Caro Alberto,
concordo sostanzialmente con le tue precisazioni, scusa se alcune parti della mia email erano farraginose.
Una studentessa di dottorato a Monaco di Baviera mi dice di prendere 2500 Euro netti (la cifra a dire la verita' mi sembra troppo elevata, controllero'). Un post-doc viene pagato in California 35000 dollari l'anno, contro un costo lordo di circa 18000 Euro per un assegnista in Italia.
La studentessa potrebbe aver ragione... E non vorrei dire fesserie, ma credo ci siano anche post-doc in California che superino i 60,000$ (sono quelle borse speciali che non danno tutti gli anni)... Comunque, anche soli 35,000$ sono imparagonabili all'Italia, e questo non puo' renderci competitivi...
Inoltre, spesso il post-doc USA e' una tenure track che se uno e' abbastanza figo lo tengono stabilmente, a differenza dell'Italia dove a ogni borsa si ricomincia da capo (se non hai santi in paradiso)...
E` difficile essere competitivi su un mercato internazionale quando gli stipendi di livello piu` basso sono vergognosi e quelli piu` alti sono risibili se paragonati alle nazioni leader...
Concordo sulla prima osservazione ma non sulla seconda. Semmai direi che in Italia e' difficile offrire salari competitivi a persone outstanding al di fuori degli stipendi tabellari, in pochi selezionati casi di eccezionale valore.
Si', esatto, era quel che volevo dire anch'io, mi spiace se ho formulato la frase in modo ambiguo. Per far due conti, io pensavo che a un spermatematico un'universita' americana possa offrire tra i 400,000$ e i 600,000$, da cui il fattore 5 da me congetturato. Ma non sono affatto sicuro di queste cifre, che mi avevano raccontato come pettegolezzo, scusate se ho sparato cifre a caso come i politici. Se necessario, comunque, le cifre si possono controllare: gli stipendi delle universita' USA pubbliche sono pubblici anch'essi. Ma se anche fosse solo un fattore 2, mi pare chiaro che l'Italia possa difficilmente attirare supermatematici dall'estero, se non per motivi squisitamente personali.
(Fisici e matematici applicati vengono poi pagati di piu', e trascuro il fatto che in quasi tutte le universita' USA il dipendente piu' pagato sia il coach di football, cosi' mi dicevano...)
Insomma, i giornalisti ci dicono che guadagniamo troppo. Il che e' molto vero per alcuni, ma molto falso per altri. Sta a noi riuscire a far loro notare la differenza...
mica potremo chiedere piu` soldi per tutti. O chiediamo piu` soldi per meno persone (ergo, piu` selezione iniziale, meno dottorati, meno borsisti...) o meno soldi per tutti. In questo, le proteste di noi universitari sembrano sembre poco chiare se viste dall'esterno, ci piace spesso avere soldi a pioggia senno` la maggioranza di noi protesta...
Concordo che non e' ne' realistico ne' corretto chiedere piu' soldi a pioggia. A invarianza di spesa tuttavia sarebbe molto opportuno chiedere che la progressione stipendiale di anzianita' venga rimodulata, per esempio adottando la "pendenza" francese.
Io sono proprio d'accordo con te, ma anche piuttosto pessimista, secondo me la maggior parte dei nostri colleghi non scienziati non ci starebbe, ma magari mi sbaglio. Pensiamo che BEN il 25% di noi ha votato NO alla domanda "la valutazione deve influire sullo stipendio per almeno il 30%", e che succederebbe se votassero tutti...
Mi piacerebbe vedere una proposta in cui si chiede davvero un trattamento diverso di salario a seconda del rendimento scientifico e in cui, in cambio, si fissi un carico didattico, magari con il sistema di correlazione didattica-ricerca che proponeva Alberto Abbondandolo. Credo che troppi non lo vorrebbero, ma spero di sbagliarmi.
Quel che non ho capito e': la proposta che stiamo facendo vale per tutti, letterati, giuristi e medici compresi, o chiediamo esplicitamente che ci siano leggi diverse per discipline diverse?
Ciao, Enrico