caro Guido mi pare che un tempo Mao Tse Tung pensasse che la confusione che regna sotto i cieli fosse foriera di grandi rivoluzioni. Aveva torto, da noi la confusione regna da sempre e porta solo ad altra confusione.
siamo credo l'unico paese al mondo in cui la "riforma universitaria" non è un atto di cambiamento elaborato razionalmente e razionalmente portato a termine, ma un topos della politica, ogni imbecille che diventa ministro propone la sua in una specie di versione politico--pop della "storia infinita".
Bisogna ricominciare dall ABC e cioe` che le cose che si propongono e si decidono poi bisogna implementarle (e correggerle se funzionano male), bisogna avere certezze sui fondi, sui tempi di erogazione degli stessi, sui meccanismi del ricambio generazionale, bisogna che chi è in una istituzione a tempo determinato lo sia davvero, ossia dopo 2-3-4 anni o entra o è fuori. Ovviamente questo vuol dire saper gestire la cosa pubblica.
Bisogna che non ci siano i docenti che lavorano tre mesi l'anno (forse ora questo non è più vero?) o che si vedono nei dipartimenti una o due ore alla settimana quando va bene, etc.. Bisogna capire che si può lavorare nell'Università anche svolgendo funzioni diverse in modo dignitoso. Non fare finta che tutti sono uguali, se mettete in una commissione un premio Nobel e due cogli... la maggioranza la fanno i due.
Bisogna che i rettori non siano politicanti bene ammanicati con partiti e sindacati, dispensatori di favori.
Bisogna costruire case degli studenti e non lasciarli in balia di un mercato in cui un posto letto magari costa trecento euro al mese (se non è nel frattempo aumentato).
Bisogna favorire sia l'istruzione di massa che le scuole selettive di eccellenza (è poi veramente impossibile coniugare queste due necessità?), sono esigenze diverse ma complementari.
Non vogliamo avere penuria di laureati ma non vogliamo neppure che le eccellenze scappino tutte dal paese. Inoltre i poli di eccellenza possono diventare sentinelle dello stato generale della ricerca e punti di riferimento per i giovani. Questa è una cosa che la sinistra non ha mai molto capito (della destra non vale neppure la pena di parlare).
On Jan 4, 2013, at 9:14 AM, Guido Mula wrote:
Caro Claudio,
Mi rendo conto che impostare le cose in questo modo possa essere “eccessivamente rivoluzionario”.
Ma mi chiedo davvero cosa sia possibile ottenere con solo una (pur indispensabile e indilazionabile) iniezione di fondi. Dopo la modifica della legge 240/10, le università sono cambiate in modo estremamente verticistico con casi di “baronismo acuto” come quello di Catania ma non solo. Se il sistema di gestione delle risorse non cambia, i soldi potranno solo continuare ad andare ai soliti noti. L’unico modo per cambiare davvero è far sì che lato Stato e lato Università tutto funzioni in modo diverso, con una indispensabile responsabilizzazione di chi gestisce i processi e identificazione di obiettivi veri che non siano vaghi e indefiniti “razionalizzazioni”, “sfoltimenti”e simili.
Se il PD non se ne farà carico (e finora ha innegabilmente dato notevoli segni di sfilacciamento e di poca o assente capacità di proporre in modo compatto scelte in questo campo) saremo, come adesso, nelle mani di questi pseudo economisti che ragionano solo in termini di mercato, per ritrovarci con le proposte di un senatore PD e del fratello (Pietro e Andrea Ichino) che sulla base di dati incompleti, con analisi parziali e inconsistenti, e con previsioni sul proprio modello con imbarazzanti errori di impostazione (se volete vi inoltro un'analisi dettagliata (una ventina di pagine) della loro proposta), sostengono un modello di prestiti agli studenti secondo il quale le università i cui ex studenti non guadagneranno abbastanza (e lo stipendio di chi diventasse Associato a 30 anni sarebbe appena sufficiente) saranno penalizzate perché, secondo loro, una laurea vale solo se porta a stipendi da favola.
Le nostre prospettive sono infauste, ma se non lottiamo per migliorare il sistema non avremo solo possibili infauste prospettive ma tristi certezze.
Cordialmente, Guido
On 03/01/13 19.42, "claudio procesi" procesi@mat.uniroma1.it wrote:
sono d'accordo e ricordo incidentalmente le regole demenziali di alcuni bandi per il 40%, il sostanziale fallimento dell'esperienza CIVR, gli enormi problemi dell'ANVUR per alcuni aspetti dilettanteschi della sua gestione etc. etc.
temo che questo pero` vada al cuore dei problemi dell'amministrazione dello stato e della visione arcaico burocratica della stessa.
Spero di sbagliarmi ma ho qualche dubbio che l'anima piu` di sinistra del PD capisca queste problematiche.
claudio procesi
On Jan 3, 2013, at 6:09 PM, Guido Mula wrote:
Caro Luciano,
Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Membro dell'Accademia dei Lincei
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/