Il giorno 24-02-2009 10:16, Enrico Valdinoci, valdinoc@axp.mat.uniroma2.it ha scritto:
Ragazzi, scusate: ma siete sicuri???????????????
Cosi' saremo tutti idoneissimi a qualsiasi cosa - a parte che rischiamo di esaurire le poche risorse rimaste all'universita`, ma in ogni caso facciamo una figuraccia galattica con l'opinione pubblica (c'e' la crisi e noi ci autopromuoviamo tutti).
Ma e` poi un'offesa per qualcuno rimanere ricercatore (pardon, professore di terza fascia) a vita? E` solo la carriera a determinare la soddisfazione sul lavoro? Mah, come disse quello ``ma se io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto e le attuali conclusioni, credete che per questi quattro soldi, questa gloria da XXXXXXX, avrei scritto canzoni?'' Forse ci stiamo prendendo troppo sul serio. Ciao, E.
On Tue, 24 Feb 2009, Guido Mula wrote:
Cari tutti,
L'idoneità svincolata dai posti è una cosa a mio avviso sacrosanta, e la sola che possa eliminare l'aberrazione nata con i concorsi limitati.
Innanzitutto eliminerebbe la frustrazione permanente di chi non può mai neanche dimostrare di avere i titoli, data l'esiguità dei posti rispetto ai possibili candidati. Con la lunga fila di attesa e la scarsità di posti messi a bando, le chance di avere l'idoneità non sono alte e tendono attualmente a sparire frustrando e demotivando i più. Oltretutto al governo vogliono tanti ricercatori (ricordo: ad esaurimento nel 2013) e non professori, come se questi non servissero.
Le idoneità svincolate da assunzioni e libere sul numero potrebbero finalmente permettere di diventare idonei a tutti coloro che avessero raggiunto i requisiti sufficienti. Tuttavia, dato che non si può pensare di far passare tutti di livello entro la scadenza della validità, non ha senso imporre una sola valutazione, ma deve essere possibile ripeterla nel tempo. Sia per chi non ha avuto l'idoneità inizialmente sia per chi la ha avuta ma non ha avuto la possibilità di diventare professore.
Mi sembrerebbe poi alquanto restrittivo imporre a chi vuole tentare di avere l'idoneità una sola chance. Oltretutto, tutti possono migliorare con il tempo e non vedo perché non riconoscere questo fatto.
Cordialmente,
Guido Mula
Guido Mula Ricercatore Universitario Dipartimento di Fisica Università di Cagliari
On 24/02/09 08:40, "Alberto Girlando" alberto.girlando@unipr.it wrote:
quella del giudizio di idoneità, sulla base di criteri oggettivi e minimi tipo quelli che si vanno elaborando per i concorsi attuali. UN SOLO GIUDIZIO (non due, tre, quattro), dopo di che tutti quelli che non lo superano sono messi in ruolo ad esaurimento fino ai 40 anni di carriera.
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni: http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/lettera.html
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I criteri di promozione proposti da alcuni di voi hanno vantaggi e svantaggi. Nell'ipotesi migliore, si risolverebbero le questioni relative a persone meritevoli, che hanno visto bloccate le loro aspettative dagli attuali, inesistenti, meccanismi concorsuali. Per queste l'idoneità avrebbe senso. Non vorrei, e mi auguro non si voglia farlo, che si attivasse un meccanismo "todos caballeros", che favorisse persone non meritevoli (ce ne sono, purtroppo). Visto il populismo dell'attuale governo, questa opzione sarebbe fattibile, magari a costo zero. A lungo termine, pero', essa risulterebbe distruttiva. Basti pensare a quanto è successo in passato nei concorsi che vedevano esplicitati interessi di gruppi, o sedi, (ad es. "bandisco due concorsi per avere la sicurezza del posto per un interno, od un sodale"). Nella gestione dei concorsi a livello internazionale, esistono meccanismi che temperano il clientelismo (che esiste anche altrove) con la necessità di promozione per persone meritevoli. Basterebbe attivare meccanismi analoghi. Ci sarebbero altre alternative. Una è quella attiva in certe istituzioni straniere. Essa richiede che il candidato maturo per una promozione si sottoponga al giudizio di un panel (internazionale o nazionale), che ne valuti la congruità con il rango internazionale medio pertinente ad una data posizione (associato od ordinario) e classe di concorso. Questo meccanismo favorirebbe candidati che hanno produttività comparabili con quelle richieste in università straniere. Camillo La Mesa