Sbaglierò, ma tutti cambiamenti che avvengono in questo paese alla fine hanno solo due effetti: lasciare le cose come sono oppure peggiorarle.
Il pessimo lavoro dell¹Anvur già si vede: una marea di domande con commissione di pochi membri che devono valutare centinaia di candidati sulla base di criteri assurdi, almeno nel mio settore di Genetica, ma so che la situazione è simile nelle varie aree. Nemmeno certi Nobel rientrerebbero nelle mediane Anvur!
Lasciare la valutazione dei candidati e la responsabilità del loro reclutamento ai Dipartimenti da una parte andrebbe bene, ma la valutazione dipende sempre dalle persone e le persone per un po¹ saranno sempre le stesse di prima, o no? Lo sapete cosa hanno combinato finora certi loschi figuri dell¹accademia, vero? Credete veramente che chi assumerà gente che si rivela poi scarsa sarà poi giustamente penalizzato e secondo quali criteri?
Due o tre anni fa la nostra benemerita facoltà di Scienze ha partorito dei criteri di valutazione ³casarecci² che addomesticavano gli impact factor e addirittura invertivano i livelli di merito, si arrivava all¹assurdo che un lavoro su Science alla fine valeva più o meno meno come una banale monografia in italiano pubblicata chissà dove e senza nemmeno un peer-review. Insomma io non mi fiderei molto.....
A meno che, come ho suggerito più volte, non si decida di affidare la valutazione di università e ricerca per un periodo di almeno 10 anni ad agenzie veramente competenti, esterne ed estranee all¹accademia italiana e alla politica, con un buon numero di esperti stranieri, badate bene non perché io sia un esterofilo, ma perché da altre parti la percentuale etica è sicuramente maggiore che da noi e su questo credo che ci sia poco da discutere, anche se qualcuno come al solito dirà che lui conosceva un americano che si faceva gli affari suoi ecc ecc
Saluti, Patrizio Dimitri
Se continuiamo a ragionare come il prof. Pascarella (ovvero, lo sviluppo futuro è quello ma intanto teniamoci il sistema esistente, che pure non va) non cambierà mai nulla in questo paese. Questo modo di ragionare, video meliora sed deteriora sequor è fonte di conservatorismo. Non si debbono valutare solo gruppi di ricerca, perché in questo modo i singoli dipartimenti non sono responsabilizzati nel reclutamento. Il fatto che il valore di un ateneo dipenda da quello delle sue componenti mi sembra inevitabile. Se l'obiettivo è forzare scelte virtuose, e spezzare le "reti baronali", dobbiamo necessariamente considerare il dipartimento come unità di valutazione. Così avviene dovunque l'università funziona bene. La esperienza VQR Anvur è importante e non la boccerei in toto, come è stato importante il CIVR. Gli errori fatti si possono sempre correggere in futuro. Da qualche parte si deve pur cominciare.
2013/1/22 Maurizio Persico mau@dcci.unipi.it
Sono molto d'accordo con Stefano Pascarella. Le umane debolezze degli uomini che compongono l'universita`, o se preferite l'invincibile forza di certe reti baronali, sconsigliano di lasciare nelle mani delle singole istituzioni (atenei o dipartimenti) il reclutamento e le progressioni di carriera. Il correttivo indicato, una seria valutazione della ricerca (e della didattica, non dimentichiamocene) e` necessario, ma difficile da implementare.
Un punto cruciale e`: chi - che cosa - deve essere valutato. Mi sembra importante valutare delle unita` di ricerca di dimensioni medie (tipo 5-10 unita` per dipartimento), come si fa in Francia; abbastanza grandi da poterle premiare o punire a livello di programmazione (nuovi posti, fondi, al limite chiusura delle attivita`), ma abbastanza piccole da responsabilizzare i singoli e permettere a tutti di contribuire alle decisioni. Trovo ingiusto e fonte di frustrazione che i cattivi comportamenti del dipartimento xxx e yyy mandino a fondo tutto l'ateneo, quando io non posso farci niente se non scatenando una guerra intestina. Pero` posso alzarmi in consiglio di dipartimento, e ancor meglio in una riunione di colleghi del mio settore, per dire la mia su candidati, allocazione di risorse e altre scelte da cui dipendera` la qualita` della ricerca e della didattica a breve e lungo termine.
Saluti
Maurizio Persico
On 22/01/2013 01:00, Stefano Pascarella wrote:
Sebbene lo sviluppo futuro sicuramente debba andare nella direzione indicata dalla Prof.ssa Tocco, al momento non vedo in Italia le condizioni culturali, sociali, etiche e forse anche politiche perché si possa attuare una "deregolamentazione". Ciò non vuol dire che l'ANVUR sia la risposta ai problemi, anzi probabilmente era la cosa peggiore che si potesse fare e chissà quanto tempo ci vorrà per riparare i danni che sta producendo nell'ecosistema universitario. Vedo piuttosto un processo di graduale, ma controllata, semplificazione delle procedure di reclutamento man mano che a monte e a valle di questo snodo si instaurano meccanismi che promuovano prima le pari opportunità di accesso ai ruoli universitari e poi le pari opportunità di accesso alle risorse per la ricerca.
Stefano Pascarella
On 21/01/2013 23:32, Mauro Dorato wrote:
d'accordo! ma come detto da Gabriella, 1 senza 2 non va...
2013/1/21 Gabriella Toccogabriella.tocco@uniroma1.it
sottoscrivo l'appello proposto da Modica, anche se avrei auspicato uma maggiore incisività nelle richieste. Nei messaggi che ho letto di recente colgo due punti di capitale importanza: concorsi e valutazione. Possiamo provare a vedere se siamo d'accordo a chiedere
- l'abbandono dei concorsi per il reclutamento
(in quanti paesi avanzati il reclutamento viene fatto in questo modo?),insieme con 2)una seria valutazione della ricerca e aggiungerei anche della didattica delle singole Università . Come é già stato detto in qualche messaggio precedente: é necessaria una completa responsabilizzazione di chi fa reclutamento, accompagnata da una seria valutazione (non quella dell'ANVUR, per intenderci) dei reclutati a tre-cinque anni dal reclutamento ed eventuale relativa penalizzazione nella disponibilità di risorse Gabriella Tocco
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura:http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
impostazioni:
https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas
Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
--
Prof. Maurizio Persico
Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale Universita` di Pisa v. Risorgimento 35 I-56126 PISA (ITALY)
tel 0039-050-2219243 fax 0039-050-2219260 e-mail mau@dcci.unipi.it http:\perseo.dcci.unipi.it
"If you think education is expensive, try ignorance" (D. Bok, President of Harvard University 1971-1990)
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php