Credo che le cose siano un poco più complesse. Il mondo accademico ha sicuramente delle colpe, e ho avuto abbastanza scontri e incidenti con esso da non avere alcun desiderio di difenderlo a priori.
Però. Io non credo che abbia senso rimproverare gli esseri umani per essere tali. Anzi, in una situazione nella quale il merito non è premiato, mi pare miracoloso che molti di noi abbiano cercato di essere meritevoli. In una situazione nella quale siamo malpagati e peggio gestiti, mi pare miracoloso che tanti di noi si siano sforzati di gestire al meglio. E così via.
Come e qualmente il merito non sia premiato, lo sappiamo tutti, ne abbiamo discusso milioni di volte. Ora, non voglio dire che il ladro sia giustificato dall'occasione, e neppure che l'occasione faccia per forza di cose l'uomo ladro, ma certamente in una situazione dove le occasioni di ladrocinio sono molte, non è sorprendente che qualcuno si metta a rubare. Le persone -- magari non individualmente, ma certamente come collettività -- si muovono in un modo o nell'altro a seconda, o almeno anche a seconda, delle strade che vengono loro indicate o fornite.
Già un'altra volta, proprio su questa lista, ricordo di aver portato l'esempio degli automobilisti svizzeri che si comportano da perfetti svizzeri in Svizzera e che cominciano a guidare da teppisti della strada un istante dopo aver varcato il confine. Sono "geneticamente onesti" gli svizzeri? O "geneticamente disonesti"? O più semplicemente, in una situazione nella quale tutti sono sicuri di farla franca, alcuni di loro ne approfittano? E ne approfittano tutti o solo alcuni, che però acquistano visibilità e vengono poi presi come casi paradigmatici de "gli automobilisti svizzeri", anziché essere individualmente additati e perseguiti in quanto signor Tizio, Herr Kaio e Monsieur Sempron? E per porre rimedio a questa situazione, è meglio abolire la Svizzera così finalmente questi cominciano a comportarsi bene, installare un carabiniere a bordo di ogni automobile con targa elvetica o fare delle strade decenti, con segnali stradali e divieti e obblighi credibili e sensati e un sistema di monitoraggio per beccare i malviventi?
Esclusi i presenti, s'intende (e lo dico senza alcuna ironia): ma seriamente voi pensate che tutti indistintamente i vostri colleghi siano banditi che passano le loro giornate a tramare nell'ombra e spendere privilegi? O non conoscete forse un sacco di gente -- inclusi con ogni probabilità voi stessi -- che fa del proprio meglio in situazioni oggettivamente kafkiane?
Certo che i finanziamenti non sono tutto, certo che anche raddoppiarli sarebbe inutile se poi andassero sprecati in progetti senza senso, ma intanto permettetemi di dire che l'intervento (non mio) che ho postato ieri parlava di molte cose, oltre che dei finanziamenti.
In secondo luogo, non è certo un'osservazione originale che tra i poveri si scatenino guerre tra poveri, e sappiamo che le guerre tra poveri sono le più tristi, le più cattive.
In terzo luogo, a me non sembra affatto che ci sia un così diffuso rifiuto verso qualsiasi innovazione. Claudio Procesi menzionava la valutazione. Ebbene, possiamo voler discutere sui metodi della valutazione: ad esempio io, anche in questa sede, ho espresso posizioni fortemente critiche verso l'affidarsi esclusivamente agli indici bibliometrici e tanto più nelle valutazioni individuali; ma discutiamo della valutazione proprio perché la sentiamo come una cosa importante e delicata. E possiamo temere come la peste un sistema di valutazione formulato da qualche attorucolo fascistello o da qualche soubrette di mezza tacca, di quelle che hanno protestato contro la nomina di Maiani (bravo o non bravo che sia, non lo so) al CNR con argomenti del tipo "ma se è tanto un bravo scienziato, com'è che non gli hanno dato il Nobel". Però questo sconcerto mi pare solo ovvio. Invece, ho sentito pochissimi colleghi, o forse nessuno, respingere sic et simpliciter qualsiasi ipotesi di valutazione in quanto tale.
Analogamente, i PRIN demenziali sono l'ovvio esito dell'impossibilità di ottenere a livello nazionale finanziamenti decorosi con dei PRIN intelligenti. Anche dei PRIN abbiamo discusso molte volte e non desidero tornare sull'argomento.
E così via. In generale, condannare le collettività non ha molto senso. Le collettività non hanno una mente, non hanno una volontà etc. in quanto tali, e neppure (o non soltanto) come somma delle menti individuali che le compongono. Ce l'hanno invece a seconda delle regole che si danno. Altrimenti, vogliamo abolire il codice penale e pretendere che tutti si comportino onestamente così, per amore del comportarsi bene? E una volta abolito il codice penale condanniamo non il signor Rossi e la signora Bianchi, ma "l'umanità" per gli omicidi che avvengono?
Se volete un sistema universitario (o stradale, o sanitario, o fiscale etc.) che funzioni, dovete in primo luogo istituire un sistema di regole intelligenti, un sistema di processi che possano funzionare, e un monitoraggio intelligente e rispettoso delle strutture, dei processi e, con molta attenzione, delle persone. Altrimenti ha ragione il Brunetta che come unico rimedio al malfunzionamento dell'amministrazione pubblica -- dovuto, è ovvio, a deficit intrinseci agli impiegati statali, tutti e ciascuno di essi -- riesce soltanto a disporre la penalizzazione dei dipendenti statali ammalati e a proporre i pulsanti con le "faccine" accanto allo sportello. Ma è così che si governano le nazioni? E se gli impiegati statali si ribellano alle faccine li si può condannare come ignavi, banditi e fannulloni autoreferenziali e privilegiati?
(A proposito di privilegi, devo ancora capire esattamente quali siano, i miei privilegi: uno stipendio da terzo mondo? una stanza squallida e surriscaldata? O forse tutti i miei colleghi hanno la limousine che li aspetta sotto casa per portarli in dipartimento e io mi sono solo dimenticato di farne richiesta sugli appositi moduli?)
Quanto al fatto che ci stiamo "agitando" per la bozza di riforma Gelmini: ma l'avete letta? Ma vi sembra che sia, presa globalmente, un passo avanti o un passo indietro (o di lato)? Perché non dovremmo agitarci? Siccome il prof. Pinco Pallino ha piazzato in cattedra l'amante, adesso devo accettare che il quaranta per cento del consiglio di amministrazione (o più del 50 secondo l'ipotesi Draghi-Cofindustria) sia composta di politicanti trombati e burocrati con la terza elementare? E possiamo contare su queste figure (o questi figuri) per portare una ventata di onestà tra noi malfattori e fannulloni?
Etc.
Buona notte,
Maurizio Tirassa