Sia io sia, come vedete, altri abbiamo fatto circolare la cosa all'interno dell'ateneo, e questo è l'unico commento che sia girato come risposta. Lo inoltro non, ovviamente, perché lo condivida o perché mi aspetti che lo condividano altri di questa comunità, ma come contributo al capire perché alcuni (va' a sapere quanti possano essere) non abbiano firmato.
La verità è che noi (non noi-questa-comunità, ma noi-accademici) non abbiamo alcuna linea condivisa. Cosa magari normale, inevitabile e financo desiderabile, che ci lascia però sostanzialmente indifesi di fronte alle intemperie. Noi ottocento abbiamo firmato un appello che va in questa direzione, ce ne saranno altri 800 (o secondo me più probabilmente ottomila) che hanno chiesto un irrigidimento delle procedure concorsuali con il solito argomento che la nazione può funzionare solo all'interno di gabbie ferree, poi altri 800 che semplicemente se ne infischiano perché pensano che la crisi in corso offra loro un'occasione di guadagnare fettine di potere, poi altri 800 che penseranno che Berlusconi-Tremonti-Gelmini-Brunetta sono dei sangiorgi che finalmente stanno ripulendo l'accademia dagli orridi baroni fannulloni e corrotti, e così via.
Divide et impera.
Aggiungo, se mi permettete, che lunedì qua a Torino ci sono stati casini con la polizia (cinque cariche, randellate a go-go). Secondo il Rettore, che era da noi in Facoltà martedì pomeriggio per discutere dei tagli etc., si è trattato di un trappolone completamente preordinato tra FUAN (usato come forza di provocazione) e forza pubblica come contributo alla trasformazione di un problema in un problema di ordine pubblico, con conseguente progressiva militarizzazione della nazione. E vi assicuro che il nostro Rettore non è esattamente la reincarnazione di Che Guevara. Ero stupefatto di sentirlo parlare così. Tra l'altro la polizia, in attesa di intervenire, si era imboscata senza autorizzazione né richiesta all'interno dei locali dell'università.
Ciliegina sulla torta, gli studenti dell'area di autonomia hanno ritenuto che il comunicato di protesta uscito dal Senato di lunedì pomeriggio per l'intervento della polizia e per le sue modalità non fosse sufficientemente duro, hanno accusato il Rettore di essere solidale con l'intervento stesso e gli hanno detto che "d'ora innanzi tu sei nel mirino". Che può essere solo una frase molto, molto stupida e infelice oppure un segnale molto, molto allarmante e che in ogni caso contribuisce a quella progressiva militarizzazione della quale parlavo. E neppure io sono la reincarnazione di Che Guevara, credetemi. E sono stupefatto al sentirmi parlare così.
- Maurizio Tirassa
From: "Montanari Guido" guido.montanari@polito.it To: coordunito@di.unito.it, federica.galluzzi@unito.it Cc: coordric@di.unito.it Date: Thu, 12 Mar 2009 09:39:27 +0100 Subject: Re: [coordunito] Fwd: Adesioni Manifesto Universitas Futura
Tra tanti appelli che circolano per una pretesa "difesa dell'università" questo a mio avviso è certamente uno di quelli da NON firmare per il semplice fatto che pone al primo punto l'AUTONOMIA (in questo caso addirittura dei dipartimenti, neppure degli atenei!) finalizzata fra l'altro al reclutamento del personale (!). Al di là delle buone intenzioni di alcuni, si configura come un altro attacco al sistema universitario nazionale e un'ulteriore elemento di frammentazione e disgregazione alimentando gli elementi di debolezza già inseriti nel sitena attraverso appunto l'AUTONOMIA. Inoltre non si richiama mai alla necessità che l'università sia pubblica e inquadrata in un sistema nazionale di regole e risorse, come prescrive la Costituzione. saluti cordiali guido montanari
On Wed, 11 Mar 2009 12:22:27 +0100 (CET) federica.galluzzi@unito.it wrote:
Cari tutti,
ricevo e volentieri forwardo.
Federica Galluzzi
Cari colleghi,
come forse avrete notato il manifesto di Universitas,
Futura da voi sottoscritto ha superato le 800 adesioni:
http://w3.disg.uniroma1.it/unira
Abbiamo ancora una settimana a disposizione prima della sua presentazione al ministro il 17 marzo. Mille adesioni sarebbero già un discreto successo. Se avete la possibilità di farlo conoscere e
sottoscrivere ad altri colleghi, sarebbe un modo concreto di contribuire al successo
dell'iniziativa. Occorre ovviamente farlo in questi pochi giorni che ci
restano.
Cordiali saluti, Claudio Procesi e Walter Lacarbonara.
Prof. Arch. Guido Montanari Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città Castello del Valentino Viale Mattioli, 39 10125 Torino Italia 00 39 011 0906424 00 39 335 5860759 guido.montanari@polito.it