Per prima cosa voglio ringraziare Carlo Traverso per il lavoro che ha fatto e per la scossa che ci ha dato col suo messaggio di pre-commiato.
Poi voglio rivendicare la continuita` della mia protesta. Vista la prevedibile altalena tra fiammate di protesta quando c'e` un obbiettivo immediato come il tentativo di bloccare la legge Gelmini, e periodi di ordinaria rassegnazione, attuo una resistenza passiva che posso far durare molto a lungo. Da quando su questa lista era stato lanciata l'idea delle dimissioni, mi sono rifiutato di assumere incarichi organizzativi o istituzionali.
Il mio tempo lo dedico tutto alla didattica ed alla ricerca, e non basta mai perche' non ho soldi, pochissimi collaboratori, e ho invece molti impegni con altri gruppi di ricerca. Tutti i miei studenti tranne uno hanno lasciato il gruppo, molti anche l'universita` e/o l'Italia. Continuo a raccomandare a tutti di andarsene, al massimo dopo il dottorato, ma anche prima. I semi sono gettati.
Succede che i colleghi mi chiedano di recedere dalla mia decisione, anche perche' gli ordinari nel mio dipartimento ormai si contano sulle dita di due mani (tra poco una sola) e il mio atteggiamento sembra essere contagioso. In questo momento dobbiamo eleggere il presidente di CdS e nessuno sembra disposto a farlo. In queste occasioni ricordo ai miei colleghi che:
(1) ben pochi di loro hanno alzato la voce quando era il momento di farlo; chi pensava che non fossero gravi i colpi che abbiamo subito passivamente da 15 anni in qua, lavori e faccia proposte per far funzionare la baracca, ma non e` detto che io mi accodi, nei consigli dove ho ancora diritto di parola e di voto; "complicita`" forse e` una parola grossa, ma rende l'idea;
(2) ogni nuova regola, limitazione o taglio di risorse costringe a mediazioni al ribasso sulla qualita` dell'insegnamento e sull'organizzazione dei dipartimenti, e dovrebbe essere l'occasione per nuove proteste, ma non se ne vede traccia; io non voglio essere lo strumento di questi compromessi;
(3) il malcostume universitario continua imperterrito e dirigere un dipartimento o persino un CdS diventa sempre piu` una guerra contro i vicini (per definizione prepotenti); io non sono mai stato un "barone rampante" e non sono adatto a queste battaglie, che tra l'altro obbligano a una catena di alleanze con quei personaggi che hanno fatto del piccolo potere universitario lo scopo di una vita.
Ciascuno faccia secondo coscienza, non c'e` bisogno di dirlo, ma mi piacerebbe che si spandesse il contagio.
Saluti
Maurizio Persico