Indipendentemente dai criteri di valutazione, sono le conseguenze che mi scoraggiano. Il CIVR ha valutato molto bene l'area chimica della mia universita`. I risultati del CIVR hanno influito piuttosto marginalmente sulla quota premiale dell'FFO. L'FFO riguarda tutto l'ateneo; tagli e premi sono stati distribuiti equamente fra tutti i dipartimenti. Sono stufo di perdere tempo (anche) con la valutazione, se non ci sono conseguenze. Meglio allora distribuire le risorse a pioggia: chi le sa usare meglio, sopravvivera`.
E non chiamatemi conservatore: io ho lottato e protestato insieme a studenti e ricercatori, fino a fare infuriare i miei colleghi di facolta` quando abbiamo bloccato l'inizio dei corsi; ma alla fine siamo rimasti in minoranza.
Maurizio Persico
On 22/01/2013 09:30, Mauro Dorato wrote:
Se continuiamo a ragionare come il prof. Pascarella (ovvero, lo sviluppo futuro è quello ma intanto teniamoci il sistema esistente, che pure non va) non cambierà mai nulla in questo paese. Questo modo di ragionare, video meliora sed deteriora sequor è fonte di conservatorismo. Non si debbono valutare solo gruppi di ricerca, perché in questo modo i singoli dipartimenti non sono responsabilizzati nel reclutamento. Il fatto che il valore di un ateneo dipenda da quello delle sue componenti mi sembra inevitabile. Se l'obiettivo è forzare scelte virtuose, e spezzare le "reti baronali", dobbiamo necessariamente considerare il dipartimento come unità di valutazione. Così avviene dovunque l'università funziona bene. La esperienza VQR Anvur è importante e non la boccerei in toto, come è stato importante il CIVR. Gli errori fatti si possono sempre correggere in futuro. Da qualche parte si deve pur cominciare.