cari colleghi, il problema di fondo è che in generale queste iniziative le fanno le organizzazioni sindacali.
Credo che ad esempio la Magistratura, che è fortemente sindacalizzata, si sia mossa subito per proteggere i propri interessi.
Noi professori universitari, per una lunga storia e tradizione, abbiamo sempre avuto la idea di essere degli individui totalmente autonomi che ci gestiamo il nostro tempo, i nostri corsi, i nostri esami un po come ci pare, con tutte le storture che questo comporta.
In compenso quindi non esistiamo come categorie politiche se non come piccoli o grossi gruppi di potere accademico.
Un tempo questo era compensato da una forte presenza di professori universitari in parlamento.
Non è un caso che la cosa che preoccupa di piu molti colleghi è un consiglio di amministrazione che possa in qualche modo controllarci.
Nella nostra iniziativa avevamo cercato di individuare anche alcune di queste storture corporative ma la realtà è che è difficile che una corporazione si autoriformi e quindi saremo riformati dall'esterno.
Questo con tutti i difetti che una tale operazione potrà comportare.
Ora a me sembra che il ddl Gelimini non sia questa grande rivoluzione, razionalizza alcune cose e ne complica delle altre. Il vero punto interrogativo è sulle risorse e quindi sulla dinamica futura delle carriere, del passaggio dei ricercatori ad associati, dei nuovi posti, del diritto allo studio insomma della quota del PIL dedicata alla Università e ricerca.
Quindi è proprio sulle strategie a medio e lungo termine che si gioca la partita, su quali risorse metterà in campo il governo su quale debba essere la situazione a regime etc.. Temo però che, ad una classe politica che vive alla giornata fra risse e dossier o tutta presa a fare cassa, sia difficile chiedere una visione di lungo termine.
Purtroppo qui si vede tutta la inadeguatezza del mondo accademico, a cominciare dai rettori e dai presidi che si accontentano di un piatto di lenticchie pur di far funzionare la baracca senza porsi il problema del domani.
Il quale domani potrebbe essere molto traumatico se resteranno migliaia di ricercatori bloccati in una classe ad esaurimento e moltissimi giovani altamente qualificati senza alcuna prospettiva e se si blocca l'ascensore sociale come sta drammaticamente succedendo.
claudio