Beh, chi è andato in pensione ora o ci è vicino non ha avuto tagli agli scatti, ha avuto buona parte della pensione calcolata con il sistema retributivo, negati a chi è entrato da poco (non io) ....:) e qui non si parla nemmeno di introdurre valutazioni per evitare aumenti generalizzati e automatici di stipendio che potrebbero essere comprensibilmente criticati; la pensione di chi ora è sotto i 50 anni sarà ridicola, tenendo conto che all'università si entra tardi e ci si arriva con uno stipendio miserrimo, ciò che implica che NON si dovrebbe andare in pensione prima dei 70. Non mi sembra sindacalismo d'accatto
un caro saluto a tutt* e in particolare all'amico Carlo!
2013/11/12 Prof. Salvatore M. Aloj smaloj@unina.it
Caro Carlo,
Spero ti ricordi di me e del nostro incontro a Londra di oltre un decennio addietro in occasione dell'Italian Science Seminar, che io organizzavo. Anche io sono pensionato/affezionato dal 2010, ma continuo a fare quello che, in fondo, la ministra propone (corsi, seminari guida etc.) senza contratto e senza un centesimo da parte dell'università. Sinceramente, non mi strapperei le vesti per quello che la ministra ha detto: siamo stati abituati a molto peggio! L'unica affermazione che ritengo peregrina e quella su quanto hanno avuto da questo mondo i settantenni. A parte il fatto di aver raggiunto il traguardo anagrafico (che, peraltro, è ancora lontano da quello medio di 79,1 anni per gli uomini e 84,3 anni per le donne), mi sembra che l'unico beneficio sostanzioso sia quello di non dover vivere attivamente lo scempio della nostra università.
Naturalmente, condivido interamente le tue proposte, ma non sono molto ottimista.
Un caro saluto.
Salvatore
Quoting carlo bernardini carlo.bernardini@roma1.infn.it:
Cari amici, ogni tanto arriva una alluvione di universiras in trasformazione, con allarmi, intenzioni, opinioni, lagnanze. ecc.. Anche a me, ormai pensionato/affezionato dal 2003. Avevo concertato alla Sapienza con la Fondazione omonima un "recupero pensionati" per riattivare la formazione insegnanti delle scuole secondarie che era stata suicidata già da Moratti Gelmini: ma non è successo nulla oltre qualche adesione simbolica. Se non sappiamo dare indicazioni su cosa e come si fa, è mail sprecata. Secondo me è urgente: 1 - Eliminare il "dottorato all'italiana" (corsi di dottorato e tesi casereccia) che serve solo a conservare eterni studenti e incarichi nostri ad essi dedicati; per farne un dottorato veramente di ricerca in gruppi operanti che concludono con una pubblicazione scientifica, 2 - Riprendere i temi delle facoltà professionali e, lì dove domina il tempo parziale, farne "scuole" (giurisprudenza e medicina, ma non solo) con regole e amministrazione separata e lontana dai dipartimenti che fanno vera ricerca: è la vecchia "profezia Figà Talamanca". Poi ne riparliamo (ne riparlate: non voglio immischiarmi). Auguri! Carlo Bernardini
-- Carlo Bernardini _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
-- Salvatore M. Aloj MD Professor Emeritus of Molecular Pathology, University of Naples Federico II Via S. Pansini, 5, I-80131, Napoli, Italy Tel: +39-0817463601 Mobile: +393281421839 Fax: +39-0817463308
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