Altra iniziativa interessante, ma chi lo farebbe?? Avrebbe senso solo tra settori della stessa area...o solo all'interno dello stesso settore.
E' vero che uno sciopero penalizzerebbe gli studenti, come ogni sciopero penalizza gli utenti del servizio che viene sospeso, ma è anche innegabile che gli studenti ora sono comunque penalizzati dalla situazione generale, la didattica e i servizi soffrono per i tagli e per lo stop del reclutamento e per la conseguente demotivazione di molti docenti......e le tasse universitarie aumentano...Ha senso mandare avanti la baracca in queste condizioni??
Il giorno 23 novembre 2013 09:23, Luca di persio dipersioluca@gmail.comha scritto:
Cari tutti, la mia proposta, che non è poi così originale, voleva essere una provocazione, nell'attuarla, infatti, si danneggerebbero non è poco gli incolpevoli (più o meno...) studenti.
Relativamente ai meccanismi di valutazione e mediane varie perché non provare a farli saltare il banco con un approccio alla Bourbaki ?
Si tratterebbe semplicemente di firmare "tutti gli articoli di tutti", dove i tutti non sono altro che gli aderenti alla forma di protesta, che ne dite ?
Buona giornata, LuCa
-- Luca Di Persio - PhD assistant professor of Probability and Mathematical Finance
Dept. Informatics University of Verona strada le Grazie 15 - 37134 Verona - Italy Tel : +39 045 802 7968
Dept. Math University of Trento V. Sommarive, 14 - 38123 Povo - Italy Tel : +39 0461 Il 22/nov/2013 23:05 "Patrizio Dimitri" patrizio.dimitri@uniroma1.it ha scritto:
Io sono favorevole al blocco della didattica, ma forse è più fattibile il blocco delle Lauree...
A parte questo, si dovrebbe scrivere una lettera perentoria per chiedere che nel maxi emendamento alla legge di stabilità sia inserita una
richiesta
per finanziamenti aggiuntivi per non cancellare il Prin 2013
A parte questo, insieme a Patrizia Lavia dell'istituto IBPM del CNR, vorremmo organizzare una riunione tra tutti quelli di noi che hanno
voglia
di reagire. Presto vi farò sapere.
Non so se ci potremo riformare, ma almeno potremmo tentare di migliorare alcuni aspetti, ad esempio quello della valutazione.
Buona notte
Il giorno 22 novembre 2013 20:11, Luca di persio dipersioluca@gmail.comha scritto:
Ciao a tutti, la butto lì, dall'alto della mia un'esperienza... blocco della
didattica
?
Buon lavoro a tutti, LuCa
-- Luca Di Persio - PhD assistant professor of Probability and Mathematical Finance
Dept. Informatics University of Verona strada le Grazie 15 - 37134 Verona - Italy Tel : +39 045 802 7968
Dept. Math University of Trento V. Sommarive, 14 - 38123 Povo - Italy Tel : +39 0461 281686 Il 22/nov/2013 19:39 "Benedetto De Vivo" bdevivo@unina.it ha
scritto:
Bè cosa altro si può fare? Io sono sempre disponibile per azioni che possano essere più incisive rispetto alla "denuncia" sulla stampa,
anche
se
sono convinto che il "cambiamento" non verrà mai dall'interno della corporazione. Non mi risulta nella storia dell'umanità che una
corporazione
si sia mai auto-riformata. Ma poiché nella vita rimango un ottimista, bisogna tentare in tutte le direzioni. Benedetto
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Patrizio Dimitri Inviato: venerdì 22 novembre 2013 17.26 A: Università e Ricerca Forum Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: R: REAZIONE!
Caro De Vivo,
Conosco so bene il tuo impegno nel denunciare questi aspetti, il mio messaggio voleva essere di incitamento a delle azioni più incisive da
parte
di tutti noi, insieme.
Patrizio Dimitri
In merito a mediane e altro che ormai impazza nell'Università
trasmetto
miei
2 recenti interventi su La Repubblica-Napoli Cordiali saluti Benedetto
Intervento Così l'Ateneo Federico II premia i meno meritevoli. La Repubblica-Napoli – Lettere & Commenti 20 Settembre 2013, p. X A seguito della cattiva performance dell'Ateneo Federico II,
collocato
nelle
posizioni di coda fra i megatenei Italiani nel ranking redatto
recentemente
dall'ANVUR, c’è stata una pubblica levata di scudi del Rettore
Massimo
Marrelli contro i fannulloni dell’Ateneo che avrebbero determinato
tale
risultato. Alla fine di Luglio, con grande soddisfazione da parte
di
chi
si
è sempre battuto per la premialità del merito, c’è stata una
Delibera
del
Consiglio di Amministrazione della Federico II, che confermava i
propositi
di Marrelli di favorire in assoluto i più meritevoli per le
prossime
progressioni di carriera. Nel frattempo però c'è stato un altro importantissimo appuntamento: l'emanazione dei criteri per
l'accesso
sia
dei
Ricercatori che dei Docenti nei Collegi di Dottorato di nuova
istituzione,
vale a dire la struttura portante per la formazione di giovani di
alta
specializzazione e professionalità, che rappresenta il fiore
all'occhiello
delle Università più prestigiose al mondo. Tali criteri hanno
prodotto
risultati paradossali che dovrebbero indurre una serie riflessione
da
parte
del Rettore e del CdA dell'Ateneo. Il regolamento emanato ha
prodotto
infatti risultati che, almeno in parte, vanno esattamente nella
direzione
opposta della premialità del merito, laddove si conferma e si
rafforza
l'assurdo nazionale della valutazione dei meritevoli basato sul
superamento
delle ridicole mediane utilizzate in modo sperequativo con valori
molto
differenti fra i vari Settori Disciplinari. Per i non addetti ai lavori occorre specificare che i
Docenti/Ricercatori in
Italia, sono suddivisi all'interno di ogni Area scientifica (es.,
Medicina,
Ingegneria) in Settori Scientifico Disciplinari (SSD) A, B, C, etc.
Per
la
valutazione del merito per ogni SSD, è stata calcolata
statisticamente,
per
ogni Docente/Ricercatore afferente a quel Settore, la mediana
relativa
a
parametri bibliometrici, quali l'h-index (H), il numero di
citazioni
ottenute (C) e il numero di pubblicazioni (L) in 10 anni
(2003-2012).
Per
essere definito "bravo" un Docente/Ricercatore, e nel caso del
Regolamento
di Ateneo per ottenere l'accesso al Collegio di Dottorato di
Ricerca,
si
devono superare le mediane di H, C e L, dei potenziali Docenti di
Ruolo
Superiore all'interno del proprio Settore. Se in un Settore quindi
i
Docenti
di Ruolo Superiore hanno parametri H, C e L, molto bassi (quindi produttività scientifica molto bassa), rispetto a
Docenti/Ricercatori
di
Ruolo Superiore di altro Settore (quindi, Eccellenze
scientifiche)...
ad
essere premiati sono i "fannulloni", non i meritevoli! Questo é
quanto
si è
verificato paradossalmente in alcuni Dipartimenti, fra i quali
quello
di
mia
afferenza, laddove sono risultati idonei per l'accesso nel Collegio
di
Dottorato, Ricercatori/Docenti di un Settore con valori delle
mediane
di
H,
C e L, rispettivamente di 5, 88 e 9, mentre altri con valori delle
soglie di
H, C e L, notevolmente superiori, vale a dire rispettivamente di
17,
823
e
25, sono risultati non idonei. Senza nessuna logica scientifica
plausibile,
chi produce di meno vale di più e deve quindi essere premiato! Come
ha
scritto l'ex Guido Rettore Trombetti su La Repubblica (15.9.13),
Dante
avrebbe chiosato "O insensata cura de' mortali, quanto son
difettivi
sillogismi, quei che ti fanno in basso batter l'ali". La speranza é che l'Ateneo, volendo fare sopravvivere Settori
improduttivi,
sia incorso in un madornale errore di valutazione, non accorgendosi
che
l'utilizzo delle mediane, così come architettato, non solo è
ingiusto,
ma
appiattisce verso il basso le eccellenze ed istituzionalizza il
demerito.
Bisogna realisticamente tenere presente che le condizioni
strutturali e
culturali del nostro Paese sono ben lontane e differenti del
modello
anglosassone che imitiamo goffamente e solo in superficie. Auspico
che
l'Ateneo voglia correggere il marchiano paradosso, perché solo la
premialità
dei meritevoli, senza se e senza ma, può costituire un grande
incentivo
per
i giovani che vogliono avviarsi ad attività professionali che
rappresentino
il coronamento delle aspirazioni personali e con esse la fortuna di
un
intero Paese. Nello stato in cui versa il nostro Paese è di vitale importanza riuscire a superare le posizioni culturali volte alla
difesa
corporativa che guardano al passato piuttosto che al futuro, ai
garantiti
invece che ai giovani meritevoli in cerca di lavoro e identità.
Occorre
sempre tener presente che in questo contesto tutto ruota intorno a clientele, interessi particolari, dove, cosa più grave di tutto,
gli
intellettuali di valore tacciono... e molti, per calcoli di mera convenienza restano a guardare prigionieri e complici silenti di
situazioni
aberranti come quelle da me sopra descritte. Benedetto De Vivo
L'intervento che segue è in risposta ad una risposta del mio
Rettore
all'intervento del 20 Settembre
Intervento Le valutazioni della Federico II La Repubblica-Napoli - Lettere & Commenti - La parola ai Lettori 25 Settembre 2013 Il Rettore della Federico II ha risposto ieri, su queste colonne, a
mio
articolo su La Repubblica-Napoli del 20 settembre nel quale
sostenevo
che la
Federico II dà un pessimo segnale in direzione della premialità dei meritevoli in quanto si rafforza l’assurdo nazionale della
valutazione
dei
meritevoli basato sul superamento delle mediane utilizzate in modo assolutamente sperequativo fra i vari settori scientifico
disciplinari.
Rispetto al primo punto del Rettore, ribadisco quanto scritto in
miei
precedenti articoli (“Repubblica” del 12 febbraio, 7 maggio e 21
luglio)
nei
quali rimarcavo che se è vero che esistono storture a livello
nazionale
derivanti da direttive MIUR, è anche vero che a livello locale si
potrebbe
fare tantissimo. Ma questo finora non si è verificato. Inoltre il
Rettore
associa la mia analisi ad un errore logico (suo secondo punto), attribuendomi, sbagliando, la falsa idea secondo la quale io
privilegerei
invece il riferimento a indicatori “assoluti” quali impact factor e
numero
di citazioni, da me utilizzati come esempio solo per spiegare il
paradosso
che si è determinato in alcuni Dipartimenti, laddove a venire
premiati
sono
i meno meritevoli. Nel mondo anglo-sassone – che il rettore conosce
bene
–
non esiste una aberrazione tutta Italiana come quella dei Settori scientifico disciplinari (Ssd). Le competenze sono in quel mondo,
da
noi
goffamente preso a riferimento, solo un’espressione culturale, ma
non
costituiscono dei centri di potere. In Italia i Ssd sono delle
corporazioni
di eredità fascista, dove proliferano clientelismo, nepotismo e
altro.
Il
Rettore porta ad esempio, impropriamente, il caso limite della Big
Science
(esempio Fisica Sperimentale) nella quale lavorano molti
ricercatori,
che
producono un numero elevato di pubblicazioni a più nomi, a
differenza
di
quello che si verifica, per esempio, per i fisici teorici. Forse i
tanti
fisici sperimentali che partecipano ad un grande progetto della Big
Science
(come ad esempio la scoperta del bosone di Higgs al Cern) solo lì
per
fare
numero? Forse non c’è alcun merito dei ricercatori che partecipano
a
tali
grandi progetti? Per quanto riguarda l’utilizzo delle mediane,
ritengo
che
un sistema che decide di affidare la valutazione dei meriti
personali
facendo riferimento a valori statistici di gruppi (Ssd), non è
molto
diverso
dal fatto che i Napoletani onesti sono singolarmente costretti a
pagare
polizze assicurative elevatissime solo perché a Napoli ci sarebbero
più
incidenti. I contratti sono personali, non di gruppo. E ogni
ricercatore
deve essere valutato nel merito a livello personale e non sulla
base
di
valutazioni di gruppo. Se la valutazione si riduce all’applicazione
di
algoritmi basta affidare i giudizi a computers, che certamente,
essendo
oggetti stupidi non interpreterebbero, e certamente commetterebbero
meno
errori di tanti qualificati Commissari (tra l’altro con un notevole risparmio per l’Erario). Nel contesto più generale c’è da dire che
per
riformare l’Università Italiana ci sono due draghi da sconfiggere: l’egualitarismo ideologico e ipocrita (che alimenta esso stesso diseguaglianze reali) e il corporativismo cinico di caste e
notabilati
accademici. Il rettore da persona intellettualmente onesta qual è,
sa
benissimo che nei Paesi anglo-sassoni alla base del sistema
valutativo
(che
è sempre personale) c’è un valore fondante assoluto: l’etica
personale.
In
Italia questo valore semplicemente non esiste, e ne deriva che una
cosa
seria, come l’università, sia gestita citando il rettore, come “’a
pazziella
in mano ‘e creature”.
Benedetto De Vivo Prof. Ordinario di Geochimica Ambientale Università di Napoli Federico II DISTAR-Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle
Risorse
Via Mezzocannone 8, 80134 Napoli, Italy Tel. +39-081.2535065; Fax +39-081.2535061 email: bdevivo@unina.it; Web: www.fluidenv.unina.it
Adjunct Prof. Virginia Tech, Blacksburg, VA, USA Chief Editor of Journal of Geochemical Exploration www.elsevier.com/locate/gexplo http://www.sciencedirect.com/science/journal/03756742 Associate Editor of American Mineralogist www.minsocam.org Associate Editor of Mineralogy and Petrology
http://www.springer.com/earth+sciences+and+geography/geology/journal/710
Southern Europe Councillor of the Association of Applied
Geochemists
Geochemical Atlas of Europe (FOREGS) | GEMAS | Geochemistry of
European
Bottled Water | Mineral Waters of Europe
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it]
Per
conto di
Patrizio Dimitri Inviato: Friday, November 22, 2013 2:05 PM A: Università e Ricerca Forum Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: REAZIONE!
Cari colleghi,
Come sapete bene, la situazione negli atenei e nei centri di
ricerca
è
sempre più grave.
Alla cronica e progressiva riduzione dei finanziamenti, ora si è
aggiunta
anche la cancellazione del Prin 2013. La competizione, già molto
serrata,
sta toccando punte inaudite e sta producendo un gioco al massacro
dove
gruppi anche produttivi rischiano di essere spazzati via.
Come se non bastasse, a tutto ciò si sono aggiunte le ripercussioni
dovuto
all'uso della bibliometria automatica e quantitativa dell'Anvur,
per
valutare università, enti di ricerca e ricercatori. Sono sotto gli
occhi
di
tutti i risultati aberranti della recente della VQR. Per non
parlare
delle
ASN con le maree di candidati che si sono presentati, con le
commissioni
nel
caos e con risultati che non rispecchiano necessariamente qualità e originalità della ricerca dei candidati. E che ne dite della storia
delle
mediane per selezionare coordinatori del dottorato e relativi
membri
della
giunta?
Le mediane stanno diventano una pericolosissima arma impropria
finalizzata
ad una vera e propria "eugenetica" della ricerca. E' chiaro che
quelli
che
si ritrovano avvantaggiati dal sistema Anvur siano un po'
recalcitranti a
spingere per modificarlo o abbandonarlo del tutto. Ma io credo che,
al
di là
del tornaconto personale, bisognerebbe avere l'onestà
intellettuale
di
ammettere che la valutazione non è questa e che questo sistema non
può
altro
che accelerare il declino totale di università e ricerca.
Su questi e altri argomenti ho scritto una lettera aperta che è
stata
pubblicata di recente su Europa
http://www.europaquotidiano.it/2013/11/11/caro-letta-universita-e-ricerca-so
no-ancora-figlie-di-un-dio-minore/ e altri articoli apparsi nel tempo sul blog Roars (http://www.roars.it/online), un sito che vi consiglio di
consultare
in
quanto strumento di informazione molto utile per tutti noi.
Segnalo inoltre un bell¹articolo apparso esattamente due anni fa
sempre
su
Roars (in tempi non sospetti), dove Jacopo Meldolesi con una seria
e
approfondita analisi metteva a nudo i vari difetti della
bibliometria
dell'Anvur
http://www.roars.it/online/valutazione-della-ricerca-in-biologia-e-medicina-
si-puo-fare-anche-per-bene/ Jacopo Meldolesi aveva previsto con un certo anticipo i problemi
che
si
sono
creati oggi in seguito all'uso selvaggio delle mediane e vedeva
come
possibile un altro tipo di valutazione, sicuramente più affidabile
e
oggettiva di quella partorita dalle menti eccelse dei sette saggi dell'Anvur. Purtroppo le cose sono andate diversamente.
Oggi quando parlo con molti colleghi, noto un enorme senso di
rabbia
e
delusione, che però sfocia in una triste rassegnazione che sta
avendo
il
sopravvento: si accetta tutto senza fiatare e si pensa solo a
sopravvivere.
Un domani accetteremo anche di pulire i gabinetti, se questo ci
sarà
imposto
dal rettore o dal ministro di turno. Come siamo arrivati a questo
punto?
Non
credo sia giusto, nei nostri confronti ma soprattutto per i più
giovani.
Dobbiamo reagire e pensare a delle forme concrete e vivaci di
reazione
e
di
protesta, allo scopo di ribaltare questa situazione di degrado.
Nel frattempo, credo sia il caso di ravvivare la petizione contro
l¹uso
della bibliometria, che avevamo aperto a giugno scorso: ecco è il
link,
diffondetelo anche tra i giovani http://www.petizioni24.com/forum/60788#1
Un saluto a tutti, Patrizio Dimitri
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
impostazioni:
https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
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Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
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Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php