Una data sensata potrebbe essere il 1° di ottobre, cioè l'inizio dell'anno accademico (ma inizia in quella data in tutti gli atenei?).
Dimetterci adesso non servirebbe a niente, dal momento che -- a parte l'essere bollati come lavativi -- qualcuno deve comunque portare a termine la programmazione del 2010-2011 e quel qualcuno, in attesa o in assenza di sostituti... saremmo per forza noi. Responsabilmente portiamo all'avvio il prossimo a.a. e poi molliamo.
Mi pare condizione necessaria che, se non tutti, almeno una larga maggioranza di presidi direttori e presidenti si unisca: dimettersi in ventitre su qualche centinaio non avrebbe alcun senso, anzi sarebbe controproducente.
Napolitano... mah, immagino che abbia i crampi alla mano, da tanto che firma. E per chiudere in bellezza vi segnalo questo intervento di Calderoli sulla questione degli enti tagliati:
(www.corriere.it/politica/10_maggio_31/cremonesi_calderoli_8baaa1da-6c7d-11df-b7b4-00144f02aabe.shtml)
Maurizio Tirassa
At 12:43 +0200 31.05.2010, Laura Sacerdote wrote:
Se noi riuscissimo a coordinarci, dimettendoci in massa, credo che avremmo una visibilta' positiva e utile. Dovremmo dichiarare che non facciamo proteste diverse per non colpire gli studenti in modo troppo grave ma che non siamo disposti ad avvallare col nostro lavoro amministrativo scelte che riteniamo disastrose per il futuro del paese, che rinunciamo a un potere di cui non condividiamo i fini... insomma un buon comunicato stampa che, per una volta, non possa venir letto come corporativo, che magari faccia appello a Napolitano per salvare l'universita' e simultaneamente minacci il venir meno del nostro lavoro di formichine-burocrati a quanti sanno di essere persi senza il nostro aiuto.
Proporrei di dare dimissioni a tempo, in modo da dar tempo al ministro di agire. Mi spiego dovremmo dare una data per tali dimissioni che potrebbero, per esempio, decorrere dal primo settembre (??), se il ministro non cambiera' le cose piu' gravi del decreto. Potremmo preparare un form per la lettera di dimissioni che potremmo inviare tutti nell'arco di questa settimana ( magari ci potrebbe occorrere piu' tempo per far crescere le adesioni? ). I nostri colleghi senza cariche dovrebbero simultaneamente dichiarare di non essere disponibili a sostituirci nel caso venissero eletti e potremmo usare l'intervallo fino all'operativita' delle dimissioni per far capire il disastro che stanno per fare.