Non so se sentirmi offeso o divertito: ho provato a fare un discorso di
responsabilità CONDIVISA, di impostazione più corretta, a mio avviso, di un
ragionamento che finora vede come colpevole UNICO l'università, usando anche
numeri e parametri internazionali, e mi si da del bolscevico, del retorico,
dello sprezzante, del parziale e perfino, fra le righe, del disonesto. Forse
qualcuno dovrebbe provare a ragionare con più calma e a guardare il quadro
generale, provando anche a rispettare le opinioni altrui.
Qui mi fermo. Scusate il terzo mail della giornata.
--
Guido Mula
Ricercatore Universitario
Dip. Fisica - Cagliari
On 28/07/09 16:03, "Luca Solari"
luca.solari@unimi.it wrote:
> Sono dispiaciuto di vedere che a considerazioni specifiche si risponde con
> argomentazioni generiche e che il taglio è politico e non tecnico (quanti TD
> stabilizzati a bilancio ma cofinanziati su ricerche magari episodiche? Quante
> chiamate senza uno straccio di pianificazione? Quanta retorica del 'che palle
> andare in aula'? Ecc.). Ho 42 anni e sono di ruolo da 8 anni, prima come va di
> moda facevo il precario; sono un po' stufo del modello di governo interno
> costruito su un simulacro di democrazia e con me molti altri, scusate! Non ho
> sostenuto che la responsabilità della condizione generale dell'istruzione in
> Italia sia degli accademici. Basta saper leggere e interpretare con quel
> minimo di rispetto per l'intelligenza altrui come sostiene il principio di
> Grice.
> Le regole del finanziamento erano chiare da tempo e i comportamenti sono stati
> irresponsabili. Su questo non vedo giustificazione che regga. È un dato di
> fatto se siamo onesti. Se siamo di parte (e respiro questo) allora è inutile
> discutere.
> Confermo che da non schierato politicamente mi si conferma l'impressione che
> sia proprio questo atteggiamento che fa avere ragione ad un governo che ha
> torto. E purtroppo è quello che si respira troppo spesso in università dove
> chi decide è irresponsabile magari perché di ragionieristico non ha nulla e se
> ne fa vanto nel nome di una cultura che erige a privilegio. I beni pubblici lo
> sono anche perché il pubblico li riconosce tali e non per diritto divino!
>
> Il nemico dell'università (e del paese) è questo bolscevismo di maniera che
> porta pochi, sprezzanti a ritenersi tributari di tutte le scelte senza
> responsabilità, salvo scaricare poi il velo etico quando si devono suddividere
> due posi-oni o tre euro...
>
> Con questo mi scuso ma smetto di contribuire perché chiarita la mia posizione
> mi sento fuori luogo!
> Le mail ti raggiungono ovunque con BlackBerry® from Vodafone!
>
> -----Original Message-----
> From: Guido Mula
guido.mula@dsf.unica.it
>
> Date: Tue, 28 Jul 2009 14:40:39
> To: Università e Ricerca
> Forum
universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
> Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: Re: 7%
>
>
> Non ho mai detto, scritto o pensato che la cattiva valutazione di molte
> università, la mia compresa, dipenda esclusivamente dalla cattiva scelta dei
> parametri da parte governativa né che le Università siano esenti da colpe.
>
> Mi pare tuttavia che:
>
> 1. I criteri, le tempistiche e le scelte finanziare governative degli ultimi
> anni siano disastrose. Sono tornato da 8 anni in Italia dopo un decennio
> all'estero e vi posso assicurare (non credo di essere il solo ad essere
> giunto a questa conclusione) che la gestione governativa della ricerca in
> Italia è un disastro, con tempistiche e affidabilità improponibili in
> qualunque paese civile, figurarsi in uno che si fa vanto di appartenere al
> gruppo del G8...
>
> I finanziamenti sono da un decennio sempre più esigui e incerti su tutti i
> fronti, la spinta a prendere più studenti e laurearne di più aumenta
> regolarmente, assieme al discredito che in questi ultimi anni ci arriva
> addosso. Non mi sembra che queste siano esclusivamente colpe
> dell'Università. Quando abbiamo finanziamenti medi per studente inferiori
> (di molto) a quanto succede nei paesi con i quali ci confrontiamo, quando
> abbiamo meno ricercatori pro capite, tempi incontrollabili, concorsi
> imprevedibili, etc etc (vedi il famoso rapporto OCSE e altre statistiche
> internazionali) stare a dire che le responsabilità sono tutte nostre mi
> sembra, questo sì, alquanto semplicistico. La partita si gioca in due,
> università e governo, e chi ha il coltello dalla parte del manico (non mi
> sembra siamo noi) fa finta di essere virtuoso e di dover quindi castigare
> chi non fa il suo dovere. C'era una famosa parabola evangelica riguardo a
> travi e pagliuzze...
>
> 2. L'affidabilità dei parametri scelti è estremamente scadente, e non è
> possibile capire da molti di essi quali siano le vere responsabilità degli
> atenei. La tempistica poi di applicazione della ""meritocrazia"" e dei tagli
> è quantomai inopportuna nella congiuntura economica attuale, visto poi
> l'atteggiamento di superiorità con il quale il governo si pone di fronte
> alla questione. La questione dell'alta formazione e della ricerca
> scientifica di punta (di base e non) non può essere affrontata
> ragionieristicamente e con questa spregiudicata esterofilia ministeriale.
>
> Solo se noi rinunciamo alla nostra prerogativa di essere tra coloro che
> dovrebbero far nascere le idee nuove e le strategie per il futuro di tutti
> (siamo noi che formiamo le classi dirigenti, compresi i ministri, o mi
> sbaglio? Forse è quella la nostra colpa...), se ci nascondiamo dietro sensi
> di colpa più o meno giustificati, se abdichiamo alla nostra intelligenza,
> allora si che avremo tutta la colpa.
>
> Per il resto, scusate, ma la strategia governativa (non solo di questo
> governo, certo, ma i governanti attuali hanno "sublimato" la tecnica) è solo
> quella del fumo negli occhi dei cittadini italiani per nascondere incapacità
> di gestione, tagli improponbili, opacità politica e altro dietro il
> paravento della rispettabilità e del riordino. Qualcuno chiamava ciò
> "trovare un capro espiatorio". Un tempo era effettivamente un ovino, adesso
> sono dipendenti pubblici, universitari, insegnanti delle scuole di ogni
> livello, extracomunitari, ...
>
> Cordialmente,
> Guido Mula
>
>
> On 28/07/09 13:27, "alessio.papini@unifi.it"
alessio.papini@unifi.it
> wrote:
>
>> Sono d'accordo che non è stato fatto nessun regalo alle università,
>> però è vero che se i finanziamenti verranno erogati sempre di più con
>> criteri che premiano la qualità della ricerca, i finanziamenti
>> ottenuti ecc. (molti parametri sono certamente da ridefinire) è
>> possibile che si possa attivare qualche circolo virtuoso che impedisca
>> di assumere ad esempio in settori/gruppi di ricerca dove la resa
>> scientifica e didattica è molto modesta perchè danneggiano tutto
>> l'Ateneo.
>> Dire che avere parametri bassi dipenda solo dal tipo di criteri
>> individuati mi sembra un pò semplicistico...
>> Saluti
>> Alessio
>>
>> ---- Messaggio da guido.mula@dsf.unica.it ---------
>> Data: Tue, 28 Jul 2009 11:26:44 +0200
>> Da: Guido Mula
guido.mula@dsf.unica.it
>> Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca""
>>
universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
>> Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: Re: 7%
>> A: Università e Ricerca Forum
>>
universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
>>
>>> Cari tutti,
>>>
>>> Non sono affatto d'accordo con il ragionamento che dei criteri di
>>> meritocrazia sono meglio di nessun criterio.
>> ...
>>> Come componente del CdA della mia università, posso dire che mi sembra
>>> assolutamente irrealistico pensare che un ateneo già in difficoltà possa, in
>>> un contesto difficile, diventare improvvisamente capace di attrarre chissà
>>> quali fondi, da dove poi non è ben chiaro. Alcune regioni hanno industrie,
>>> altre fondi con i quali possono fare qualcosa, altre nulla. E Università che
>>> si ritroveranno a funzionare con pochi milioni di euro (senza arrivare alla
>>> decina) e decine di migliaia di studenti, in base a quale fantastico
>>> meccanismo dovrebbero poter migliorare i servizi, la didattica, la ricerca
>>> etc etc, dopo anni di sofferenza quando non potranno neanche pagare le
>>> bollette della luce?
>>>
>>
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>>
>> Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni:
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https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
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>> Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas
>> Futura:
http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
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