cari colleghi,
a seguito della recentissima decisione di Roma la Sapienza di non versare la quota associativa CRUI 2011, anche a Padova abbiamo iniziato a raccogliere firme per chiedere a rettore e senato di non versare tale quota destinandola invece alla ricerca scientifica
immagino che stia accadendo qualcosa di analogo anche in altri atenei, ci sono notizie?
si tratta ovviamente di un'iniziativa simbolica, che mette pero' i rettori di fronte alle proprie responsabilita'
in mesi di proteste, dopo decine di documenti di facolta', dipartimenti e senati accademici (quindi documenti ufficiali di strutture pubbliche), la CRUI nonostante la propria missione dichiarata (dal sito web: "la CRUI ... ha acquisito nel tempo un riconosciuto ruolo istituzionale ...") non e' stata in grado di rappresentare il dissenso del mondo accademico, comportandosi per quello che e': un'associazione privata
da ultime le dichiarazioni del presidente Decleva, ancora ben presenti in prima pagina sul sito web, che sono solo la sintesi di un anno di comportamenti di fatto (per dire che il problema non e' ovviamente solo il presidente)
ha senso continuare a versare denaro pubblico ad un'associazione privata? (da quello che si capisce dal documento di Roma la Sapienza la quota associativa per ateneo e' di 18000 euro che corrisponderebbero ad un milione e mezzo circa di euro all'anno trasferiti dagli atenei alla CRUI, ma chiedo conferma)
il carattere simbolico e politico di questa iniziativa diventerebbe piu' forte se attuato in molti atenei (o almeno richiesto da una quota consistente di docenti di ogni ateneo ai rettori)
saluti
Marco Vianello Universita' di Padova