Concordo anch'io. I concorsi spesso vedono una sana collaborazione tra commissari di fasce diverse (e' anche una bella occasione per conoscere nuovi colleghi). E molti concorsi sono serissimi.
Le varie pastette devono venir demotivate responsabilizzando sulle conseguenze di cattive assunzioni e, avendo il coraggio di denunciare eventuali situazioni di malcostume. Forse sarebbe bene cominciare a dire qualcosa quando si vedono cose non piacevoli, ma spesso non si osa intervenire per situazioni non legate al proprio settore, lasciando perpetrate tradizioni non condivisibili. Ci si fa molti nemici parlando, se lo fanno in pochi, ma se divenisse un'abitudine condivisa forse le reazioni sarebbero diverse. Ammetto che, a mio avviso per ora, anche colleghi molto seri, accettano abitudini non condivisibili. Abitudine, pigrizia, mancanza di coraggio... Non vi e' mai capitato? Laura Sacerdote
Il 22/12/2010 17:11, Annamaria Berti ha scritto:
Mi trovo del tutto d'accordo. Sono ordinario, ma penso di aver sempre rispettato le opinioni dei colleghi più giovani accademicamente e sono del tutto convinta della giustezza delle affermazioni di Lorenzo Tortora. Mi sono sempre battuta perchè sia esattamente cosi'. Se le commissioni sono tutte di ordinari non è che la pressione non ci sia perchè ogni ordinario avrà qualcuno da sistemare al concorso successivo. Allora se si ragiona cosi' non se ne uscirà mai. Il punto è che bisogna creare un circolo virtuoso e non lo si crea certo limitando l'accesso alle commissioni.
Saluti a tutti
Anna B.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Anna Berti, MD, PhD Psychology Department, Neuropsychology research group and Neuroscience Institute of Turin (NIT) University of Turin Via Po 14, 10123 Turin (IT) http://www.psych.unito.it/main/pers/ordinari/berti.html °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
------------------ Messaggio originale ------------------- Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] pagina di giornale: associati Da: "Lorenzo Tortora de Falco"tortora@uniroma3.it Data: Mer, 22 Dicembre 2010, 12:57 am A: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Cari colleghi di Universitas,
vorrei intervenire su di un punto preciso al quale feci già rapidamente cenno giorni fa (al momento di replicare alla lettera su Science). Premetto che ringrazio Walter Lacarbonara che con Claudio Procesi ha avviato questo Forum. Mi sembra che sia un utile esercizio quello di leggere e di esprimersi, ed anche di dover far fronte ad opinioni spesso diverse dalle nostre, ed in questo spirito vorrei si leggesse il mio intervento. Speriamo che a medio termine tutto ciò sia anche efficace (intendo il forum).
Voglio dissentire con vigore dall'opinione di Walter Lacarbonara sulla presenza degli associati nelle commissioni e negli organi di governo, sottoponendovi una piccola riflessione. Notate che quanto segue è valido a fortiori per i ricercatori (peccato che domani li radieranno definitivamente dall'accademia). Sappiamo tutti credo quanto forte possa essere il potere ricattatorio di chi da ordinario è presente in una commissione insieme ad un collega associato il cui curriculum sarà a breve giudicato dallo stesso ordinario (o da un suo amico). Però, però, però...non vi pare che l'associato (sperabilmente più giovane) possa avere una visione più innovativa, più rivolta al futuro delle prossime generazioni del collega ordinario? E non vi pare che forse qualche associato anche "sotto ricatto" possa dissentire dal collega ordinario? E non vi pare che questo dissenso possa essere moooolto importante per la comunità scientifica? Prendere posizioni chiare, ferme, di minoranza; cosa di più utile al nostro paese in questo drammatico momento di spaventoso conformismo e silenzio? Io credo che togliere la possibilità di assumersi le proprie responsabilità a donne e uomini la cui età media secondo le statistiche non è inferiore ai 50 anni (non propriamente dei bambini dunque...) sia un altro modo di non credere nel futuro. E penso anche che una norma dettata dalla paura e dalla sfiducia non possa essere una buona norma. Se ci pensate, dire che si eliminano gli associati dalle commissioni e dagli organi di governo perché ricattabili, vuol dire dare agli associati il diritto di sentirsi ricattati, ed agli ordinari quello di ricattarli. Mentre io credo che dovremmo ristabilire che gli uni hanno il dovere di esprimersi secondo coscienza e gli altri hanno il dovere di rispettare le opinioni dei colleghi più giovani (e spesso anche più vicini alla ricerca). Che ci siano dei malfunzionamenti non può esimerci dall'ambire a come vorremmo che le cose fossero, perché senza questa speranza che ci stiamo a fare? Non vi pare? Oltretutto che io sappia quasi ovunque nel mondo i docenti di grado n sono giudicati da quelli di grado maggiore O UGUALE ad n (e in alcuni casi anche da quelli di grado minore di n...). Perché mai questo paese dovrebbe sempre costituire un'anomalia?
Saluti a tutti,
Lorenzo Tortora de Falco.
On Dec 21, 2010, at 12:46 PM, Walter Lacarbonara wrote:
Cari colleghi,
in merito alle iniziative del coordinamento professori associati, condivido l'impegno costruttivo ma non comprendo le ragioni di una frammentazione per categorie. Non le comprendo soprattutto di fronte alla portata di una strategia politica ampia che mina alle basi l'istituto dell'università pubblica che è unica garanzia di libertà di ricerca ed insegnamento. Mi sono sempre battuto per affermare la falsità e strumentalità di quanto viene fatto passare all'opinione pubblica sui sistemi più avanzati di università e ricerca, come quello statunitense, che è niente affatto di impianto privatistico, bensì nella sostanza fortissimamente PUBBLICO.
L'altro aspetto che non comprendo è legato alla richiesta di presenza nelle commissioni e negli organi di governo dei professori associati. Così come è stato fino ad oggi, questa presenza è fortemente condizionata dagli avanzamenti di carriera. O si va seriamente su un sistema di valutazione tipo peer review nei concorsi oppure i professori associati saranno sempre più condizionabili. Non ho sentito prevalere queste ragioni nelle discussioni. Per raffigurare meglio la situazione degli orientamenti attuali al nostro interno, vi riporto il caso di un'emblematica discussione nel Consiglio del mio Dipartimento di pochi giorni fa sui criteri per la qualifica di Professore Senior Sapienza che deve essere connotato da un profilo di eccellenza scientifica. Ho proposto che si considerassero, insieme alle altre valutazioni (criteri minimi 'burocratici' sul numero di pubblicazioni degli ultimi 3/5 anni), l'H-factor e le valutazioni della didattica frontale effettuata tramite le schede degli studenti degli utlimi 3 anni. Ho proposto che per ogni SSD si considerasse l'H-factor medio degli ultimi 3 anni e si accertasse che il candidato Professore senior "eccellente" avesse il suo H-factor superiore alla media del Dipartimento (anche di un epsilon). La mia proposta è stata definita 'provocatoria', anche da parte degli associati.
Nasce forte il sospetto che dietro le posizioni del coordinamento professori associati ci siano soltanto rivendicazioni di tipo sindacale, in linea con la tradizione del nostro paese. Oggi, più che mai, dobbiamo essere uniti, come dice Saverio Giulini, forse i nostri appelli così sfiorerebbero le 10.000 adesioni!
Walter Lacarbonara
PS In un prossimo messaggio vi riporto qualche considerazione sulla discussione al Senato sul disegno di legge n. 1905-B.
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