Scusate ma mi pare che ci stiamo nascondendo dietro a un dito. Che nelle università ci siano forti vantaggi per i figli di non mi pare una novità. E' uno dei punti principali su cui ci siamo sputtanati. Non si può far finta di nulla nascondendosi dietro motivazioni ovvie e -senza offesa- un pò ipocrite. Personalmente conosco anche situazioni all'estero (USA, Germania) con marito e moglie che lavorano insieme, ma sono casi sporadici. L'esempio del mondo dello spettacolo non è calzante perchè lì si parla di imprese private che -giustamente- fanno come vogliono accettando o meno il rischio d'impresa di assumere eventualmente il classico figlio scarso. Nel settore pubblico è diverso, visto che chi paga è la collettività. Mi sembra che almeno la proposta di evitare il figlio nello stesso settore scientifico disciplinare e/o nello stesso dipartimento sia il minimo. Saluti Alessio Papini
----- Messaggio da acquistf@dm.unipi.it --------- Data: Wed, 7 Jan 2009 12:42:42 +0100 (CET) Da: Francesca Acquistapace acquistf@dm.unipi.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] punto 8) di De Vivo A: Patrizio Dimitri patrizio.dimitri@uniroma1.it Cc: "Università e Ricerca laura.sacerdote@unito.it, Forum" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
I figli d'arte sono dappertutto. Forse che qualcuno si scandalizza per i vari Tognazzi, De Sica, Gassman? Per tacere di notai e farmacisti. Pero` proprio nello stesso Dipartimento del papa` in servizio... Forse si potrebbe evitare. Francesca Acquistapace ___________________________________________