due note,
PRIMA nella "corporazione Università" c'e` stato sempre chi i e` stato sempre in minoranza, non tanto per una questione di comportamenti corretti o scorretti ma per una visione diversa di cosa sia corretto o meno. Questo viene essenzialmente dalla politica, ovvero nel tracciare un modello di Università funzionale alla propria visione o peggio nel non sapere prevedere gli effetti delle decisioni prese.
Io ho gettato la spugna quando si introdusse nei concorsi la regola delle tre idoneità. Qui il punto non era quello se fosse più o meno giusto allargare la platea dei professori ordinari o associati, quanto la inevitabile conseguenza della paralisi dello scambio fra Università. Alcuni Dipartimenti hanno tentato di mettere delle barriere, non assumere i propri idonei, ma a me era chiaro che questo, almeno nei dipartimenti scientifici, era impossibile, ho sbagliato? forse ma significava introdurre un clima di odio nei Dipartimenti contro i "cattivi" che non volevano promuovere i colleghi, promozioni che, cosî andava la vulgata, erano a "costo zero" , poi di fatto quelli che hanno provato a bloccare qualche idoneo, dopo mesi di lotte intestine hanno dovuto cedere. Ora il vero costo lo conosciamo.
L'ultimo schiaffo lo ho ricevuto da due mediocri algebristi che mi hanno messo in minoranza in un concorso di ricercatore per il mio gruppo, loro che non capiscono nulla della matematica che faccio mi impongono un loro candidato come collaboratore, ve lo immaginate questo a Cambridge, Harvard etc.. Naturalmente per il mondo esterno ero io "il barone" che volevo imporre un mio candidato contro "la trasparenza del concorso". Che poi io avessi lavorato una vita per formare giovani algebristi brillanti era del tutto irrilevante, come se il patron della Trabant imponesse i tecnici alla Ferrari. Quindi francamente: di che stiamo parlando?
SECONDA Purtroppo la voglia di recriminare è sempre grande (e la vecchiaia la peggiora), ma oggi bisognerebbe fare un punto operativo sul futuro. Qui la caratteristica principale è che tutto pare bloccato, i tempi delle decisioni operative sono sempre più lunghi e nel frattempo i tempi di un giovane ricercatore sono brevi e quindi chi può scappa. Il rischio è di trovarsi solo seconde scelte per il futuro dell'Università. Su questo dovremmo cercare di avere risposte dal ministro che credo conosce bene la situazione.
Claudio
On Oct 27, 2013, at 3:17 PM, Alberto Lusiani wrote:
2013/10/27 Benedetto De Vivo bdevivo@unina.it:
Caro Giuseppe il centro delle mie posizioni é che prima di prendersela con il Legislatore di turno, bisogna guardare all'interno della corporazione Università. Dire che la colpa é sempre e comunque di chi ci governa é molto semplice per mettere a posto la coscienza. Non sono un grande esperto di regolamenti, per
Sono completamente d'accordo con questo atteggiamento.
Tuttavia e' necessario prendere atto che empiricamente, nei fatti, i comportamenti umani sono influenzati dagli incentivi che sono stabiliti dalle norme formali oltre che dalle norme informali determinate dal giudizio della societa' sulle nostre azioni.
L'economista S.Lewitt mostra come, quando sono presenti incentivi a comportarsi in maniera scorretta per vantaggi personali, nella media statistica, anche persone istruite, come gli insegnati di liceo USA, oppure persone caratterizzate da rigidi codici d'onore, come i lottatori sumo giapponesi, si comportano effettivamente in maniera scorretta.
Quindi e' giusto comportarsi correttamente per seguire i propri principi, e contribuire a stigmatizzare comportamenti scorretti nel proprio gruppo (questa una grossa mancanza tipica di tutte le corporazioni italiane), ma e' opportuno anche fare il possibile perche' il sistema di incentivi determinato dallo Stato favorisca i comportamenti corretti (specie nel senso di equi e utili alla societa' e all'efficienza complessiva) e punisca i comportamenti scorretti.
Cordialmente,
Alberto _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Membro dell'Accademia dei Lincei
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/