Cari tutti, Mi dispiace di inviarvi queste considerazioni solo adesso a cose fatte, ma sono stato fuori. Ho firmato l'appello perche' condivido l'impostazione centrale di dare peso ai dipartimenti, eliminando o almeno cambiando le facolta' (e I CCL), proposta che faccio fin dai tempi della sperimentazione. Tuttavia ci sono due punti su cui sono in totale disaccordo: 1) Anche se "limitatamnete ad una fase transitoria, un eventuale concorso per il conseguimento di un¹idoneità nazionale per l¹accesso alla docenza" codificherebbe secondo me la scelta del candidato meno bravo senza piu' necessita' di giustificazioni. Sarebbe difficile negare l'idoneita' in un'ampia rosa di nomi a livello nazionale. 2) Il secondo punto su cui dissento e' piu' rilevante, perche' mentre il primo agirebbe su una situazione che e' gia' fortemente deteriorata e la soluzione indicata non la migliorerebbe ma certamente non potrebbe in pratica renderla peggiore di quella attuale, il secondo punto aprirebbe la strada al potenziamento e alla proliferazione di strutture che sviluppatesi negli anni per sottogoverno vorremmo invece abolire.
"...si propone di introdurre la possibilità di operare una scelta volontaria e reversibile fra carriera scientifica e carriera didattica, con la possibilità per quei colleghi che optino per quest¹ultima, sospendendo o limitando l¹impegno nella ricerca, di essere valutati solo in base alla didattica svolta."
Sono convinto che non si possa fare buona ricerca (salvo rare eccezioni) senza superare una soglia di competenze che permettano la formazione di ³scuole² di ricerca. Questo aspetto coinvolge anche l¹insegnamento perché una didattica, che offra ai giovani un metodo di lavoro facilmente rinnovabile nei contenuti e che susciti in loro interesse e curiosità, non può essere fatta al di fuori di un contesto di ricerca vivace e stimolante. Il dipartimento, deve essere inteso, e cosi' mi pare sia inteso nel documento, come la struttura che dovrebbe recuperare l¹università al1a produzione scientifica, configurata non come somma di singoli prodotti marginali di ricerca, ma come prodotto culturale globale sia nella sua formazione che nella trasmissione. Come si puo' pensare a livello universitario di separare i due scopi? Un caro saluto, Carlo Di Castro