Faccio osservare che relativamente ai nobel italiani, l'unico nobel "italiano" recente in campo scientifico è Carlo Rubbia (lascio da parte Natta che è italiano da tutti i punti di vista ma è molto precedente), che ha studiato in Normale è poi andato all'estero nelle fasi iniziali della sua carriera, prima di essere assunto al CERN, che a tutti gli effetti è un laboratorio italiano nel senso che l'italia è il terzo contributore dalla sua fondazione piu' di 50 anni fa. Per cui è la dimostrazione provata che quello che dice Riotta è falso, nonché del fatto che il sistema italiano puo' produrre risultati di rilievo se la filiera è quella giusta.
Naturalmente non mi sfugge il fatto, grave, che quando Rubbia ha cercato di rientrare nel nostro paese è stato prima bocciato ad un concorso di professore universitario e poi, avuta una cattedra per chiara fama a Pavia dopo che era in pensione dal CERN, non appena sono passati pochi anni ed ha raggiunto i limiti di età secondo la burocrazia italiana gli è stato dato il benservito senza tanti complimenti e se ne è andato.
Ma dal punto di vista della posizione (mistificatrice) di Riotta, il caso di Rubbia è il controesempio corretto. Purtroppo l'unico e con uno strascico che non fa molto onore al nostro sistema universitario.
Roberto Battiston
On 27/10/10 16:50, "Alberto Lusiani" alberto.lusiani@pi.infn.it wrote:
Caro Giulio,
2010/10/27 Giulio Peruzzi peruzzi@pd.infn.it:
Cerco di evitare di intervenire in questa lista come su altre, perché finisce che si moltiplicano messaggi e alla fine si dilusice il tutto.
Ma siccome Lusiani ha fatto una serie secondo me eccessiva di affermazioni "per quanto ne risulta a lui" che non sono corrette mi preme inviare una risposta fatta dall'amico e collega Roberto Livi in una serie di scambi avvenuti tra
quanto ho scritto e' corretto solo entro le mie limitate conoscenze e sono sempre disponibile a imparare e aggiornare!
[...]
Del resto la sua risposta qualifica l' ignoranza del personaggio su una lista quasi infinita di temi, di cui passo ad elencare i principali:
- la dimensione internazionale della ricerca in fisica;
vero
- i mezzi messi a disposizione della medesima in Italia, confrontati
con quelli di altri paesi;
ritengo che nello specifico settore della Fisica, e particolarmente nella Fisica delle Particelle, la ricerca italiana non sia sottofinanziata rispetto agli altri Paesi. Eventualmente possiamo discutere di dati quantitativi.
- la fuga dei giovani ricercatori, che sta dissanguando la fisica italiana;
questo e' vero, comunque i numeri degli uscenti sono paragonabili ad altri Paesi (esistono studi quantitativi), la vera differenza e' che il sistema accademico italiano prende quasi zero dal resto del mondo (circa 1/2 rispetto alla Spagna, in rapporto agli accademici residenti, credo). Questo conferma l'incapacita' dell'Accademia italiana di valorizzare il merito, sia italiano (che poi vince all'estero) sia dal resto del mondo in Italia.
- Theodor Hensch che venne insignito del Nobel quando lavorava al Lens di
Firenze con un' equipe italiana;
Questo Nobel purtroppo conferma quanto ho scritto nel messaggio precedente.
Dalla autobiografia di Haensch per il Nobel
(http://nobelprize.org/nobel_prizes/physics/laureates/2005/hansch-autobio.htm... )
risulta che e' stato valorizzato e ha lavorato in USA (Stanford) e Germania (Univ. Monaco). Ha preso il Nobel per ricerche condotte in Germania alla fine degli anni '90. Gli ultimi lavori documentati nell'autobiografia risalgono al 2003. Haensch non cita mai ne' l'Italia ne' Firenze come datori di lavoro o luoghi di lavoro. Nel 2005 si trovava ~64enne a Firenze, piu' o meno ospite, secondo quanto risulta dall'autobiografia, in cui rigrazia in particolare "Professor Salvatore Califano and Massimo Inguscio at the University of Florence, Italy, who gave me the opportunity to participate in the creation of the European Laboratory for Nonlinear Spectroscopy (LENS) and to teach a course on laser spectroscopy to Ph.D. students at the University of Florence in the enchanting hills of Arcetri".
Certamente non risulta che Haensch abbia preso il Nobel per lavori condotti in Italia, pagati dall'Italia, con ricercatori italiani. Risulta semmai che si trovasse ospite a Firenze, vicino all'eta' tipica del pensionamento in Germania, nell'anno in cui ha preso il Nobel per ricerche condotte precedentemente in Germania.
Poi sono d'accordo con molte, anche se non tutte, le critiche a Riotta, ma credo indebolisca la nostra situazione se non prendiamo atto serenamente dei fatti che mostrano sia meriti ma anche che demeriti dell'universita' italiana. Citare Hansch secondo me risulta contro-producente per chi volesse approfondire seriamente le nostre ragioni.
Saluti,