ci tengo a precisare che in Francia, per quanto riguarda il CNRS (l'Università è un'altra storia) il candidato non "sceglie la sede dopo avere vinto il concorso". in realtà, "non si può presentare al concorso se non ha già una sede ospite". ho personalmente esperienza di questo stesso tipo di operazione in Francia (CNRS) e in Italia (nel Dulbecco Telethon Institute) e posso dirvi chiaramente che in Italia non funziona. infatti, siamo già diversi ricercatori del DTI, che dopo anni di lotte e umiliazioni siamo costretti a ritornare all'estero. in molti casi, le promesse che ci erano state fatte dalle sedi ospiti quando eravamo ancora all'estero (e quindi avevamo poca coscienza delle dinamiche locali) non sono mai state mantenute. non sono la sola, ve lo assicuro. a qualcuno è anche toccato in posti molto prestigiosi. secondo me in Italia ha molto più senso bandire concorsi nei quali le sedi richiedono competenze specifiche e le giustificano. e deve vincere il migliore, selezionato con le regole della peer review. poi se scelgono male, devono pagare. cari saluti a tutti maria
On 25/feb/09, at 14:43, Alberto Lusiani wrote:
Il sistema che prevede concorsi nazionali con vincitori candidati che scelgono la sede secondo graduatoria e' sostanzialmente il sistema francese, un sistema dignitoso e abbastanza ben funzionante e che permette anche - almeno in tempi recenti - un buon livello di reclutamento di stranieri validi.
Tuttavia questa lista di discussione ha origine con una lettera aperta di C.Procesi che propone un sistema di reclutamento e promozione radicalmente diverso, basato su scelte autonome dei Dipartimenti Ateneo per Ateneo, scelte che devono essere temperate da responsabilita' di bilancio e incisiva valutazione dei risultati aggregati ottenuti.
Forse potrebbe essere piu' efficiente e produttivo che i sostenitori dei due diversi sistemi organizzassero gruppi di lavoro separati producendo due documenti separati con gli elementi base di due progetti di riforma che ripeto sono radicalmente diversi e incompatibili.
Personalmente ritengo improponibile perche' destinato al fallimento il sistema francese in Italia. Il sistema dei concorsi nazionali e' stato ampiamente sperimentato nel nostro Paese con risultati a mio giudizio scadenti. Perfino i concorsi locali hanno commissioni sostanzialmente "nazionali". Ritengo che il sistema francese possa funzionare solo in societa' intimamente stataliste ma animate da un profondo e condiviso orgoglio nazionale e da livelli minimi di decenza ed efficienza nell'amministrazione statale. Questo e' il caso della Francia ma non e' il caso dell'Italia.
Ritengo che l'Italia abbia individualita' valide e capacita' di competere a livello individuale ma sia un sostanziale fallimento in ogni settore dove vi sia un'organizzazione statale a livello nazionale. Credo sia realistico in Italia progettare un sistema in cui i Dipartimenti degli Atenei abbiano autonomia di scelta e competano per ottenere i migliori risultati per ricevere maggiori fondi. Non sono sicuro che funzionera', ma credo sia doveroso tentare considerato il fallimento assodato dei sistemi di reclutamento e promozione nazionali sperimentati finora.
Cordialmente,
Alberto Lusiani ricercatore di Fisica SNS _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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