Cari Procesi,
discostandomi un po' da altri interventi, io penso che nel tuo Manifesto la frase "istituendo, limitatamente ad una fase transitoria, un eventuale concorso per il conseguimento di un'idoneita' nazionale per l'accesso alla docenza ..." debba essere tenuta ben presente.
Non sottovaluto certo il rischio che questa fase transitoria possa durare a lungo, ma trovo peggiore il rischio che, nell'attesa di un sistema serio ed efficiente di valutazione dei vari dipartimenti, la cooptazione abbia qualche effetto perverso. Anche senza tener conto dei casi estremi di familismo o di altra ordinaria mafiosita' (che potrebbero aumentare), sarebbe spiacevole se il sistema della cooptazione finisse col favorire i candidati che gia' ben inseriti nel sistema universitario, a danno degli "outsider".
Ho l'impressione che negli ultimi anni, accanto alla classe dei fortunati che hanno gia' raggiunto una posizione a vita, e ora puntano solo agli upgrading locali, si sia andata formando in Europa una folta schiera di validi ricercatori indipendenti, sganciati dai centri di potere, lontani dalle loro sedi d'origine e privi di protettori scientifici (o parentali): per costoro il sistema di cooptazione potrebbe risultare di scarso conforto.
Mi sembra invece che il sistema delle idoneita' nazionali (in numero non troppo superore ai posti) pur presentando evidenti difetti, potrebbe dare buoni risultati accettabili se solo si riuscisse ad instaurare un ragionevole sistema di formazione delle commissioni e di pubblicita' dei lavori di commissione. E' sulla ricerca di questo sistema che noi dovremmo concentrare i nostri sforzi. E' evidente che il sistema della votazione a tappeto, con l'inevitabile formazione di network che pilotano i voti, e' un pessimo sistema, forse peggiore del tanto vituperato sorteggio, ma se ad esempio si riuscisse a ridurre di una buona meta' l'elettorato passivo (ed attivo), togliendovi quei docenti che non hanno mai fatto ricerca o non la fanno piu' da anni, e inoltre si desse ampia e tempestiva pubblicita' alle scelte dei singoli commissari, penso che il clima concorsuale diventerebbe molto piu' limpido. Ma si potrebbero escogitare altri correttivi.
Naturalmente sono d'accordo sul fatto che sin da ora vadano pensati e messi in atto dei buoni sistemi di valutazione ex post dei dipartimenti. Non illudiamoci pero' che questo sia facile, nello stato attuale delle nostre universita' e delle varie strutture di governance o consulenza. Chi scegliera' i valutatori? Non finiranno poi per essere sempre le solite persone e i soliti organismi? Quanti anni ci vorranno per arrivare ad un sistema virtuoso?
Cordiali saluti,
Sergio Spagnolo