Cari amici, vi invito a 'perdere' una mezz'ora per leggere questi due articoli segnalati dal collega Quadrifoglio.
http://www.nature.com/embor/journal/v12/n1/pdf/embor2010198a
http://www.nature.com/embor/journal/v12/n1/pdf/embor2010194a.pdf
C'è da sentirsi un po' chiamati in causa, se non facciamo nulla, Al di là delle convinzioni diverse che qualcuno può avere rispetto a quelle di Elena Cattaneo, credo che sia doveroso riconoscere a questa ricercatrice un grande coraggio ed efficacia nell'esporre le sue motivazioni. Che poi sono anche le nostre, spero. C'è anche da aggiungere che non tutti riescono ad avere una tribuna tanto autorevole per esporre le proprie posizioni.
Il lavoro di sensibilizzazione dell'opinione pubblica attraverso prese di posizioni chiare è indubbiamente utile, ma mi chiedo anche quanto possa incidere in un paese scarsamente attrezzato quanto a diffusione del sapere scientifico. Un paese, purtroppo, gravemente retrocesso, dal punto di vista del livello culturale generale, inebetito come è dalla purga televisiva somministrata nel ventennio berlusconiano.
Penso che quel 10-20% di noi che forse sottoscriverebbe una battaglia militante per l'indipendenza della ricerca possa ben poco rispetto all'acquiescenza della gran parte dei colleghi ed ancor più rispetto alla 'complicità col regime' di alcuni di essi (forse non proprio pochissimi, forse un altro 10%, che beneficia peraltro di vetrine mediatiche influenti per manipolare l'opinione pubblica).
Per essere più incisivi ed efficaci bisognerebbe innanzitutto collegarsi a movimenti ben più consistenti della minoranza politicamente impegnata (o radical-chic, come direbbe qualche malevolo) dei docenti universitari. Bisognerebbe forse lanciare iniziative più facilmente comprensibili del referendum per l'abolizione della riforma Gelmini che qualcuno propone, forte del successo del referendum contro la privatizzazione dell'acqua.
Ad esempio, un'iniziativa più 'mobilitante' potrebbe essere quella di proporre la pratica dello spegnimento ad oltranza dei televisori per protestare colpendo alla base un sistema fondato sulla diffusione estensiva dei messaggi pubblicitari, oltre alla diffusione della propaganda politica a favore del sistema vigente. Una tale proposta avrebbe il pregio di poter essere accettata immediatamente da una serie di gruppi in agitazione, come studenti, supplenti non confermati, precari, cassintegrati, pastori sardi, aquilani terremotati, campani esasperati dalla spazzatura, ecc., insomma un insieme composito che potrebbe creare il nucleo di una vera e propria campagna di protesta contro la manipolazione mediatica, una 'campagna contro'.
Certo se cominciasse a prendere piedeun'iniziativa del genere, non solo si tratterebbe di una 'campagna contro', ma anche di una via alternativa all'informazione perché diverrebbe immediatamente necessario sviluppare canali efficienti di raccordo tra le diverse realtà impegnate in questa forma di protesta, diciamo sofisticata.
Altro che manifestazioni tradizionali, questa sarebbe una forma diversa della tattica dello 'spiazzamento' usata dagli studenti il 22 dicembre scorso.
E' un sogno ad occhi aperti?
Rino Esposito
PS Ho letto la lunga riflessione di Massimiliano Tabusi proposta all'attenzione da Anna Painelli. E' molto bella, peccato che Massimiliano, nella sua generosità, dimentichi che i suoi colleghi universitari sono per il 70% acquiescenti se non inebetiti al pari del resto dell'Italia. In più il suo costante accenno alla 'tattica dell'indisponibilità' dei ricercatori si scontra con i ricatti che certamente partiranno verso molti di loro, in forza della prospettiva promessa dalla riforma Gelmini. Non si può pensare di fare un movimento incisivo sulla riforma universitaria, che è solo uno degli aspetti del grande reshaping sociale imposto dalla destra e dalla sinistra ad un paese che deve declinare. Se vogliamo fare qualcosa, come dicevo prima, bisogna saldarsi a tutti i movimenti del disagio sociale, culturale ed economico di oggi, scegliendo forme di mobilitazione nuove, accanto anche alle tradizionali. L'idea della 'campagna contro' è una possibilità.