cari colleghi, l'intervista al ministro mi sembra interessante e le sue parole le condivido.
Come sapete io ho sempre espresso la mia opinione sui meccanismi automatici, credo che siano il frutto di una mentalità burocratica e formalistica molto profonda nella cultura Italiana che a mio avviso è uno degli ostacoli a formare una vera classe dirigente del paese, una classe autorevole ma non autoreferenziale, che debba comunque rendere conto delle proprie scelte. Nel caso dell'Università questa mentalità e prassi ha ostacolato sistematicamente l'emergere dei leader scientifici ed ha favorito il proliferare dei baroni, io ne ho fatto le spese varie volte. Ieri erano le procedure demenziali con le buste sigillate, i fogli non firmati, controbuste verbali firme e controfirme oggi le mediane. Se devono prendere un professore a Cambridge o a Princeton, il dipartimento ha carta bianca e magari deve confrontarsi con il Dean, non c'è verbale o altre formalità che ostacoleranno una scelta scientifica. Certo poi c'è una forte competizione fra Dipartimenti ed Università.
A questo si è aggiunta una corrente di opinione negli ultimi anni, sulla stampa, nei blogs, negli innumerevoli pseudospettacoli televisivi che io chiamerei il "polpottismo" dal famigerato Pol Pot che riteneva che la rivoluzione Cambogiana passasse attraverso lo sterminio fisico di tutta la classe dirigente, chiunque avesse un posto di un qualche rilievo, fosse pure un maestro elementare, faceva automaticamente parte dei "nemici del popolo".
Da noi per fortuna tutto questo si limita alla denigrazione sistematica delle classi dirigenti, che certamente in parte lo meritano, e non la eliminazione fisica, ma finendo con il delegittimare tutti, fino ad arrivare a considerare come possibile salvatore della patria un comico cialtrone che ha fatto una formidabile carriera manipolando la realtà e nutrendosi con le frustrazioni di una società in crisi. Oggi Grillo ci annuncia che se avrà la maggioranza assoluta si dedicherà interamente a rifondare l'Italia, un incubo rispetto a cui venti anni di Berlusconismo sembrano solo un raffreddore.
Ora noi, anche se piuttosto spezzacchiati, siamo classe dirigente e come tale dobbiamo comportarci.
Quindi niente fughe in avanti ma analisi puntuali, ampia discussione e proposte condivise, se ci riusciremo avremo il diritto di considerarci ancora parte della classe dirigente di questo sfortunato paese altrimenti meglio tacere.
Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Membro dell'Accademia dei Lincei
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/