caro piergiorgio odifreddi,
spero di non capire la tua proposizione
non vedo come non si possano insegnare non solo i corsi di base, ma anche quelli abbastanza avanzati, senza aver fatto ricerca nel campo.
non ci sono troppe negazioni? com'era la faccenda, se uno nega una proposizione e poi la rinega, non finisce che annega??
vista la mia incertezza nel campo, mi sa che la ivy league non mi fara' insegnare corsi di logica abbastanza avanzati (se non forse quelli proprio 'avanzati', cioe' gli avanzi che non vuol fare nessuno), pero' so strimpellare iterativamente gli acordi la/mi/re/mi cantando a squarciagola lebbiondetreccegliocchiazzurrieppoooooiii: con quel che proponi tu, al conservatorio, me lo fanno insegnare un corso di chitarra ritmica?
di base, s'intende.
credo che il busillis della tua frase sia nella parola campo. tutti noi insegniamo corsi che non siano esattamente nel nostro campo di ricerca. l'avere fatto (o il fare) ricerca ci fornisce quel minimo di apertura mentale per capire la profondita' di alcuni risultati in altri settori e per poter essere di un qualche aiuto agli studenti che si avvicinano per la prima volta all'argomento e favorirli nella loro conquista personale del sapere. il problema della divisione netta tra ricerca e didattica e' decidere se sia sensato che 'si possano insegnare non solo i corsi di base, ma anche quelli abbastanza avanzati, senza aver MAI fatto ricerca'.
il discorso delle universita' di serie a e b e delle carriere disgiunte tre ricerca e didattica e' interessante e personalmente non sono contrario per principio, ma mi sembra che le obiezioni sollevate da alcuni miei coleghi fossero motivate e profonde: forse vuoi rispondere loro, se vuoi rilanciare davvero il discorso.
con simpatia, enrico