Come membro del cda della statale di milano avevo visto le tabelle con i criteri (se sono le stesse oggi utilizzate) senza sapere che sarebbero state utilizzate (era un esercizio di pesatura richiesto dal ministero). Prevedono che ogni università possa stabilire entro dei limiti quale peso dare ai diversi ambiti della ricerca, didattica, autofinanziamento e internazionalizzazione (cito a memoria perché fuori sede). Nel prossimo ciclo c'è quindi la possibilità di differenziarsi. A questo giro era importante dare un segnale non equivoco e l'uso di indicatori per così dire obbligatori è stato l'escamotage per evitare i mille distinguo e le operazioni di maquillage. Personalmente non volevo dissentire dall'operazione ma segnalare che in qualche modo ha attenuato le distanze e non misura in senso relativo gli atenei ma solo il loro miglioramento relativo. se si dovesse fare sul serio ci sarebbero conseguenze ben più radicali
Le mail ti raggiungono ovunque con BlackBerry® from Vodafone!
-----Original Message----- From: anna painelli anna.painelli@unipr.it
Date: Tue, 28 Jul 2009 08:36:35 To: Forum "Università e Ricerca"universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] 7%
Mi permetto di dissentire.
Premetto che la mia università (Parma) è stata valutata appena sotto la soglia del rosso, il che un po' mi stupisce, visto che la mia facoltà (scienze) è stata valutata terza a livello nazionale nell'ultimo rapporto censis, comunque...
Comunque, invito tutti a riflettere su alcuni punti critici (a mio parere)
1. in ogni valutazione seria i criteri sono (per ovvie ragioni) resi pubblici PRIMA della valutazione.
2. la scelta dei criteri è cruciale non solo (e non tanto) per stilare la classifica delle università e spartire le (comunque inadequate) risorse, ma anche nel ridisegnare le nostre università. Ad esempio, se il criterio fosse la facilità/velocità con cui gli studenti raggiungono l'agognato titolo, possiamo tutti immaginare facilmente cosa avverebbe della qualità dei nostri laureati nei prossimi anni... Quindi, lungi da me criticare i criteri che hanno infangato la mia università, ma per favore facciamo attenzione, ragioniamo sui criteri e non adagiamoci sull'adagio **qualunque criterio purchè criterio sia**
3. ricordiamoci che questa mossa non ha portato più soldi alle università (come la stampa troppo spesso lascia intuire): i tagli sono rimasti (vedi Francesco Giavazzi "Passo importante e qualche limite", sul Corriere della Sera del 25.7.09) e, come diceva mia madre, resta vero che senza lilleri non si lallera...
Saluti da un'università in rosso. Anna
On Tue, 2009-07-28 at 08:03 +0200, Giovanni Floris wrote:
Mi pare abbia ragione il collega Battiston. Finalmente una quota finanziamento sarà elergita secondo criteri di meritocrazia, discutibili quanto si vuole, come tutti i criteri, ma criteri e subito si alzano alti lai. Forse qualcuno non ha capito che se si vuole applicare un criterio di qualsiasi genere ci sarà chi è premiato e chi no e chi non lo è protesterà sempre, ma.... pazienza. Avete mai visto una gara in cui tutti arrivano primi? Buone vacanze a chiunque se le può prendere, Giovanni U. Floris _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php