On Tue, 2010-06-01 at 12:10 +0200, Carlo Cosmelli wrote:
Sono d'accordo con il fatto che alla protesta va affiancata una proposta. In più penso che non basta proporre, se ci sono spese (ed è evidente che ci sono, le riforme a costo zero non esistono), ma va anche detto da dove prendere i finanziamenti, altrimenti si dirà....non ci sono fondi. Capisco che questo è un compito dei politici, ma senza proposte complete non si va avanti. cc
I fondi sono scelte politiche, anche se questo non è sempre chiaro né a noi né (ahimé) alle forze politiche della cosiddetta opposizione, che anche quando era al governo si è comportata nello stesso modo. Negli Stati Uniti, in Francia nel momento della crisi, ed in India (oltre come è noto in Cina) si è deciso di investire sul sapere piuttosto che su altro. Qui invece si taglia - ricordo a tutti che la crisi vera c'è stata con la finanziaria che dirottando i fondi FFO verso l'EXPO (non è proprio così, ma le cifre stranamente coincidono) e si fa pagare, in termini di tasse, blocco indiscriminato degli stipendi etc. etc. la crisi attuale ai soliti noti invece che agli evasori (l'evasione è stimata 150 Miliadi di Euro l'anno) o ai corrotti (la corte dei conti stima il costo della corruzione in 50 Miliardi di euro l'anno). Se volete saperne di più (prima pero prendetevi un calmante) guardate l'intervento di Marco Travaglio di ieri su www.beppegrillo.it.
Quindi se vogliamo potremmo benissimo dire dove trovare i fondi, che ci sono. Anche senza toccare le tasche dei soliti noti (cioè gli evasori) Per esempio le spese militari tipo i caccia bombardieri, due portaerei (che servono al di fuori del Mediterraneo) o le motovedette d'alto mare regalate a Gheddafi per poter effettuare i respingimenti in alto mare,cioè fuori dalla nostra vista.
Un'ultima nota: nelle note illustrative dei progetti PRIN 2009 si legge: "introdurre un’articolazione per voci di spesa più coerente con gli standards europei (con l’introduzione del criterio dei “full costs”) e che consente di far fronte al cofinanziamento, da parte degli Atenei e degli Enti, mediante la valorizzazione del tempo dedicato al progetto dal personale impegnato nella ricerca, senza più bisogno, pertanto, di ricorrere a proprie risorse finanziarie (con un risparmio valutabile, annualmente, nell’ordine dei 20-30 milioni di euro)."
Quindi il "risparmio" sulla inutile ricerca è l'unico obiettivo.
Alberto Girlando