Caro Alessio e cari colleghi,
mi rendo conto che questa cosa degli indici sta diventando un tormentone, cerchero' di non intervenire piu' su questo, ma
2: l'introduzione degli indici altera il funzionamento del sistema, perche' limita la liberta` di ricerca e incoraggia quella rispecchiata dagli indici stessi, che diventano un'ulteriore forma di burocrazia.
personalmente, vedo la mia liberta' di ricerca gia' molto limitata dalla mancanza assoluta di fondi, altro che burocrazia degli indici (non riesco ad avere assegnisti, sono in difficolta' a muovermi, a invitare i colleghi stranieri, a comprare un computer, ...). Posso contare su un migliaio di euro all'anno, quando va bene, e su qualche aiuto dall'INdAM (Istituto Nazionale di Alta Matematica) per visiting e convegni, e va cosi' da anni. Sara' dovuto anche alla qualita' non stratosferica di quello che faccio, ma certo nella carenza strutturale italiana di finanziamenti adeguati il fatto di non far parte dei gruppi "che contano", ne' localmente ne' tantomeno a livello nazionale, penalizza moltissimo.
Mi piacerebbe tanto essere valutato e ricevere o non ricevere fondi (e magari anche adeguamenti stipendiali) di conseguenza, ma non e' cosi'. Procedo ai limiti della sussistenza (in termini di ricerca, si intende), pur lavorando e impegnandomi molto. Non vedo differenze con chi lavora decisamente meno di me, anzi. Nel sistema universitario italiano, il mio lavoro semplicemente non viene riconosciuto. Certo, resto un privilegiato con un posto fisso e uno stipendio ragionevole, c'e' chi sta molto peggio di me nel sistema, ma ognuno vede i mali del sistema sulla propria pelle. Il peer-review me lo fanno gia', e bello pesante, le riviste su cui pubblico. Ma questo non viene riconosciuto da nessuno, perche' ci sara' sempre un nuovo peer-review all'italiana che in un concorso, in un'assegnazione di fondi locali, in un'assegnazione di fondi PRIN, ..., rivalutera' con un commento ridicolo di 2 righe, senza tener conto di nessun parametro, quello che nei fatti e' gia' stato valutato dalla comunita' scientifica internazionale.
Alla lunga si comincia a perdere la speranza che cambi qualcosa, e un po' alla volta anche la voglia di fare ricerca ... o forse non la voglia, quella non si perde mai, ma la forza psichica per fare ricerca.
Certo, non mi sognerei mai di eliminare il peer-review e di sostituirlo con degli indici, di affiancarlo a degli indici che i reviewers di turno debbano discutere in modo trasparente si', pero'.
Saluti a tutti, e scusatemi per i troppi interventi che hanno ormai ampiamente evidenziato il mio pensiero.
Marco Vianello associato di analisi numerica dip.to di matematica pura e applicata Universita' di Padova e-mail: marcov@math.unipd.it web page: www.math.unipd.it/~marcov