cari colleghi,
un effetto immediato del "riordino" degli enti di ricerca di cui si parla e allo stesso modo del ddl Gelmini, e' il fatto che un'intera generazione di ricercatori non strutturati viene buttata in mezzo alla strada, senza alcuna speranza per il futuro
col ddl Gelmini accadra' perche' il numero di posti "3+3" sara' piccolo e la quota di questi che diventeranno associati marginale, mancando le risorse e la volonta' di reperirle
questa e' una vera tragedia per migliaia di persone, e credo che noi strutturati con uno stipendio assicurato abbiamo il dovere morale di fare qualcosa per aiutarli
ci voleva tanto ad istituire una terza fascia, magari un po' meglio retribuita, in cui i giovani bravi avrebbero la speranza di confluire? si puo' ancora chiederlo, il ddl non e' ancora passato!
di fronte alla tragedia annunciata dei ricercatori dimenticati, che e' il primo effetto del decadimento progressivo di atenei e ricerca, non vedo altra strada da parte nostra che azioni legali ma dure, come lo sciopero mirato nel periodo degli esami, altre forme di sciopero bianco, dimissioni di massa dalle cariche volontarie, astensione dalla didattica non obbligatoria, ...
tutti insieme, professori e ricercatori
se non reagiamo, le cose peggiori succederanno perche' non avranno avuto opposizione seria: per ora, sembriamo sostanzialmente consenzienti (crui docet)
saluti,
Marco Vianello Universita' di Padova