone sulla base della loro qualità di lavoro a tutti i livelli, e di mandare a casa chi non produce, cioè chi non fa il proprio mestiere. [...] Una volta fatta questa riforma radicale nel modalità con cui vengono date le risorse ai dipartimenti, e con cui viene valutata la ricerca, i concorsi possono essere anche eliminati. [...] Una cosa che si è fatta in questi anni è quella di cercare di migliorare la qualità dei giovani che entrano nelle Università cambiando le regole dei concorsi. Questo non serve assolutamente a niente. Se le persone che selezionano i giovani in questi concorsi non subiranno in nessun modo le conseguenze delle scelte che fanno, che ci sia una regola invece che un'altra per il concorso, non cambia molto; anche se il concorso diventa più trasparente. [...] si puo' certamente cominciare a fare delle valutazioni serie dei lavori e della produttivita' dei dipartimenti e legare la distribuzione di fondi e risorse ai risultati di queste valutazioni. A quel punto i dipartimenti e chi ci sta dentro avranno tutto l'interesse ad assumere persone valide.
Cordialmente, -- Alberto Lusiani ricercatore di FIsica SNS