Cari colleghi,
Un concorso nazionale unico dovrebbe essere migliore di tanti concorsi locali dove è più facile piazzare figure di basso rilievo, ma questa abilitazione nazionale aperta rischia di produrre una valanga di idoneità, a meno che non si mettano dei seri paletti di valutazione e al momento non mi sembra di vederne. Quindi non sono così convinto che in questo modo si garantirà una grande scrematura. Come al solito dipenderà dall¹onestà e dalla serietà dei commissari.......
Inoltre, un listone generico di idonei dove gli atenei sono liberi di ³pescare² può riprodurre le solite probematiche, ovvero non chiamare il più bravo ma quello che la sede ritiene il ³più indicato² per i più disparati motivi che non mi metto ad elencare.
Per quanto riguarda poi la presenza dei solo ordinari nelle commissioni, a me in generale sembra una scelta sbagliata anche per le motivazioni. E¹ anche offensivo dare per scontata la ricattabilità di ricercatori e associati. Può esserlo in certi ambienti dove prevalgono comportamenti servili, ma per favore non generalizziamo. E poi non mi sembra che questo problema della ricattabilità non sia mai stato sollevato prima. Ma anche se fosse la pura verità, allora per aumentare il tasso etico delle commissioni che facciamo? Diamo tutto il potere decisionale nelle mani dei ³ricattatori²? Veramente una bella garanzia, non c¹è che dire!
In una delle bozze del disegno di legge ho letto che per l¹abilitazione ad ordinario gli associati dovrebbero fare una lezione. Vi risulta?
Saluti, Patrizio Dimitri
Io non ho capito perche' ci stiamo agitando tanto. Questi concorsi saranno gli ultimi con le vecchie regole. Cambia soltanto la formazione delle commissioni che, se ho ben capito, di fatto si formeranno per sorteggio perche' le aree che hanno molti piu' ordinari del triplo di quelli necessari sono pochissime. A parte l'inutilita' dell'elezione che visti i numeri in gioco si poteva eliminare, il sorteggio dovrebbe garantire una maggiore casualita' nella formazione delle commissioni. Comunque, mi pare piu' utile pensare alle nuove regole concorsuali. A me non sembrano tanto male perche' come diceva Procesi l'abilitazione nazionale aperta e' una pirma scrematura e, essendo aperta, non dovrebbe lasciar fuori i piu' bravi. Poi sono d'accordo con la proposta di Barbieri di valutare i dipartimenti secondo la politica di "chiamate" che faranno.. e lascerei perdere i distinguo, perche' certo, errori di valutazione si possono sempre fare ma credo sia piu' importante lavorare sui grandi numeri in questo momento. Per quanto riguarda le commissioni di soli ordinari a me sembra una scelta di garanzia per i candidati. E' un dato di fatto che i ricercatori e gli associati spesso sono ricattabili, e comunque sono in una situazione di debolezza e non ci vedo nulla di offensivo per le categorie nel riconoscerlo. Insomma, io credo che dovremmo batterci perche' il ministro non annacqui la proposta realtivamente alle procedure concorsuali, perche' certamente ci saranno forti pressioni in direzione contraria, perche' nulla cambi. cordiali saluti, Patrizia Vitale dip. fisica federico II
Andrea Cantini ha scritto:
Le osservazioni sacrosante fatte da tanti colleghi mi inducono a pensare che ci dovrebbe essere una opposizione davvero forte, e a pensare semplicemente in termini gandhiani ("boycott English goods..."): se si ritiene irrazionale il meccanismo, perché non si boicottano le elezioni? Si tratta di una proposta provocatoria ovviamente, ma sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i colleghi.
Certo, immagino i controargomenti : si bloccano le legittime speranze di tanti giovani e colleghi meritevoli in attesa; giusto, i concorsi si devono fare. Non posso nergarlo.
Ma di nuovo rendiamoci conto che, accettando, si cede ancora una volta a un ricatto da parte dei politici: la solita tecnica del legifereare in situazione di emergenza, sentendo gli umori della piazza e dei colleghi che fanno opinione dai mezzi di comunicazione che contano, e rendendo ineluttabile l'intervento legislativo.
Per inciso, la bontà di una legge e di una procedura concorsuale si misura anche con il suo grado di applicabilità, che si verifica accertando prima di tutto se sia è possibile fare i concorsi con cadenza regolare, senza mobilizzare un apparato burocratico insensato e far decidere poi anche al caso e alle solite coalizioni di potere, in barba ai criteri di una corretta valutazione. Ditemi allora ancora una volta dove sta la bontà dei nuovi (= veccchi) meccanismi. Un cordiale saluto,
Andrea Cantini Dipartimento di Filosofia Università di Firenze
----- Original Message ----- From: "Carlo Traverso" traverso@posso.dm.unipi.it To: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Cc: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Tuesday, March 31, 2009 10:05 AM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] votazioni
> "Enrico" == Enrico Valdinoci valdinoc@axp.mat.uniroma2.it writes: >
Enrico> Cari amici,
per sottolineare e rendere a tutti chiara la assurdita' delle nuove norme con le quali si vorrebero nominare le commissioni per i futuri concorsi (votazioni con elezione di un numero di commissari pari al triplo di quelli necessari e per ogni posto a concorso, e poi estrazione), vorrei proporre che ciascuno di noi voti per se' stesso...
Enrico> Al contrario, io vorrei proporre di fare le persone serie. Enrico> Ciao, E.
C'e' poco da fare, che ciascuno voti per se' e' l'unico modo di evitare tante elezioni suppletive. Se i votanti sono meno del doppio degli eleggibili, ne segue che l'ultimo degli eletti ha un voto o meno.
Guardiamo come sono messi, ad esempio, i settori matematici
Settore Concorsi Da eleggere Eleggibili 01 1 12 12 02 3 36 47 03 5 60 160 04 1 12 20 05 19 228 287 06 7 84 42 07 10 120 131 08 10 120 67 09 9 108 55
65 780 821
Poi informatica ha da eleggere 276 su 224 eleggibili, fisica sperimentale 504 su 299, fisica teorica 96 su 122, chimica generale 156 su 194, chimica analitica 84 su 80, botanica generale 48 su 31, ecc.
Io vorrei proporre che fossero i nostri governanti a fare le persone serie, ad esempio che prima di fare una legge considerassero le conseguenze della sua applicazione.
Carlo Traverso
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