Caro Procesi, se certamente sono d'accordo sul contenuto del tuo messaggio, specie nel passaggio sotto riportato, il metodo per giungere al risultato non è cosa di secondaria importanza. Se non si riesce nemmeno ad introdurre una po' di sana bibliometria per cercare evidenziare comportamenti corretti o inadeguati allora parliamoci pure addosso, tanto poi non cambierà nulla.
Mettere l'accento solo sui limiti della valutazione bibliometrica fatta per esempio con gli indici del tipo h, senza evidenziarne con altrettanta forza i meriti, mi ricorda il tipo che stava annegando ma che rifiutava i braccioli perché erano di un colore che non gli piaceva.
La valutazione del lavoro scientifico puo' essere fatta solo dalla comunità di riferimento. L'opinione dei singoli non è piu' affidabile del numero di citazioni da parte della comunità opportunamente normalizzato. Occorre trovare delle modalità e delle regole che non ci portino a continue estenuanti discussioni su che cosa sia il merito scientifico. Fermo restando che occorre considerare ampi gradi di incertezza nel trattare/confrontare questi numeri.
Roberto Battiston
On 21/03/10 21:47, "claudio procesi" procesi@mat.uniroma1.it wrote:
Il problema quindi e` darsi regole e strutture certe, costruire qualcosa di duraturo coinvolgendo nella gestione i migliori scienziati del paese e non i professionisti della politica accademica.