Cari Colleghi del Forum provo ad aggiungere qualche suggerimento al riassunto di Claudio che, come sempre, tenta una sintesi, che diventa sempre più necessaria.
On Sat, 27 Dec 2008 09:54:38 +0100, claudio procesi wrote
Cerco di riassumere almeno parte della discussione e di fare qualche ulteriore proposta concreta (vado un po a ruota libera!!). Ma aggiungete le vostre: Per rispondere a Vaccarino credo che la Mission sia gia` stata definita infinite volte nei vari progetti di riforma universitaria in poche parole "trasmissione del sapere e istruzione superiore, acquisizione di nuovo sapere", pero` poi a tale mission e` mancata la vision, ovvero e` stata miope.
Lasciamo stare le tecniche di management, vi prego. E' il campo dei nostri avversari!
Partiamo dalle cose piu` semplici. Quelle in cui NON SONO COINVOLTI I SOLDI.
- Poiche' abbiamo proposto l'abolizione dei settori scientifici-
disciplinari e` possibile tentare di ridisegnare la lista degli attuali macrosettori. Riprendiamo ad esempio dalla collega:
Area 10 - Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico- artistiche Area 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche
Un piccolo dettaglio sulle sezioni proposte: dove si trovano le lingue e la linguistica (che non è una scienza filologica letteraria né storico filosofica)? Si puo certo inserire nella 11 ma con indicazione "linguistiche"...
qui sotto link verso le sezioni francesi dove siamo... CNR: 34 Langues, langage, discours Sciences humaines et sociales (SHS) e CNU section 07 - Sciences du langage : linguistique et phonétique générales
http://www.cnrs.fr/comitenational/sections/intitsec.htm http://91.121.210.124:8080/cpcnu/sectionsCnu.htm
Annick Farina
poi ad esempio matematica ed informatica vanno disgiunte, altri suggerimenti? Per essere pratici io guarderei ai settori come e` articolata la NSF (vedi dopo).
Questa dei settori disciplinari è una questione basilare. Occorre essere d'accordo. Per quanto mi riguarda io resto della mia opinione, ma vorrei essere smentito da ragionamenti convincenti e finora non ne ho sentiti. Abolire i settori scientifico disciplinari vuol dire ABOLIRLI ! Quì molti si domandano ma io dove sono? dove mi avete messo? come farò ad essere vivo? La mia opinione è che qualunque divisione a grana piccola (dove piccola significa più di 5 o 6 settori) non fa che rinforzare i piccoli (ma forti) centri di potere esistenti che tendono a diventare impenetrabili. Sono prorio i centri che alimentano CUN CRUI Burocrazia etc. Una partizione è necessaria ma deve avere uno scopo diverso da quello che i fautori dello spezzettamento hanno in mente; lo scopo è di dividere l'università in zone per le quali valgono regole diverse. Ogni zona sarà bene che si esprima su queste regole, nel quadro di una normativa generale che prevede appunto 1-la valutazione, 2-la competizione, 3-la cooptazione, secondo il Vangelo di Procesi che sembra accettato. I miei settori sono: -Matematica M (mi sono convinto che è difficile assimilarla alle Scienze Naturali) -Scienze Fisiche e Naturali SFN (essenziale l'unità del settore, nei dettagli delle valutazioni vi saranno ovviamente normalizzazioni opportune ma è profondamente errato pensare ad ulteriori suddivisioni che arriverebbero, oggi, ad un settore per ricercatore o quasi). -Scienze Umane SU (ci stanno tutti anche quì, ed i motivi sono analoghi a quelli per le SFN). -Medicina e Sanità MS(I clinici! non i ricercatori, che stanno nelle SFN. Questo è il grandissimo problema delle Facoltà di Medicina, ma non vanno abolite le Facoltà? Nelle Facoltà mediche oggi si tende ad aggregare al loro interno anche i settori scientifici che non hanno nulla di diverso da quelli delle SFN, ed in questo modo le Facoltà mediche dientano dei centri di potere colossali che DETERMINANO la vita delle università. Vedi appunto La Sapienza ma gli esempi sono numerosissimi nel nostro Paese). -Tecnica T (quì ci stanno gli ingegneri, gli agrari, insieme a tutti coloro che lavorano più per le applicazioni di una scienza che per la scienza stessa, forse quì vorranno essere gli informatici che Claudio giustamente non vede tra i matematici -Scienze Giuridiche, Sociali ed Economiche SGSE (io quì non me ne intendo del tutto ma penso che alcune possibili "entries" possano figurare o nella T , per esempio la Statistica, o nelle SU, per esempio la Sociologia.
- Finanziamento ai Dipartimenti.
Qui c'e` una prima cosa semplicissima da chiedere, trasferire una parte dei fondi che servono a finanziare i dipartimenti nei fondi PRIN per associare ad ogni finanziamento PRIN un consistente "overhead" diciamo il 10%?. Al momento non e` molto, si mobiliterebbero circa 10milioni di euro, ma la strategia dovrebbe essere di raddoppiare almeno i fondi PRIN (ma io credo che il fattore corretto e` molto di piu`, qui dovreste cercare di trovare i dati dei paesi vicini Francia, Germania e Spagna in particolare). Pero` poi questi fondi vanno utilizzati in modo diverso associando al successo dei PRIN anche fondi permanenti per "tenure tracks" e poi tenure. Per fare questo pero` vanno ridisegnati (ABOLITI) i concorsi perche' ovviamente uno che gestisce un progetto di ricerca vuole scegliersi i collaboratori e non farli scegliere ad una commissione nazionale o comunque disgiunta dal suo progetto.
Questa del semplice ovehead o persino quella dei "tenure track" e` una operazione che in un certo senso si puo` fare a "costo zero" semplicemente spostando da un fondo ad un altro. Pero` chiaramente qualcuno ci guadagna e qualcuno ci perde. Bisogna eliminare alcune storture fiscali per cui ci tocca di pagare le tasse sui rimborsi spese, una assurdita`.
A questo punto non ho molte altre idee che non coinvolgano SOLDI.
-Ottima l'idea dell'overhead. Già proposta e discussa nel forte ed ottimo documento di Parisi. Occorre però stabilire a chi va l'overhead. Il Prin è del gruppo di ricerca, che può essere anche multidipartimentale e persino multi-ateneo. In quota parte, secondo me, e secondo Parisi, dovrebbe andare all'Ateneo.
- E` assolutamente necessario istituire una "Agenzia di
valutazione" che gestisca anche il PRIN, oltre a valutare periodicamente le strutture, e utilizzi la banca dati del CINECA che era stata fatta con il CIVR e poi non so che fine ha fatto. La valutazione ovviamente va fatta da persone esperte e secondo il metodo che le commissioni esperte NON fanno direttamente le valutazioni ma tramite dei referees esterni, che ovviamente vengono selezionati nel tempo da tali esperti, ma restano nella banca dati, con ampio uso di colleghi stranieri, come fa l'NSF.
Nell' NSF per ogni macrosettore (ma questi sono una via di mezzo fra i nostri SSD e i nostri macrosettori) c'e` un responsable scientifico che fa questo lavoro a tempo pieno.
Qualcuno potrebbe prendersi la briga di guardare quali sono i settori dell'NSF e quale e` la figura professionale delle persone che lo dirigono? Questo e` un modello abbastanza semplice da implementare.
Gli INDICATORI secondo me dovrebbero semplicemente formare una banca dati di informazioni da fornire ai referees che li usano secondo la loro responsabilita` . Qui c'e` un problema serio, perche` ad esempio in Matematica io potrei analizzare le pubblicazioni di un collega usando MathSciNet che e` un sito "ufficiale" e conosco come vengono selezionati gli articoli e quindi ho dei criteri comparativi. Se uso "Google scholar" so di usare uno strumento piu` potente ma di cui ho meno controllo. Naturalmente siccome si tratta di informazioni si possono dare entrambe. Poi ovviamente c'e` lo SCI, io penso che spetterebbe ai vari responsabili dei macrosettori di una eventuale NSF di attivarsi, sentendo i colleghi, per raffinare per ciascun settore le indicazioni generali.
Fra l'altro l'NSF non paga le persone che fanno la valutazione dei progetti di ricerca, anche se immagino che l'Italia abbia meno leve per avere una consulenza gratuita, ma ci sono molti italiani all'estero che probabilmente collaborerebbero volentieri gratis.
Ora come selezionare gli esperti? Un grosso problema sta nel fatto che le persone attive sono anche coinvolte nei PRIN e quindi vi sono evidenti conflitti di interessi, anche se in teoria uno che fa la domanda biennale ed ha avuto successo poi l'anno dopo non fa domanda e potrebbe essere nella commissione. Anche in questo caso io vedo dei potenziali conflitti di interesse (per esempio uno potrebbe voler far vincere un progetto per non trovarselo come concorrente l'anno successivo). Una possibilita` per eliminare tale conflitto e` di rendere i PRIN triennali o MEGLIO quadriennali (fra l'altro visto che i fondi arrivano sempre in ritardo questo aiuterebbe molto la loro gestione). In questo caso un buon numero di esperti potrebbero essere scelti fra coloro che hanno avuto successo nei PRIN e non competeranno l'anno successivo. Questo potrebbe (forse) creare un circolo virtuoso perche' si tenderebbe a fare direttori dei progetti solo persone di cui la comunita` si fida.
RIASSUMO: PRIN quadriennali, chi dirige le unita` dei PRIN entra nella commissione che giudica i PRIN dei due anni successivi e cosi` via (vedete qualche problema che io non vedo???).
Molti piu soldi ai PRIN che possano finanziare Dipartimenti e tenure tracks.
Il punto della valutazione naturalmente è la partenza di tutto. Sto cercando di elaborare un metodo, il più oggettivo possibile, che valga per il settore delle SFN. Le osservazioni di Procesi sono tutte pertinenti. Quì è dove è necessario un gruppo di studio dedicato. Vogliamo provare a metterlo insieme?
- Creare un fondo speciale per finanziare chiamate di ricercatori
associate in vari modi al successo dei progetti di ricerca. Ad esempio ai progetti della comunita` europea o anche gli stessi PRIN.
Per esempio mia figlia insieme ad un collega un po piu` senior hanno avuto un grant di [WINDOWS-1252?]300.000 con cui vogliono fare delle
specie di
"borse Marie Curie" (a Napoli). Ora il limite di questi pur ragguardevoli fondi e` che non hanno poi la possibilita` di trasformare una tale borsa in una "tenure track" quindi i giovani brillanti che avranno queste "Marie Curie napoletane" poi non hanno una possibilita` di inserirsi in modo permanente. Su casi come questi (ce ne sono vari in Italia) dovrebbe intervenire il Ministero per garantire la possibilita` alla Universita` (che ha avuto successo) di assumere poi come ricercatori questi assegnisti speciali.
- Credo che comunque va ridisegnata la curva degli stipendi in
modo tale che il rapporto fra quello iniziale e quello finale non sia cosi' squilibrato. Secondo me in media (tranne eccezioni) un rapporto 1 a 2 invece che 1 a 4 ha senso. Ovviamente la nostra richiesta e` di alzare quelli iniziali, ma poi una riflessione generale sulla progressione andra` fatta.
- Sui professori fantasma nel documento c'e` gia` una certa
abbondanza di proposte e quindi mi fermerei.
Rispondo a Tirassa che gli stipendi ce li hanno gia` ampiamente decurtati, fino a due o tre anni fa io sarei dovuto andare fuori ruolo a 75 anni, fino a pochi mesi fa potevo restare in ruolo fino a 72. Ora devo andarmene a 70 (e quindi cerco qualche cosa all'estero dove ancora mi vogliono). In poco tempo ho perso 5 anni di stipendio pieno, non e` poco visto che sono ancora attivo.
Sugli stipendi etc non mi sento di intervenire. Mi ritengo ultra fortunato di godere, alla mia tenera età, di un assegno netto di pensione mensile di Euro 4500 circa (una parte mi è stata scippata da una legge infame del 1980 o giù di li)
Giovanni Giacometti